di Pietro Baragiola
Autore di capolavori come Rent e Hamilton, Seller vanta 40 anni di carriera in cui ha vinto ben 22 Tony Awards (4 per “Miglior Musical”) ed è l’unico produttore al mondo che si è occupato di due musical vincitori del Premio Pulitzer. Theatre Kid è la sua prima opera scritta e racconta i dietro delle quinte del suo successo a Broadway insieme a molti aneddoti succulenti dell’industria dell’epoca, raccolti quando l’autore aveva solo vent’anni e conservati in un cassetto fino ad oggi.
È ufficialmente arrivato in Europa Theatre Kid: A Broadway Memoir, la nuova autobiografia del pluripremiato produttore teatrale Jeffrey Seller che racconta del suo incredibile viaggio “da ragazzino ebreo cresciuto in povertà, fino a diventare uno dei pilastri di Broadway”.
Autore di capolavori come Rent e Hamilton, Seller vanta 40 anni di carriera in cui ha vinto ben 22 Tony Awards (4 per “Miglior Musical”) ed è l’unico produttore al mondo che si è occupato di due musical vincitori del Premio Pulitzer. Theatre Kid è la sua prima opera scritta e racconta i dietro delle quinte del suo successo a Broadway insieme a molti aneddoti succulenti dell’industria dell’epoca, raccolti quando l’autore aveva solo vent’anni e conservati in un cassetto fino ad oggi.
“Questo libro è una storia di genesi, di superamento della vergogna e di coming out” ha affermato Seller al magazine New York Jewish Week, spiegando di aver impiegato ben 6 anni a completare l’autobiografia. “Volevo ripercorrere la mia storia per capire come ha fatto quel giovanotto cresciuto nel ‘villaggio di cartone’ di Oak Park, nel Michigan, a realizzare i suoi sogni”.
La storia e il successo di Jeffrey Seller
Nato nel 1964, Jeffrey Seller è stato cresciuto in una famiglia ebraica riformata. La sua infanzia è stata ricca di difficoltà, dovute prevalentemente all’instabilità finanziaria presente in casa dopo che suo padre ha subito un danno cerebrale in un incidente automobilistico e la famiglia è dovuta dipendere solo dallo stipendio della madre e dal sostegno dei servizi sociali ebraici.
In questo clima di incertezza Seller ha scoperto l’amore per il teatro durante uno spettacolo di Purim al Temple Israel di West Bloomfield.
“Parteciparvi mi ha aperto un mondo di creatività, meraviglia, narrazione e musica che era meglio di qualsiasi cosa nella mia vita quotidiana, e ho capito che questo mi dava uno scopo” ha detto. “Sono particolarmente grato ai rabbini del Tempio che hanno permesso a me e ai miei fratelli di frequentare gratuitamente la scuola ebraica e ai miei genitori che hanno insistito a mandarmi a scuola, nonostante le difficoltà.”
Nel 1986, dopo essersi laureato all’Università del Michigan, Seller si è trasferito a New York con il sogno di diventare un regista teatrale.
“Un giorno ho attraversato di corsa il ponte di Brooklyn e ricordo di aver guardato lo skyline e di aver pensato: ‘Questo sarà mio. Ce la farò. Ce la farò qui. Questa sarà la mia città’” racconta nel libro.
In quegli anni l’aspirante regista ha fatto diversi lavori occasionali: il centralinista per i dirigenti di diverse case di produzione, il regista di spettacoli al Temple Rodeph Shalom nell’Upper West Side, il revisore di copioni e l’assistente nelle sale prove, tutto per imparare il mestiere dall’interno.
È stato durante questo periodo che Seller ha incontrato Jonathan Larson, il giovane compositore ebreo di Boho Days presto trasformato nel musical Tick, Tick…BOOM!. In breve tempo, Seller è diventato uno dei primi sostenitori del lavoro di Larson che più avanti culminerà in Rent, l’opera rock sui giovani bohémien che vivono la crisi dell’AIDS a New York City.
Lo spettacolo lancerà per sempre il successo sia di Seller che di Larson, morto per dissezione aortica la mattina della prima off-Broadway. Negli anni a venire Seller avrebbe replicato quel successo con diversi capolavori come: In the Heights, Hamilton e Avenue Q, ognuno dei quali si sarebbe affermato in modo diverso nella società contemporanea.

L’impatto dei musical
Tra le sue pagine, Theatre Kid affronta anche il potere politico e pubblico dei musical, soffermandosi sul loro impatto una volta calato il sipario.
“Mi ritengo davvero orgoglioso quando vedo che un mio spettacolo non solo diventa un successo commerciale ma anche un fenomeno culturale che contribuisce a plasmare la visione pubblica” racconta Seller nel libro.
Con Rent questo impatto è stato evidente. Come spiega l’autore, negli anni successivi all’uscita di questo spettacolo un crescente numero di giovani si è sottoposto al test dell’HIV, contribuendo così a ridurre il numero di nuovi casi. Rent è riuscito dunque ad umanizzare la crisi dell’AIDS e a portare il mondo a compiere un passo avanti verso i diritti LGBTQ+.
Anche Hamilton è riuscito ad avere un grande impatto sul pubblico: ha riacceso l’interesse per le origini degli Stati Uniti d’America e si vocifera che, nel 2016, abbia influenzato l’allora segretario del Tesoro Jacob J. Lew a mantenere Alexander Hamilton sulla banconota da 10 dollari, invece di sostituirlo con Harriet Tubman.
Il libro si sofferma anche sulla serata in cui l’allora vicepresidente eletto Mike Pence ha assistito allo spettacolo e, al momento del saluto finale, l’attore Brandon Victor Dixon ha letto al pubblico in sala un messaggio scritto da Seller insieme all’autore Lin-Manuel Miranda in cui esortavano la nuova amministrazione a proteggere i diritti di tutti gli americani.
“Purtroppo tutto ciò di cui abbiamo espresso preoccupazione in quella lettera si è avverato” ha affermato Seller. “Tuttavia, la capacità del teatro di determinare il cambiamento è evidente e invito tutti a provarci.”
Oggi Seller vive nell’Upper West Side, con i suoi due figli ed è membro attivo della Congregation Beit Simchat Torah, una sinagoga LGBTQ+ progressista.
Secondo quanto dichiarato nella conclusione del libro, quando i suoi fan lo fermano in strada per chiedergli il segreto del suo successo travolgente, Seller risponde che la verità è sfuggente e difficile da raggiungere.
“È il pubblico che decide” afferma il produttore. “Tutto quello che posso fare è guardare indietro e cercare di ipotizzare perché un’opera sia riuscita a raggiungere un successo così straordinario da cambiare per sempre la vita di milioni di persone”.