Lo skyline di Taiwan

Missione riservata di Taiwan in Israele

Mondo

di Davide Cucciati
Il quadro in cui si è svolta la visita è quello di un settore israeliano della difesa in forte espansione. Infatti, nel 2024, le esportazioni militari israeliane sono salite di circa il 13% fino a sfiorare i 15 miliardi di dollari, trainate in larga parte da missili, razzi e sistemi di difesa aerea, con l’Europa come principale mercato di sbocco.

Secondo Reuters, nelle scorse settimane, il viceministro degli Esteri di Taiwan, François Wu, ha compiuto un viaggio riservato in Israele.

Il quadro in cui si è svolta la visita è quello di un settore israeliano della difesa in forte espansione. Infatti, nel 2024, le esportazioni militari israeliane sono salite di circa il 13% fino a sfiorare i 15 miliardi di dollari, trainate in larga parte da missili, razzi e sistemi di difesa aerea, con l’Europa come principale mercato di sbocco.

Taiwan, isolata diplomaticamente per le pressioni della Cina, mantiene relazioni ufficiali solo con un numero ristretto di governi. Tuttavia, negli ultimi anni, e soprattutto dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023, i contatti tra Taiwan e Israele si sono intensificati, in particolare nei settori della sicurezza, della tecnologia e della difesa. Il tema non è nuovo per Mosaico. Nell’intervista “Israele e Taiwan, una storia comune di sopravvivenza”, veniva messo a fuoco il filo conduttore che avvicina Taipei e Gerusalemme, entrambe sotto una minaccia percepita come esistenziale. Le fonti citate da Reuters non hanno specificato né gli interlocutori incontrati da Wu né i contenuti dei colloqui.

Si ipotizza che ci siano stati confronti su cooperazione strategica e modelli difensivi. Taiwan, infatti, ha recentemente presentato il suo nuovo sistema multilivello di difesa aerea “T Dome”, ispirato proprio al celebre “Iron Dome” israeliano. Il T Dome taiwanese integra componenti americani, come i missili Patriot, e sistemi di produzione interna, come i missili Sky Bow, per creare un meccanismo più rapido e integrato di risposta alle minacce aeree. Israele, da parte sua, dispone di una struttura di difesa stratificata che include l’Iron Dome, il David’s Sling, il sistema Arrow e, quando schierato, il THAAD statunitense. A questo assetto si sta aggiungendo anche un ulteriore livello, Iron Beam, la difesa laser. Il Ministero della Difesa israeliano ha già annunciato il completamento dei test e l’obiettivo di renderlo pienamente operativo in poche settimane.

Il ministero degli Esteri di Taiwan non ha confermato né smentito la visita ma in una dichiarazione ufficiale ha ribadito che “Taiwan e Israele condividono i valori della libertà e della democrazia” e continueranno a promuovere scambi pragmatici e reciproci in ambiti come commercio, tecnologia e cultura. Nessun commento è arrivato invece da parte del governo israeliano.

Il viaggio a Gerusalemme, se confermato, sarebbe un ulteriore segnale delle diverse sfaccettature dell’attuale assetto geopolitico mondiale. In controluce, la visita riservata di Wu arriva mentre Israele si muove su un crinale sempre più stretto: da un lato, l’interesse a intensificare contatti “pragmatici” con Taiwan su sicurezza e tecnologia, dall’altro la necessità di contenere gli attriti con Pechino in un momento in cui la presenza cinese è ancora percepibile anche in infrastrutture strategiche israeliane, per esempio nella gestione di un grande terminal portuale a Haifa affidata a un gruppo cinese. Vi è, inoltre, un dibattito sulla fornitura dei convogli per l’espansione della rete di trasporto leggero di Gerusalemme; l’ipotesi è quella di ricorrere a fornitori cinesi.

Negli ultimi anni, anche per pressioni statunitensi, Israele ha rafforzato i filtri di sicurezza sugli investimenti esteri e ha mostrato maggiore cautela quando la posta in gioco riguarda asset strategici, un’evoluzione che rende ancora più delicato bilanciare l’apertura verso Taipei con la gestione del rapporto con la Cina, mentre l’industria della difesa, sospinta dalla guerra, aumenta ulteriormente l’attrattività del modello israeliano agli occhi di chi, come Taiwan, si prepara a scenari di pressione percepita come esistenziale.