Il Sefer Torah e l’arte del sofer

Libri

“Il Sefer Torah rappresenta la più viva e autentica testimonianza di quella legge acquisita sul Monte Sinai che ha garantito la sopravvivenza millenaria del popolo ebraico. Il rapporto intimo che lega ogni ebreo a questo rotolo di pergamena, vergato a mano con devozione ed esperienza, giunge al punto che ogni ebreo, nel corso della propria vita, dovrebbe scriversene una copia personale o delegare qualcuno a farlo per lui”.
Rav Elio Toaff (introduzione del libro Torah Immagini)

Uno sguardo attento e sensibile, quello del fotografo Manfredi Bagnai Focacci guidato da Amadeo Spagnoletto, l’unico scriba in Italia che ha fatto di quest’arte di grande responsabilità la sua professione, ci porta alla riscoperta del Sefer Torah nel libro Torah Immagini (Proedi
editore). Un libro suggestivo d’Arte fotografica ma anche uno strumento di divulgazione delle tradizioni ebraiche. Questo volume ci introduce nella millenaria prassi di scrittura da parte dello scriba (Sofer), mostrandoci le fasi salienti del suo lavoro: la legge ebraica impone che il testo sacro venga scritto a mano e ci siano una serie di norme molto precise che vanno dalla scelta della pelle conciata appositamente per questo scopo, all’uso di un particolare tipo d’inchiostro, all’uso della penna d’oca.
Spagnoletto si occupa del restauro dei testi antichi che provengono da tutte le comunità ebraiche italiane e straniere. Molte fotografie nel volume si riferiscono all’antica e bellissima sinagoga di Biella.

Ne parliamo con Amedeo Spagnoletto.

Esistono delle scuole per diventare sofer?

Esistono delle regole che uno deve imparare, dopo di che si viene sottoposti a un esame che può essere
effettuato da persone che sono state in passato abilitate o da rabbini che hanno avuto l’autorizzazione. Vengono verificate le competenze tecniche da una parte e dall’altra le qualità etico morali per potere
svolgere questo lavoro.

Bisogna essere ebrei per potere svolgere questo lavoro?

Assolutamente sì.

Le donne possono fare questo lavoro?

Non vi è una preclusione a priori verso le donne ma è l’uomo che copia, di norma, gli scritti sacri. Lo scriba si occupa di ricopiare i brani del Sefer Torah, anche quelli che vanno poi inseriti nella mezuzà e nei tefillin. Considerato che quest’ultimo precetto è prettamente comandato agli uomini, mentre le donne ne sono esentate, risulta naturale esentarle anche dalla scrittura delle pergamene e dalla copiatura degli altri testi. Esiste pero un’eccezione. Le donne possono scrivere il rotolo di Ester, e possediamo alcuni esempi di antichi manoscritti copiati in Italia da esperte mani femminili.

A quale periodo risalgono i rotoli più antichi?

I rotoli più antichi che possediamo sono tutti del medioevo. Anche se sono stati ritrovati dei piccolissimi pezzi di testi biblici nelle caverne del mar Morto. Ma i precetti della scrittura dei rotoli del Pentateuco trovano origine con l’acquisizione della Torah sul monte Sinai.

Quando i rotoli si cancellano e cominciano ad essere in parte
illeggibili dove vengono custoditi?

Un testo sacro, nel momento in cui diventa inservibile perché contiene tanti errori o perché è cancellato al punto che le lettere non sono più riconoscibili e dunque diventa inutilizzabile per la lettura pubblica in sinagoga, viene messo in un luogo chiamato ghenizah al sicuro dall’incuria. A questi rotoli rimane una sacralità che va preservata. Quel luogo può essere una casa, una sinagoga o anche una scuola. Una prassi necessaria a scongiurare la profanazione. Di tanto in tanto quel luogho viene svuotato e i frammenti seppelliti in un cimitero ebraico vicino a un sepolcro di un saggio, di un rabbino. Nella tradizione vengono messi dentro a un coccio e poi seppelliti. Non esiste un rituale che accompagna l’esecuzione di questo gesto, è il gesto stesso che è il rituale.

Lei continua ad usare la penna d’oca?

O la penna d’oca o di tacchino, quindi di animale oppure la penna
fatta con la canna di bambù o lacustre.