Voci dal mondo arabo contro Hamas e la tortura degli ostaggi

Personaggi e Storie

di Nathan Greppi
Dopo che Hamas ha diffuso dei video scioccanti che mostrano le orribili condizioni di due ostaggi israeliani, Evyatar David e Rom Braslavski, alcuni giornalisti e influencer arabi hanno duramente condannato la crudeltà dell’organizzazione terroristica e le torture inflitte agli ostaggi. Pubblicando dei post sui loro account personali su X, tradotti sul sito del MEMRI (Middle East Media Research Institute), hanno anche criticato il silenzio dell’ONU su queste atrocità.

Il silenzio del mondo

In un tweet del 2 agosto, l’autrice e giornalista egiziana Dalia Ziada ha condiviso una foto di David, emaciato e intrappolato in un tunnel, affermando: “Hamas ha costretto l’ostaggio israeliano Evyatar David a scavarsi la fossa affamato mentre lo filmava, credendo che tali scene avrebbero manipolato la comunità internazionale per convincerla a inviare più aiuti a Gaza. In realtà, questi video non fanno che invitare a una guerra più dura. […] Tuttavia, ad Hamas non importa. Non si sono mai veramente preoccupati di nulla se non della sopravvivenza dei propri militanti”.

La Ziada si è inoltre chiesta: “Perché il mondo non riesce a vedere la verità? Hamas ha trasformato la sofferenza umana in un’arma – quella degli abitanti di Gaza e quella degli ostaggi israeliani – per ingannare il mondo e far sopravvivere i propri comandanti e militanti! Invece di premiare il loro terrorismo riconoscendo il loro Stato illusorio, i leader mondiali devono aiutare Israele a liberare gli ostaggi e gli innocenti tra la popolazione di Gaza dal controllo di Hamas e dei suoi sponsor”.

 

Amjad Taha, influencer emiratino, ha così commentato il video di Braslavski: “Questo non è solo straziante; è un crimine contro tutto ciò che di decente è rimasto nel mondo. Un ostaggio a Gaza, torturato e affamato dai terroristi palestinesi della Jihad islamica, è stato filmato mentre era in agonia. Se riuscite a guardare quel filmato e a chiamarlo ancora ‘resistenza’, allora avete seppellito la vostra umanità molto tempo fa”.

Ha inoltre aggiunto: “Questo non è un movimento di liberazione; è un culto della crudeltà. Gli islamisti non costruiscono nazioni. Costruiscono gabbie, tombe e propaganda. Questa non è giustizia. È nazismo moderno, con la telecamera che gira come se ne fossero orgogliosi, mentre le Nazioni Unite restano in silenzio, troppo spaventate per parlare. Questo non è solo male. È una messa in scena del male, avallata dal silenzio, applaudita dai codardi e giustificata da falsi attivisti”.

 

L’ipocrisia di Hamas

Alcuni autori hanno criticato aspramente i leader di Hamas per aver finto di preoccuparsi delle sofferenze dei gazawi, mentre loro vivono in hotel di lusso in Qatar. Il giornalista iracheno Sufian Al-Samarrai, direttore del sito di notizie Baghdad Post, ha condiviso una foto di funzionari di Hamas ben pasciuti e ha scritto: “Oh, gente (di Gaza), i funzionari di Hamas, le cui pance sono gonfie di tangenti qatariote, stanno mettendo a rischio la vostra vita. Fingono di piangere della vostra fame, mentre cenano con prelibatezze negli hotel e nei palazzi di Doha”.

 

Anche l’influencer saudita Abdullah Al-Tawila’i ha condiviso immagini di funzionari di Hamas che cenano in hotel di lusso e di terroristi che mangiano abbondantemente nei loro tunnel, osservando: “(Ecco) i funzionari di Hamas negli hotel e i combattenti nei tunnel, (mentre) la miserabile gente di Gaza affronta uccisioni, fame e tutti i crimini sionisti”.

 

Burattini dell’Iran

Sono apparsi anche post che accusano Hamas di favorire i propri interessi e quelli dell’Iran, suo principale sponsor, a discapito degli interessi del popolo palestinese. Salem Al-Ketbi, commentatore politico emiratino, ha scritto: “(Hamas) preferisce i suoi interessi ideologici al diritto di decidere del popolo. Abbraccia un’ideologia estremista legata a iniziative espansionistiche regionali, ed è per questo che la sua retorica e la sua condotta non possono essere separate dalla rete d’influenza dell’Iran”.