Parigi: accademici boicottano una conferenza sulla storia degli ebrei in Francia al Museo di arte e storia dell’ebraismo di Parigi (MAHJ)

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di Maia Principe
I ricercatori hanno in parte annullato la loro partecipazione perché un programma di ricerca dell’Università Ebraica di Gerusalemme finanzia «la partecipazione di una dottoranda. […] Alcuni hanno sostenuto che la loro partecipazione equivaleva a sostenere il governo israeliano. Altri hanno fatto riferimento alla guerra a Gaza per mettere in discussione le modalità di organizzazione del convegno». 

È «la prima volta dalla sua fondazione nel 1998» che si verifica un evento del genere, sottolinea il Museo di arte e storia dell’ebraismo (Mahj) di Parigi in un comunicato pubblicato mercoledì 10 settembre. Cinque accademici hanno annullato la loro partecipazione a un convegno sulla storia degli ebrei in Francia, previsto per il 15 e 16 settembre a Parigi. Lo riportano, fra gli altri, i24news e Le Monde.

I ricercatori, i cui nomi non sono stati resi noti, hanno in parte annullato la loro partecipazione perché un programma di ricerca dell’Università Ebraica di Gerusalemme finanzia «la partecipazione di una dottoranda. […] Alcuni hanno sostenuto che la loro partecipazione equivaleva a sostenere il governo israeliano. Altri hanno semplicemente fatto riferimento alla guerra a Gaza per mettere in discussione le modalità di organizzazione del convegno. Altri infine si sono ritirati senza fornire motivazioni esplicite”, si legge nel comunicato.

Di conseguenza, l’istituzione deplora una decisione che “danneggia assurdamente il mondo accademico israeliano, alcuni dei cui rappresentanti sono tra i più contrari al proseguimento della guerra a Gaza”.

L’annuncio ha suscitato una vivace reazione anche da parte del ministro della Cultura uscente, Rachida Dati. «Questi ripetuti appelli al boicottaggio di artisti, spettacoli, conferenze e blocchi di istituzioni stanno diventando pretesti per un antisemitismo caratterizzato e dichiarato», ha affermato in un messaggio su X. «Non è più una questione di opinione, è una questione di giustizia e di politica penale», ha aggiunto.

Da parte sua, il presidente del Consiglio rappresentativo delle istituzioni ebraiche di Francia (Crif), Yonathan Arfi, ritiene che questi accademici «devono essere sanzionati». E ha proseguito: «Questo maccartismo antisionista è un pericolo per gli ebrei francesi, ma anche per il pluralismo del nostro dibattito pubblico». Egli ritiene che questo evento si aggiunga a una «lista di casi di intimidazione […] sullo sfondo di una costante attenzione al conflitto a Gaza», che comprende in particolare l’esclusione – poi annullata – di Raphaël Enthoven da un festival letterario a Besançon. Il filosofo aveva affermato prima dell’evento che «non ci sono giornalisti a Gaza. Solo assassini, combattenti o sequestratori con un tesserino stampa».

La Lega internazionale contro il razzismo e l’antisemitismo (Licra) ha denunciato su X uno «sputo ideologico» che «indebolisce il principio stesso della ricerca mettendone in discussione l’autonomia» e ha espresso il «suo sostegno» al museo. Il presidente della Fondazione del Giudaismo Francese, Ariel Goldmann, ritiene che «condizionare la partecipazione a questo evento al conflitto di Gaza costituisca una pericolosa confusione tra realtà non correlate e un amalgama che indebolisce la libertà accademica».

Per il momento, il Museo d’Arte e Storia dell’Ebraismo ha mantenuto il convegno previsto per la prossima settimana, riorganizzandolo per tenere conto delle defezioni.