Ruth Bourne

Muore a 99 anni Ruth Bourne, la codebreaker che aiutò a porre fine alla Seconda Guerra Mondiale

Mondo

di Pietro Baragiola
Selezionata per gli “special duties” (incarichi altamente riservati), le fu affidato il compito di operare e controllare i dispositivi elettromeccanici progettati da Alan Turing, denominati “Bombe”, capaci di individuare in pochi minuti le impostazioni delle macchine Enigma utilizzate dall’esercito e dalla Marina nazista.

 

Mercoledì 17 dicembre Ruth Bourne, una delle ultime veterane ebree britanniche della Seconda Guerra Mondiale, è morta all’età di 99 anni. Il suo lavoro è stato fondamentale per decifrare i codici segreti dei nazisti e, secondo storici e contemporanei, avrebbe accorciato il conflitto di ben quattro anni.

Per gran parte della sua vita, Bourne non ha mai potuto parlare dell’importanza del suo contributo: l’Official Secrets Act, infatti, la vincolava a mantenere il massimo riserbo su quanto fatto durante la guerra. Solo dopo gli anni Settanta, quando l’Operazione di Bletchley Park è stata finalmente svelata al mondo, la sua storia, come quella di migliaia di altre donne, è potuta emergere alla luce.

La notizia della scomparsa di Bourne è stata confermata a Londra da diverse associazioni di ex veterane e da fonti stampa internazionali che hanno voluto renderle omaggio.

La vita di Ruth Bourne

Nata il 23 maggio 1926 a Salford, vicino a Manchester, in una famiglia ebraica, Ruth Henry ha trascorso gli anni della sua adolescenza a Birmingham. Aveva solo 18 anni quando, allo scoppio della guerra, ha deciso di arruolarsi nel Women’s Royal Naval Service (WRNS), il corpo femminile della Marina britannica.

Dopo l’addestramento in Scozia, Ruth è stata selezionata per gli “special duties” (incarichi altamente riservati senza prospettive di carriera e con l’impegno di restare all’interno dell’organizzazione fino alla fine del conflitto). Ha dovuto firmare l’Official Secrets Act ed è stata informata che il suo compito sarebbe stato decifrare i codici nazisti.

Ruth Bader giovane con la divisa della Marina inglese

Per prepararla a questo compito, i suoi superiori l’hanno mandata per un breve periodo a Bletchley Park, il centro principale di analisi cifrata del Regno Unito, per poi inviarla negli avamposti di Eastcote e Stanmore dove lavoravano centinaia di donne della WRNS.

Qui il suo ruolo quotidiano era quello di operare e controllare i dispositivi elettromeccanici progettati da Alan Turing, denominati “Bombe”, capaci di individuare in pochi minuti le impostazioni delle macchine Enigma utilizzate dall’esercito e dalla Marina nazista.

“Conoscevo solo la mia parte di lavoro” ha raccontato Ruth in seguito in un’intervista. “Il nostro segreto era talmente ben custodito che persino tra gli operatori il quadro generale restava invisibile”.

Per anni centinaia di donne hanno lavorato a queste macchine con turni di 24 ore su 24, in squadre che si alternavano giorno e notte, finché, al termine della guerra, le Bombe sono state smantellate su ordine di Winston Churchill e Ruth ha partecipato alla loro distruzione.

Dopo il congedo nel 1946, Ruth ha sposato Stephen Bentall, ex aviatore della RAF di origini ceche, con cui ha avuto due figli. Durante la loro vita da civili la coppia ha gestito una lavanderia a gettoni nel nord di Londra e Ruth ha lavorato come insegnante di sostegno e consulente famigliare nella comunità ebraica locale continuando però a mantenere un forte legame con Bletchley Park.

Riconoscimenti e l’eredità di un’eroina

Sono dovuti passare anni prima che il segreto del suo contributo venisse alla luce ma, finalmente, il suo lavoro è stato riconosciuto ufficialmente e pubblicamente.

Nel 2009 il governo britannico le ha conferito il distintivo commemorativoWe also served”, assegnato ai veterani di Bletchley Park, di cui Ruth è stata guida volontaria per 24 anni illustrando ai visitatori il funzionamento delle Bombe e la portata storica del lavoro del suo team.

Ruth Bader (a destra) con la regina Elisabetta II
Ruth Bader (a destra) con la regina Elisabetta II

Durante l’inaugurazione del memoriale dedicato ai codebreaker come simbolo del loro valore durante il conflitto, Ruth ha avuto il grande onore di incontrare di persona la Regina Elisabetta II che l’ha ringraziata per il suo servizio al Paese.

Il contributo di Ruth è stato riconosciuto dai governi di tutto il mondo, tanto che nel 2018 è stata insignita della Lègion d’honneur, la massima onorificenza militare francese.

“A volte le guerre si vincono lontano dal fronte e donne come Ruth Bourne hanno salvato innumerevoli vite” ha affermato Dan Fox dell’AJEX (Jewish Military Association). “Le dobbiamo molto.”