La storia fatta con il Lego

di Stefania Ilaria Milani

lego1Compito a casa per domani: realizza un report, comprensivo di immagini, che ricostruisca cronologicamente le tappe dell’orrore dell’Olocausto e l’ascesa al potere del nazionalsocialismo in Europa.

Quando a John Denno è stato assegnato questo progetto scolastico, il sedicenne di Liverpool, preoccupatissimo che le sue doti artistiche trascinassero senza pietà il voto finale verso una F, ha messo mano allo scatolone di Lego che teneva nell’armadio e in sole 6 ore ha composto, poi fotografato, i sets per una rappresentazione in tridimensione dell’era nazista.

L’avanzamento di Adolf Hitler, le leggi di Norimberga, Kristallnacht, la Shoah, il D-Day, la liberazione dei campi di concentramento da parte degli alleati, la capitolazione della Germania e la fine della Seconda Guerra Mondiale, dal febbraio 1933 all’aprile del ’45 con addirittura una versione a mattoncini di Adolf Hitler e di Stalin (per il dittatore dell’Alta Austria, Denno ha disegnato gli iconici baffetti grazie a un pennarello, mentre  il Segretario Generale del Partito Comunista dell’URSS è un mix del Cancelliere Palpatine di Star Wars, zio Vernon di Harry Potter e Luke Skywalker).

E ha funzionato alla grande: la professoressa di storia e sua madre, fortemente impressionate, decidono di condividere le creazioni di John sui propri accounts ImgurFlickrReddit perché anche altri utenti ne possano usufruire. Ora la galleria fotografica dei suoi diorami ha fatto il giro del mondo in veste di clamoroso fenomeno mediatico.

«Ho scelto di utilizzare i Lego perché è questo ciò in cui sono bravo, – spiega Denno ai quotidiani inglesi -; pensavo potesse essere un modo stimolante per impostare il mio esercizio.»

Inoltre, lo studente britannico è convinto che il suo lavoro “non sminuisca affatto le atrocità” della Shoah, bensì che potrebbe aiutare i suoi coetanei a studiare con interesse il periodo del Terzo Reich. «Comunque non sto di certo sostenendo che sia il mezzo migliore attraverso il quale rappresentare quello che è successo – ha aggiunto in un comunicato stampa -. Oggi ci sono mostrate immagini su immagini in bianco e nero, corredate da enormi scritte che ci invitano al ricordo fino a diventare, purtroppo, quasi prive di significato. Sappiamo che è avvenuto l’Olocausto, che sono morti tra i 15 e 20 milioni di persone, eppure spesso non ne conosciamo le dinamiche, i “perché” della storia che ci sta alle spalle.»

Finora le reazioni ricevute sono state per lo più positive. Tanto che l’impegno del giovane è stato largamente elogiato da numerose autorità ebraiche, soprattutto dal rabbino del Simon Wiesenthal Center di Los Angeles Abraham Cooper. «Penso proprio che abbia fatto un buon lavoro – ha dichiarato Cooper all’Huffington Post – Ha detto che ha imparato molto dal proprio progetto e l’ha presentato con grande rispetto. Ovvio, questo era un compito scolastico svolto sotto la supervisione di un’insegnante. Varrebbe un discorso del tutto differente se fosse stato realizzato in un film dell’azienda di giocattoli danese.»

Ah, oltre alla gloria John è riuscito a conquistarsi una bella A.