di Massimiliano (Maxi) Tedeschi, Assessore al Bilancio uscente e candidato Presidente della Lista ATID
Cari Amiche e Amici della Comunità,
Le scorse elezioni comunitarie hanno visto due liste ottenere grosso modo lo stesso consenso ma il meccanismo elettorale ha infine assegnato un seggio di maggioranza alla lista di Walker Meghnahi.
Milano Ebraica, l’altra lista di cui facevo parte, tra scegliere di andare all’opposizione e condividere le responsabilità della gestione comunitaria, ha privilegiato questa seconda opzione. Pertanto, quando la lista del Presidente rivendica alcuni successi, sarebbe corretto che sempre si ricordasse il contributo di chi ha aiutato nel governo e lo spirito unitario con il quale ci siamo messi a disposizione per il bene comune.
- Leggi anche: Meghnagi: dopo 4 anni un bilancio (e una replica)
Da parte mia, come Assessore al Bilancio ho garantito trasparenza, accuratezza di gestione e posso affermare che abbiamo i conti in ordine. Posso, possiamo esserne soddisfatti? Sono il primo a dire di no.
I risultati ottenuti non sono all’altezza del potenziale della nostra Comunità.
Troppo spesso ci si è limitati alla gestione del quotidiano, senza una visione di lungo periodo. La Scuola ha continuato a soffrire senza dotarsi di un piano di rilancio strutturale; i giovani non sono stati al centro della nostra attenzione come avrebbero meritato; l’informazione verso gli iscritti è stata scarsa e non di qualità; il rapporto con la città si è indebolito. I debiti pregressi sono stati ridotti grazie alla generosità di molti, ma continueranno a pesare ancora per anni. Bandi e fondazioni sono stati attivati, ma in misura ancora insufficiente rispetto alle opportunità disponibili.
Al di là delle singole voci e progetti, è però mancato quello che tutti gli iscritti denunciano e chiedono con gran forza: ascolto, partecipazione e informazione.
Quante volte gli iscritti sono stati ascoltati e coinvolti attivamente in prima persona? Quanto si sa delle decisioni del Consiglio? Perché spesso gli stessi consiglieri (di maggioranza e minoranza) non sono al corrente delle decisioni che il Presidente prende da solo?
Per questo affermo che i nostri iscritti meritano di più. La CEM non può solo essere un ente di gestione burocratico, senz’anima e con sempre meno servizi. Non basta l’equilibrio di cassa, serve chiaramente un progetto di sviluppo. Non basta la sola buona volontà, servono competenze professionali, metodo e capacità di guidare. La CEM non può più essere gestita con l’antico modello dell’“uomo solo al comando”. Serve una nuova leadership che coordini una squadra, con nuove priorità, criteri di governo e maggiore trasparenza.
Progettare il cambiamento, dentro e fuori: una necessità per la comunità.
Con questo obiettivo, in questi mesi ho lavorato con gli altri candidati di ATID, con esperti e con tecnici, per dotare la nostra comunità di una governance realmente professionale in tutte le aree: Scuola, Cultura, Sociale, Patrimonio, Amministrazione.
Pensando a una Comunità che investa nei giovani, che accompagni i percorsi dopo le superiori, che rafforzi un’identità ebraica e sionista forte, inclusiva e positiva. Dando a tutti i nostri iscritti il senso di appartenere a una comune collettività. Non lasciando indietro nessuno e combattendo la solitudine che tanti hanno provato. Solo così, se saremo più forti, solidali e preparati al nostro interno, potremo essere maggiormente presenti ed autorevoli anche nella città, dove purtroppo abbiamo perso posizioni e credibilità. Subendo troppo la difficile situazione creatasi dopo il 7 ottobre, senza trovare le giuste parole per rispondere, e rapportandoci solo con i soliti amici di sempre. Evidentemente non può più bastare.
La mia esperienza professionale in grandi gruppi internazionali mi ha abituato a prendere decisioni importanti e a gestire situazioni complesse. Sono fortemente motivato a guidare la nostra Comunità, raccogliendo le tante sfide che abbiamo di fronte. Sono altresì convinto che avrò bisogno di tanti contributi e che il coraggio di decidere dovrà accompagnarsi con il diritto-dovere di ascoltare i nostri iscritti.
Con questo spirito e con questa motivazione mi metto a vostra disposizione.



