di Nathan Greppi
La minoranza drusa è ancora in lutto per la strage di Majdal Shams, dove un missile di Hezbollah ha ucciso 12 bambini e adolescenti drusi e ferendone oltre una trentina. Per capire come vivono i drusi israeliani, abbiamo parlato con un esponente di spicco di questa comunità, il diplomatico Bahij Mansour: già ufficiale dell’IDF, è stato ambasciatore d’Israele in diversi paesi, ha fatto parte della delegazione israeliana all’ONU, e dal 2019 al 2024 è stato sindaco del villaggio druso di Isfiya.
(Foto: Drusi nell’esercito israeliano. Credits: DRUZE VETERANS ASSOCIATION. Fonte: Jerusalem Post)
Un aspetto che viene spesso trascurato in merito alla guerra scoppiata dopo il 7 ottobre 2023, è che in Israele non sono stati solo i cittadini ebrei a subire gravi perdite, ma anche le minoranze etniche e religiose: arabi, beduini e drusi hanno avuto diverse vittime sia negli attacchi di Hamas del 7 ottobre, sia tra i soldati dell’IDF caduti in guerra.
In particolare, la minoranza drusa (circa 150.000 persone, poco più dell’1% di tutta la popolazione israeliana) è ancora in lutto per la strage di Majdal Shams, avvenuta il 27 luglio 2024 quando un missile di Hezbollah ha colpito l’omonima località nel nord d’Israele, uccidendo 12 bambini e adolescenti drusi e ferendone oltre una trentina.
Per capire come viene vissuta la situazione dai drusi israeliani, abbiamo parlato con un esponente di spicco di questa comunità, il diplomatico Bahij Mansour: già ufficiale dell’IDF, è stato ambasciatore d’Israele in diversi paesi, tra cui la Repubblica Dominicana, Giamaica, Haiti, Angola e Nigeria. Ha fatto parte della delegazione israeliana all’ONU, e dal 2019 al 2024 è stato sindaco del villaggio druso di Isfiya. L’8 dicembre, è stato a Roma come ospite dell’evento Voci dal Medio Oriente per un futuro di pace, organizzato dall’associazione Cristiani per Israele Italia.

Dopo il 7 ottobre, diversi militari drusi hanno perso la vita a Gaza e in Libano. Qual è lo stato d’animo della vostra comunità?
Siamo molto tristi per tutti i soldati che sono caduti, tra cui anche i drusi. Noi siamo cittadini israeliani, e siamo fieri di esserlo. Proteggiamo il paese in cui siamo nati, qualcosa che deriva dalle nostre credenze, le quali ci insegnano che dobbiamo proteggere la nostra patria.
Quali sono le radici storiche del vostro legame con Israele?
Le nostre relazioni con il popolo ebraico sono iniziate prima della nascita dello Stato d’Israele. Nel 1948 ci siamo arruolati nell’IDF come volontari, e nel 1956 abbiamo iniziato a servire nell’esercito per il servizio militare. Dal ’48 ad oggi, centinaia di soldati drusi hanno sacrificato le loro vite per proteggere il paese. Questo è ciò che siamo, e speriamo che questa relazione continui, perché abbiamo molti nemici intorno a noi, motivo per cui dobbiamo essere forti.
Come viene vissuto, nella comunità drusa israeliana, il ricordo di Majdal Shams?

Ciò che Hezbollah ha fatto, uccidendo dei ragazzi drusi di età compresa tra i 12 e i 15 anni mentre giocavano a calcio, è una vergogna. Loro conoscono esattamente l’ubicazione di località come Majdal Shams, e credo che l’abbiano fatto apposta per cercare di aumentare le tensioni tra Israele e la popolazione drusa. Ci rattrista molto che dei bambini che giocavano a calcio nella zona siano morti per niente.
Dopo l’eliminazione del loro capo Hassan Nasrallah, come è cambiata la situazione con Hezbollah?
Spero che abbiano capito che non possono fare quello che vogliono, sparando razzi contro i civili. Mi auguro che i terroristi di Hezbollah mettano fine alle loro attività perché, se andranno avanti, Israele continuerà a rispondere. E confido che prima o poi il governo libanese prenda contromisure contro questa organizzazione.
In che rapporti sono i drusi israeliani con i loro correligionari in Siria e in Libano?
La relazione tra i drusi in Israele e in Siria è molto buona, perché la comunità drusa siriana, in particolare nella città di Al-Suwaida (abitata prevalentemente da drusi, ndr), soffre molto perché non hanno cibo, medicine e gasolio, oltre a dover affrontare un duro inverno. La comunità drusa in Israele si è mobilitata per portare loro aiuti umanitari, e abbiamo chiesto al governo israeliano di proteggere i drusi in Siria, cosa che stanno facendo.
Dopo la caduta di Assad e l’ascesa del nuovo regime di Al-Jolani in Siria, come è cambiato l’atteggiamento d’Israele?
Dopo che, a luglio, sono stati massacrati numerosi drusi nell’area, Israele ha mandato l’aviazione e bombardato il quartier generale dell’esercito siriano per indurli a smettere di attaccare i drusi. In futuro, spero che qualunque accordo tra Israele e la Siria preveda un corridoio umanitario e garanzie di sicurezza non solo per la comunità drusa, ma anche per altri gruppi. Il nuovo regime sta uccidendo anche cristiani e alawiti, perché Al-Jolani ha una formazione da terrorista, e continuerà ad avere questo stile, nonostante ora parli all’Occidente di pace con Israele.
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In questi due anni, è aumentato il numero di arabi, beduini e drusi che si arruolano nell’IDF. Ritiene che le minoranze si stiano integrando maggiormente nel tessuto sociale israeliano?
Non posso parlare a nome dei beduini, ma la comunità drusa ha scelto da tempo di essere parte di questo paese e di continuare ad essere coinvolta nella società. Questa è la nostra mentalità e la nostra tradizione: la nostra fede ci insegna che dobbiamo proteggere la terra dove viviamo. Il nostro rapporto con gli ebrei è molto buono, tanto che in passato, quando il governo d’Israele ha intrapreso azioni negative nei confronti dei drusi, il popolo israeliano è venuto da noi ad esprimere la propria solidarietà. Noi siamo israeliani, e siamo fieri di far parte di questo paese.



