Mazal tov! Guida alla corretta manutenzione del matrimonio (ebraico)

2019

 

n° 12 - Dicembre 2019 - Scarica il PDF
n° 12 – Dicembre 2019 – Scarica il PDF

Coppia, amore, rispetto, eros, patto di lealtà, contratto, dote… Ma anche le tentazioni e i tradimenti, il rapporto con i figli… E soprattutto, un tema caldo: il principio della trasmissione matrilineare, che fonda l’identità ebraica. Questi i temi di Qiddushin (Matrimonio), uno dei più celebri trattati del Talmud Babilonese, oggi finalmente pubblicato in traduzione italiana

Caro lettore, cara lettrice,

il ritorno d’attualità dell’Affaire Dreyfus dà molto da pensare e che un regista come Roman Polanski abbia sentito l’urgenza di farne un film ci interroga sul nostro futuro ebraico. A partire da una Francia il cui antisemitismo è stato profondo e radicato per secoli (“la haine la plus longue”, dicono i francesi, “l’odio più longevo”), finendo oggi per saldarsi in modo perverso sulle istanze della massiccia presenza musulmana. Il film di Polanski (campione di incassi in Francia), ci ricorda che Dreyfus non beneficiò mai di un’assoluzione regolare e che dopo essere stato graziato, solo molti anni dopo venne riabilitato nei ranghi militari; di fatto, la vittoria dei dreyfusardi e del J’accuse di Zola fu parziale e monca, Dreyfus fu aggredito per strada nel giorno del funerale di Emile Zola e il suo aggressore fu poi assolto da un tribunale parigino. In quegli anni, l’antisemitismo triplicò di vigore diventando endemico e toccò un picco senza precedenti per poi trionfare con il governo di Vichy; di fatto, la riabilitazione di Dreyfus fu una bonaccia temporanea in attesa della tempesta in arrivo.

Se guardare alla Francia di oggi è ebraicamente molto destabilizzante, anche l’Italia ci interroga sempre di più con l’Affaire Liliana Segre che ha preso proporzioni insospettate, con l’inimmaginabile idea che a una novantenne scampata a Auschwitz e senatrice della Repubblica debba essere assegnata una scorta per proteggerla, con i comuni della provincia italiana che fanno a gara per darle o non darle la cittadinanza onoraria, e Biella e Sesto San Giovanni, nel profondo Nord, che si rifiutano di concederla, e la conseguente colossale strumentalizzazione politica che ne segue. E che dire, prima ancora, del voto contrario della destra alla proposta di istituire una commissione contro l’odio, il razzismo, la xenofobia, appunto la cosiddetta Commissione Segre?
Cose che accadono quando prende il via la ferocia in forma di commedia o di spettacolo? Quando il minuetto della politica perde di vista lo scopo finale, il buon governo e il bene comune? Quando uomini che, dietro ostentate buone maniere e dentro l’uso di mondo, commettono piccoli crimini quotidiani contro la collettività a cui appartengono e che li ha votati e eletti? Forse sì. Cose che accadono quando il senso di responsabilità viene consegnato alla pancia e agli odi personali; cose che succedono squando il consenso viene delegato ai social network nell’era della cliccocrazia in cui domina la betise (la scempiaggine, l’idiozia); quando l’opportunismo e l’istinto gregario procedono surfando da un argomento all’altro, cambiando posizioni a seconda di ciò che conviene, quando tutto e il contrario di tutto valgono allo stesso modo.
Com’è noto, l’antisemitismo è il termometro che misura il vigore di tutti i fanatismi, le derive estremistiche di un corpo sociale. Per vigilare abbiamo bisogno di essere lucidi e unire tutte le nostre forze e intelligenze.

Fiona Diwan