“La Selva Oscura”: gli alberi ‘raccontano’ la Shoah in una mostra

Arte

di Carlotta Jarach

correggio
L’opera di Tobia Ravà per la mostra La selva oscura

Quest’anno il 27 gennaio cade il 70° anniversario della liberazione del campo di concentramento e di sterminio di Auschwitz-Birkenau: in questo giorno – che da oltre dieci anni è conosciuto ai più come Giorno della Memoria – in molti paesi si susseguiranno esibizioni e cerimonie, come mostra la piattaforma 70.auschwitz.org, che raccoglie insieme tutti gli eventi in ricordo della Shoah che sono in programma quest’anno, progetto realizzato dal Memorial and Museum Auschwitz-Birkenau.

Nella vicina Correggio, in provincia di Reggio Emilia, domenica 18 gennaio è stata inaugurata una mostra d’arte contemporanea intitolata La selva oscura, un’esposizione curata dalla storica e critica d’arte Margherita Fontanesi che mette a confronto dipinti di artisti ebrei e non ebrei sul tema della memoria e della Shoah utilizzando la metafora degli alberi e delle foreste. Parteciperanno alla collettiva Alessandro Bazan, Fulvio Di Piazza, Kim Dorland, Manuel Felisi, Giovanni Frangi, Fabio Giampietro, Hyena, Giorgio Linda, Raffaele Minotto, Luca Moscariello, Barbara Nahmad, Simone Pellegrini, Pierluigi Pusole, Tobia Ravà, Max Rohr e Hana Silberstein.

La simbologia del bosco come rimando alla memoria è molto forte, come ci ricordano i giardini dei Giusti di Yad Vashem e del mondo. Un simbolo dunque estremamente chiaro nei termini: una selva oscura dantesca, nella quale ”la diritta via era smarrita”, e con essa l’Umanità intera, in quel nero periodo che è stato il Nazismo.

Come ricorda l’organizzatrice sul suo sito internet personale però “i boschi sono stati altresì luoghi di episodi di eroica resistenza ebraica: in molte foreste dalla Bielorussia alla Lituania, si sono nascosti, organizzandosi militarmente, gruppi di ebrei sfuggiti alla distruzione dei ghetti e ai campi di sterminio e da lì hanno sferrato disperate offensive ai nazisti o hanno cercato di creare punti di raccolta e resistenza per salvare quanti più ebrei possibile”.

L’evento, che gode del sostegno delle gallerie di riferimento degli artisti (Galleria de’ Bonis, Bonioni Arte, BonelliLAB, Studio Raffaelli, Fabbrica Eos, Associazione PaRDes, Galleria Restarte, Studio d’Arte Raffaelli), ha come partner il Keren Kayemeth LeIsrael, e gode del patrocinio della Comunità Ebraica di Modena e Reggio Emilia e della Federazione Italia-Israele, nonchè del Comune reggiano e del suo omonimo museo -“Il Correggio”.