Sami Modiano e Sergio Mattarella

Sami Modiano, una nomina importante per una vita straordinaria 

di David Zebuloni
A coronare il novantesimo compleanno di Sami Modiano, è stata la prestigiosa nomina insignita dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al merito della Repubblica. Una nomina importante, per una vita altrettanto importante. Una vita assolutamente straordinaria, ovvero fuori da ogni definizione di ordinario. Una vita straziante e tormentata alla quale Sami ha saputo dare significato e spessore, diventando un instancabile Testimone e vedendo nei giovani l’unica speranza per un futuro privo di odio.  

Nato e cresciuto a Rodi, Sami viene deportato insieme al padre Giacobbe e la sorella Lucia nei campi di sterminio di Auschwitz-Birkenau, nel 1944. All’età di tredici anni Sami sopravvive all’inferno dei campi di sterminio, ma scopre di essere rimasto solo, di non avere più nessuno al mondo. Nessuno, se non se stesso e la sua grande fede in Dio. Una fede che ha assunto sempre più valore nell’arco della sua vita e che oggi Sami definisce parte fondamentale della sua persona.   

Solo nel 2005, sessant’anni dopo la liberazione, Sami torna ad Auschwitz per la prima volta. A permettergli di tornare nei campi in veste di Testimone è stato l’amore e il sostegno della moglie Selma, la presenza del fratello di spirito Piero Terracina, anch’egli sopravvissuto all’inferno di Auschwitz e scomparso l’8 Dicembre 2019 all’età di 91 anni, e la presenza di centinaia di ragazzi e ragazze. È per loro che Sami ha continuato a raccontare, nonostante il dolore lancinante provocato dai ricordi del passato. Il libro autobiografico Per questo ho vissuto racconta che solo allora, di fronte a quei ragazzi, Sami ha scoperto il motivo per il quale è sopravvissuto: per raccontare, per trasmettere la sua storia e assicurarsi che essa non si ripeta. Mai più. 

“Ringrazio moltissimo il Presidente per la nomina, così importante e inaspettata. Mi ha commosso profondamente. Tuttavia questo riconoscimento non è per me. Questo riconoscimento è per chi non c’è più, per chi non è sopravvissuto, per chi non ha avuto la possibilità di raccontare”, ha affermato Sami in esclusiva per Mosaico. “Io invece, con e senza nomina, rimango sempre lo stesso: un nonno. Nonno Sami.”

(Foto di repertorio: fonte quirinale.it)