L'ambasciatore israeliano Dror Eydar

L’ambasciatore d’Israele ai giovani: “Siete il motore della società”

Giovani

di Nathan Greppi
È iniziato con un video di testimonianze di ebrei italiani che hanno studiato in Israele con il programma di Masa Israel, l’evento tenuto su Zoom martedì 6 aprile dalle sezioni di Roma e Milano dei movimenti giovanili Hashomer Hatzair e Bené Akiva, nel quale l’ambasciatore israeliano in Italia Dror Eydar ha parlato ai madrichim e ai bogrim dei due movimenti in vista delle celebrazioni di Yom Hatzmaut e Yom Hazikaron.

Dopo le introduzioni dei rappresentati di entrambi i movimenti, Eydar ha cominciato spiegando che stanno organizzando un grande evento per i 100 anni della Conferenza di Sanremo, che stabilì la spartizione tra le forze occidentali degli ex-territori dell’Impero Ottomano e nel quale si posero le basi per la nascita di uno stato ebraico nella Palestina sotto Mandato Britannico. Ha poi dichiarato che “i movimenti giovanili sono sempre stati molto importanti per noi, sono il motore di ogni società che vuole vivere.”

Parlando dell’eredità di cui il popolo ebraico si deve fare carico, ha ricordato che “gli imperi egiziano, babilonese e romano sono scomparsi, e di loro non restano altro che rovine e testi antichi. Il popolo ebraico ha visto questi imperi in tempo reale, dovendosi misurare con essi e traendo da loro degli insegnamenti. Loro ci hanno lasciato un segno, ma anche se il nostro destino avrebbe dovuto essere come il loro, abbiamo vinto la legge della storia: siamo sopravvissuti a molti tentativi di eliminarci, di cui l’ultimo avvenuto ottant’anni fa proprio qui, sul suolo europeo.”

Per parlare dell’indipendenza d’Israele, che si festeggerà a Yom Hatzmaut, ha sottolineato il termine che meglio simboleggia questo evento: Rinascita. Perché la nascita dello Stato d’Israele sarebbe una vera e propria rinascita, che si vede anche nella rinascita della lingua ebraica nel parlato quotidiano. Ha ricordato come in molte preghiere si prega per la ricostruzione di Gerusalemme, in quanto la distruzione del Secondo Tempio fu un evento traumatico per gli ebrei, “tanto da tramandare la consapevolezza che, così come l’uomo non può vivere senza cibo, allo stesso modo il popolo ebraico non può vivere senza Gerusalemme.”

Parlando dell’attualità politica internazionale, ha sottolineato come secondo lui gli italiani, e più in generale gli europei, hanno molto in comune con gli israeliani, ma ha anche aggiunto che noi abbiamo il problema dei troppi burocrati, “che per prendere una decisione devono fare tante riunioni. In tempo di pace forse può andare bene, ma in tempi di emergenza è un grosso problema, perché occorre pensare fuori dagli schemi.” Ha concluso che “la società dipende da voi giovani. Dovete pensare fuori dagli schemi, e insegnare alla società a ripensarsi dalle fondamenta.”