“Mi sono sdraiata sopra mia figlia e ho recitato lo ‘Shema Israel’”: una testimonianza dall’attentato a Sydney

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di David Zebuloni
“Pensavamo fossero fuochi d’artificio. Mia figlia ha detto: ‘Mamma, ci sono i fuochi d’artificio’, ma io sapevo che non era il rumore dei fuochi – racconta Revital Kaduri in un’intervista a Makor Rishon -. Mi sono girata e li ho visti: erano in due, con i fucili in mano. In un attimo hanno iniziato a sparare in tutte le direzioni”.

 

 

“Stavamo proprio per andare via, raccogliere tutto e tornare a casa, quando all’improvviso abbiamo sentito dei rumori”, racconta Revital Kaduri in un’intervista a Makor Rishon. Al telefono non risulta essere agitata: la sua voce è ferma, chiara e decisa. Eppure, confessa che fa ancora fatica a credere a ciò che le è accaduto questa mattina.

“Pensavamo fossero fuochi d’artificio. Mia figlia ha detto: ‘Mamma, ci sono i fuochi d’artificio’, ma io sapevo che non era il rumore dei fuochi. Mi sono girata e li ho visti: erano in due, con i fucili in mano. In un attimo hanno iniziato a sparare in tutte le direzioni”.

La testimonianza di Revital è agghiacciante. Almeno 12 persone sono state uccise nella Bondi Beach, e a decine sono rimaste ferite, quando due terroristi vestiti di nero hanno aperto il fuoco contro centinaia di ebrei che partecipavano a una celebrazione di Hanukkah sulla spiaggia di Sydney, in Australia. Revital era lì, insieme a sua madre e a sua figlia, e ha visto il suo più grande incubo diventare realtà. “Per miracolo sono riuscita a buttare a terra con forza mia madre e mia figlia”, racconta. “Mia figlia era in preda all’isteria, tremava tutta, e anche mia madre era sconvolta — cercava di alzarsi, di capire cosa stesse succedendo”.

I filmati provenienti dall’attentato avvenuto nel “punto più lontano del mondo”, hanno ricordato in modo straziante le atrocità del Nova Festival il 7 ottobre: centinaia di ebrei che corrono verso ignota destinazione, solo per fuggire dai terroristi. Quando chiedo a Revital se le immagini del massacro di Hamas le siano passate per la mente nei lunghi minuti in cui era sdraiata a terra, risponde con sincerità: “No, non in tempo reale”, ma aggiunge che una frase sentita da molti sopravvissuti al Nova ha occupato anche i suoi pensieri: perché non vengono a salvarli? Perché nessuno fa nulla?

“L’attentato è durato dieci minuti”, spiega. “Dieci minuti che sono sembrati un’eternità. Dieci minuti in cui siamo rimaste sdraiate a terra, mentre i terroristi sparavano senza sosta e le persone intorno a noi venivano uccise. Non c’è stato un attimo di silenzio. E io mi chiedevo: dove diavolo è la polizia? Perché non arriva? Perché non neutralizzano i terroristi? Ma dentro, nel cuore, ero calma. Ho raccolto tutte le forze per proteggere mia madre e mia figlia e ho pregato in silenzio di uscirne vive. Ripetevo ancora e ancora ‘Shema Israel’ e speravo che l’incubo finisse presto”.

E quando la polizia è riuscita a prendere il controllo della situazione e l’incubo è finito, la madre di Revital, israeliana d’origine, ha detto subito: “Basta, questa volta torniamo davvero a vivere in Israele”. Una frase che, a quanto pare, ha pronunciato non poche volte negli ultimi due anni. “E ha ragione”, sottolinea Revital. “Israele è il cuore. Israele è casa. Ma anche l’Australia è casa, e non so cosa decideremo di fare. È tutto ancora molto fresco. Abbiamo vissuto un evento traumatico e non so davvero come ne usciremo — e a quale normalità torneremo domani”.

Eppure, l’attentato non ha colpito solo la comunità ebraica, ma l’Australia intera. Si tratta infatti del più grande attentato terroristico nella storia del Paese, e il luogo della tragedia è senza dubbio uno dei simboli della città — un sito che attira milioni di visitatori ogni anno. “Siamo sotto shock, certo, l’intera comunità è sotto shock, ma non sono nemmeno sorpresa — sapevo che sarebbe successo”, afferma Revital Kaduri. “Avevo capito che era questa la direzione verso cui stavamo andando, che l’antisemitismo che viviamo giorno dopo giorno sarebbe finito, prima o poi, in un evento tragico. Ed è esattamente quello che è successo”.