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Viaggio in Polonia con l’Hashomer Hatzair: un inno alla libertà

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hh PoloniaPubblichiamo una lettera di Elena Foà, madrichà dell‘Hashomer Hatzair dopo il viaggio in Polonia.

Dopo l’esperienza del viaggio in Polonia, realizzato con i miei scout, vorrei discutere con voi di questa meravigliosa libertà che caratterizza la nostra vita.

Forse una parola così nota acquista ancora più senso quando noi parliamo del suo contrario. Questo ci porta a vedere il risultato della realizzazione della negazione quotidiana dei diritti dell’altro. Cosa intendo dire? Una persona è libera quando l’altro può godere di tutti i suoi diritti.

Quando c’è qualcuno che non gode dei propri diritti noi non possiamo sentirci liberi. Banalmente i tedeschi ariani,che a differenza degli ebrei, erano cittadini a pieno titolo, erano comunque sottomessi al nazismo.

Il mio primo giorno in Polonia ho visitato il campo di lavoro/concentramento di Plaszow.

Lì, davanti ai miei occhi, vedevo solo una distesa di erba, un parco dove famiglie serene trascorrono il loro tempo.

Dove prima c’era una fossa comune ,nella quale venivano bruciati dei corpi, ora ci sono dei bambini che imparano ad andare in bicicletta.

Queste piccole azioni sono circondate da monumenti che ricordano quei corpi ammassati ,svuotati della loro identità.

Ma anche analizzando quel modo istituzionale di fare memoria c’è qualcosa che ci lascia attoniti; ognuno ha cercato di sottolineare soltanto la propria parte di sofferenza.

Erano infatti presenti più monumenti, riferiti alle differenti tipologie di deportati, quasi a tramandare la maledizione dei triangoli che i nazisti avevano imposto sulle loro vesti , dimenticandosi del valore “UOMO”.

C’è bisogno di fare memoria per mantenere la libertà, ma come?

Per cominciare bisogna ricordare tutti i campi,  anche quelli che non hanno avuto vittime italiane ma che hanno rappresentato la condanna del genere umano, effettuata dal nazismo.

Penso alla distesa di Treblinka, una piccola frazione rispetto alla vastità di Auschwitz, ma nella quale hanno perso vita ben 800’000 ebrei e con loro 2’000 Rom.

Qui, dove non venivano effettuate selezioni per il lavoro forzato, come nel più noto Auschwitz Birkenau, la vita diventava cenere dopo pochi passi.

Passi che risuonano nella mente dei visitatori di Majdanek davanti alle montagne di scarpe, un tempo appartenute ai deportati e oggi donate allo sguardo di chi ha bisogno di vedere per credere.

Chi è il visitatore di oggi? Una persona che ha bisogno di rabbrividire davanti ai capelli recisi delle vittime, mostrati in una teca ad Auschwitz?  Oppure è una persona che vuole riflettere su come tutto ciò sia stato

possibile?

Banalmente questa domanda è più scomoda, perché ci porta a riflettere sulla quotidianità e quindi sull’attualità, che ancora oggi vede morire dei bambini nei giochi politici della guerra dei grandi.

I campi ci mostrano, in modo macroscopico, fino a dove possano condurre l’egoismo e la volonta di sopraffazione. Trovo assurdo il fatto che l’essere umano, di sua natura, debba pravalicare qualcuno, e questo succede tutti i giorni ed in ogni luogo, banalmente (qui), a scuola.

Si, il viaggio nella memoria mi fa riflettere sul sui giorni nostri. Forse è per questo spaventa.

A volte tutto il mondo di informazioni che ci circondano , sembra ricomporsi attraverso delle chiavi di lettura. Così, anche se può sembrare strano, all’ombra della Shoà si può pensare al messaggio di un cartone animato; Il re leone.

Questo ha accompagnato la mia infanzia con le sue parole

:” il ciclo della vita, si nasce per donare vita ad altri”…  Un po’ mi consola perché quello che una volta è stato ucciso ha lasciato posto per donare un’ altra vita.

Questa oggi a Majdanek come a treblinka, a Birkenau come a Varsavia, risuona nel canto degli uccellini, nel canto dei grilli, nel gracidare delle rane e nei formicai che brulicano di frenetico lavorio.

Questo viaggio mi ha regalato euforia, voglia di pensare al nostro futuro e alla ricerca di una felicità condivisa.

Dal 30 marzo al 2 aprile si terrà IRUA, evento per giovani ebrei

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iruaL’Ucei invita tutti i giovani a partecipare a IRUA, un grande evento di tutti i giovani ebrei italiani (18 – 35 anni) che si terrà in un resort vicino Firenze dal 30 marzo al 2 aprile 2017.

IRUA sarà un’occasione unica per i giovani ebrei italiani per trascorrere un piacevole fine-settimana in un’atmosfera ebraica divertente e ricca di stimoli.

Il mondo ebraico italiano si trova in un momento di grandi cambiamenti: da una parte l’assimilazione sta minacciando la sua continuità, dall’altra la sua identità si evolve verso direzioni nuove lanciando sfide nuove a tutti gli ebrei e soprattutto ai giovani che presto dovranno gestire e governare il loro futuro. D’altra parte il rischio dell’assimilazione ci ricorda ancora una volta che se un ebreo non coltiva la propria identità, rischia di perderla. La difficoltà dei giovani nella società odierna che pone problemi di identità sociale e professionale.

Dove sta andando la nuova identità ebraica italiana ed europea? Il futuro del popolo ebraico è esclusivamente in Israele o esiste una via globale, su scala europea o mondiale che può essere percorsa?  In che modo attraverso la nostra identità potremo portare un beneficio concreto alla società nella quale viviamo?

I giovani ragioneranno sulle “prospettive dell’ebraismo italiano da oggi ai prossimi 30 anni”.

 

 

Per iscrizioni e informazioni contattare “irua@ucei.it” oppure il numero telefonico 06-45542211.

 

Giovani da tutto il mondo festeggiano Sukkot con l’OGL

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sukkot-OGLC’erano circa 300 giovani di tutto il mondo all’evento organizzato dall’OGL (Organizzazione Giovanile Lubavitch) il 19 ottobre Sukkot.

Universitari, giovani imprenditori, giovani coppie si sono ritrovati nella Sukkà di Sara Kraus per stare insieme e mangiare un ottimo sushi.

Durante l’evento Rav Levi Hazan  ha parlato dell’importanza dell’unità e di come la festa di Sukkot permetta di riunire tanti giovani di età e città diverse sotto lo stesso tetto. Perché il motto di ogl è: vivere l’ebraismo con gioia.

Un bel modo di festeggiare Sukkot!

Junction cerca un program manager a Milano, Budapest o Barcellona

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junctionJUNCTION PROGRAM MANAGER

Junction, an initiative of the JDC, the Schusterman Foundation, and YESOD, seeks to empower young Jewish adults and professionals to engage with the pan-European Jewish community by providing innovative international opportunities.

Junction organizes international gatherings throughout the year that aim to provide professional and personal development and exploration; education and exchange of ideas and expertise, and cultural discussions and celebrations, all within a Jewish framework. In addition, Junction engages networks of young people through other opportunities to lead their own initiatives. Overall, Junction introduces participants to diverse, modern and positive ways to experience being Jewish.

The Junction Program Manager will have responsibility for the following areas:

International Gatherings: planning, executing and evaluating the Junction Gatherings, including:
o Outreach to and recruitment of participants and speakers
o Logistics: venue search, catering, visual hiring, technical equipment, transportation, rooming, security, registration
o Budget: building budget together with regional finance team, monitoring budget and supervising payments
Networks: follow up with Junction participants and alumni, network building, managing volunteers and volunteer committees, including:
o Outreach to current and former Junction participants
o Relationship building and tracking
o Creating links and opportunities for Junction alumni
o Structure and coordinate leadership committees for ongoing activity with Junction alumni
Communications: with Junction Program Director, create strategy for Junction communications:
o build content
o creative design to create visuals for web and marketing materials, layouts and other activities
o manage online presence
Other
o Data management
o Additional tasks as needed
Key qualifications
o At least a BA degree or equivalent
o Excellent interpersonal skills
o Excellent organizational skills
o Ability to identify and manage talent
o Recruitment skills
o International experience
o Excellent English, additional languages an advantage

Location: Europe (Budapest/Barcelona/Milan preferred)
Start date: November 2016
Status: Full time

Applicants should send CV with email cover letter to JDCEuropeJobs@jdc.org by October 31 2016