La Fondazione Margulies Di Segni al centro del consiglio

di Roberto Zadik

Un consiglio lungo e durato fino a mezzanotte, quello dello scorso 22 dicembre, che si è concentrato in buona parte sulla Fondazione Margulies Di Segni, prestigiosa scuola rabbinica torinese che alcuni consiglieri, come Sara Modena, hanno proposto di portare a Milano.

Specifichiamo che il progetto della Scuola Margulies si configura con tre soci principali: Torino, UCEI e Milano. Se quest’ultima decidesse di entrare nella fondazione (Torino ed UCEI hanno già aderito), la sede della Fondazione sarebbe a Milano.

Presenti alla seduta il Rabbino Capo, Rav Alfonso Arbib, i presidenti Milo Hasbani, Raffaele Besso e Antonella Musatti, e i vari consiglieri e assessori comunitari , Davide Romano, Gadi Schonheit, Claudia Terracina, Joyce Bigio, Ilan Boni e Margherita Sacerdoti, Daniele Misrahi, Rami Galante e Alberto Levi, Davide Nassimiha. Unico assente Daniele Schwarz mentre come uditori hanno assistito alla seduta il vicepresidente Ucei, Roberto Jarach, Daniele Cohen e Gad Lazarov.

Presentata in consiglio da Sara Modena e poi da Dario DiSegni, nipote di Rav DiSegni, grande rabbino italiano fondatore di questa prestigiosa scuola rabbinica, la Modena ha sottolineato l’importanza di trasferire questa scuola a Milano riconosciuta sia dallo Stato italiano che dalla Rabbanut italiana e di grande rilevanza per l’educazione ebraica e le nuove generazioni poiché rilascia titoli di studio paragonabili a una laurea di secondo livello. “Sottolineo questo anche alla luce del recente intervento di Rav Laras” ha proseguito la Modena “sul digiuno di 10 Tevet appena concluso che ha evidenziato l’importanza di creare scuole rabbiniche italiane sia in Italia che in Israele vista la rilevanza che il pensiero ebraico italiano ha avuto nel nostro Paese e all’estero”.

DiSegni nel suo intervento ha riassunto la storia di questa scuola rabbinica che attualmente si trova a Torino e che negli anni è diventata una fondazione gestita prima da privati e poi a livello istituzionale. “Questa scuola rabbinica” ha detto Di Segni “ venne fondata nel dopoguerra da mio nonno assieme a Rav Margulies dove si sono laureati alcuni grandissimi rabbini italiani come Rav Giuseppe Laras, Rav Bonfil, professore all’Università di Gerusalemme, Rav Caro e Rav Momigliano e ha avuto la direzione da parte di autorità rabbiniche torinesi molto rilevanti come Rav Sierra, Rav Artom, Rav Colombo e da ultimo Rav Somekh. Sarebbe bellissimo portarla a Milano, visto che questa città negli anni è cresciuta molto e il Bet Ha Midrash istituito da Rav Laras ha dato un contributo fondamentale”.

“Questo progetto” ha detto Di Segni “rilancerebbe la scuola rabbinica con centro a Milano e diventando un polo d’attrazione per molti ragazzi”. Nonostante i membri del consiglio abbiano definito molto valida questa idea, non sono mancate le perplessità su chi possa dirigerla, sui docenti e numero di ore e strutture. A questo proposito il Rabbino Capo, Rav Arbib ha affermato “a Milano ci sono varie persone che stanno studiando per ottenere il titolo di Maskil e di Rabbino con percorsi per i ragazzi delle superiori. Per questo progetto, però, attualmente non ho la possibilità di dedicare il tempo necessario per uno studio tanto intenso e ci vorrebbe una struttura adatta a questa iniziativa”. Il Rabbino Capo ha ricordato anche il Bet Ha Midrash e la sua importanza, con un successo che “anche se non è arrivato subito dopo è stato notevole”. “Si è trattata di un iniziativa molto importante per numero di ore e qualità dell’insegnamento” ha sottolineato Rav Arbib “penso che sia stata un’opportunità molto valida per chi voleva approfondire i propri studi ebraici e che anche a scuola bisognerebbe aumentare le ore di ebraismo”. “Purtroppo al momento” ha aggiunto “non abbiamo ore, spazi e tempo sufficiente a disposizione e questo vale per me e per tutti i colleghi”. Successivamente si è discusso di varie questioni, anche dell’eventualità di spostare la sede a Roma o in altre sedi. Alla fine dopo una lunga e complessa discussione, Sara Modena ha detto che contatterà la comunità di Torino per nominare un comitato di direzione e “poi vi terrò aggiornati su come si evolvono le cose”.

Successivamente sono stati affrontati, seppur molto sinteticamente visto l’orario, altri punti dell’ordine del giorno, come l’aggiornamento sul caso Lainati dove il presidente Besso ha ricordato che “anche se è cambiato il pool di avvocati stiamo andando avanti col processo sia a livello penale che civile”.

Importante anche il progetto di certificazione kasher a livello nazionale “K.it” che redatto dall’Ucei è stato approvato all’unanimità da assessori e consiglieri e a questa iniziativa aderirà anche la comunità milanese assieme ad altre comunità.