Museum of Jewish Heritage di New York

“Lessons from the Tree of Life”: 100 anni di antisemitismo in mostra a New York

Mondo

di Pietro Baragiola
La nuova mostra ripercorre più di un secolo di storia dell’antisemitismo: dall’ingiusto linciaggio di Leo Frank nel 1915 fino ad episodi recenti come l’attacco con molotov avvenuto lo scorso giugno durante una manifestazione filoisraeliana a Boulder, in Colorado.

Domenica 5 ottobre il Museum of Jewish Heritage di New York ha inaugurato “Lessons from the Tree of Life: Lighting the Path Forward”, la nuova mostra che ripercorre più di un secolo di storia dell’antisemitismo: dall’ingiusto linciaggio di Leo Frank nel 1915 fino ad episodi recenti come l’attacco con molotov avvenuto lo scorso giugno durante una manifestazione filoisraeliana a Boulder, in Colorado.

La nuova esposizione, frutto della collaborazione con il Rah Jewish History Program and Archives dell’Heinz History Center, fa parte di un ampio programma commemorativo del museo volto a ricordare tre anniversari cruciali: la strage di Pittsburgh, il 7 ottobre e la Notte dei cristalli.

“Abbiamo pensato che una mostra su questi eventi fosse di cruciale importanza” ha spiegato Jack Kliger, CEO del museo, alla New York Jewish Week. “Quello che stiamo vivendo è un momento storico in cui dobbiamo avere speranza, ma non possiamo averla senza ricordare chi siamo, da dove veniamo e la storia che ci ha preceduti, in particolare nel XX secolo.”

“Lessons from the Tree of Life: Lighting the Path Forward” è stata inaugurata il 5 ottobre, pochi giorni prima del secondo anniversario dell’attacco di Hamas, e resterà aperta fino al 9 novembre, anniversario della Notte dei cristalli.

Gli oggetti di Pittsburgh

Tra i 22 oggetti esposti nella mostra uno dei più interessanti è un volume di Siddur Sim Shalom pubblicato nel 1985 dall’Assemblea Rabbinica.

A prima vista questo sembra un comune libro di preghiere, identico a quelli presenti in centinaia di sinagoghe degli Stati Uniti, ma l’angolo sinistro consumato tradisce una storia diversa: il libro è stato sfiorato da un proiettile durante l’attacco alla sinagoga Tree of Life di Pittsburgh, dove undici fedeli appartenenti a tre diverse congregazioni sono stati uccisi nel mezzo delle funzioni religiose. L’evento è oggi conosciuto come il più sanguinoso atto di antisemitismo sul suolo americano.

Oltre a questo volume, vi sono molti altri oggetti che testimoniano la forza e la resilienza delle comunità ebraiche colpite dall’antisemitismo, tra cui: un piatto commemorativo dipinto a mano con il logo dei Pittsburgh Steelers; una stella di David con la scritta “Più forte dell’odio”; un ritratto commovente del presentatore televisivo per bambini Fred Rogers in lacrime davanti al logo Tree of Life; e piccoli rotoli di nastro con messaggi scritti dai membri del Tempio Beth Orr di Coral Springs, in Florida, colpiti dalla violenza dell’attacco alla scuola superiore Marjory Stoneman Douglas del 2018.

 

Le commemorazioni del 7 ottobre

In parallelo domenica è stata inaugurata anche la mostra “Maintaining Memory”, uno spazio di riflessione che accoglie i visitatori in una rotonda illuminata da un ner tamid a forma di menorah, realizzata in Romania nel 1930.

“È un’occasione progettata per ricordare e onorare i sopravvissuti e quelli che non ci sono più,” ha aggiunto Kliger. “La storia della sopravvivenza è centrale in tutti e tre i casi che commemoriamo.”

Queste mostre fanno parte dei tre giorni di iniziative che il museo ha dedicato al 7 ottobre, tra cui la proiezione del documentario Torn sulla battaglia per i manifesti “Rapito” nelle strade di New York e un dibattito sullo sradicamento dell’antisemitismo con Amy Spitalnick, CEO del Jewish Council for Public Affairs, lo scrittore Yair Rosenberg (The Atlantic) e Carole Zawatsky, direttrice del museo Tree of Life.

“Ci siamo sempre impegnati a raccontare la vita ebraica del XX secolo prima, durante e dopo la Shoah,” ha ricordato Kliger. “È importante ricordare che la Shoah non è stata un meteorite caduto dal cielo. È avvenuta in un contesto storico che l’ha preceduta e, purtroppo, in eventi che continuano a verificarsi. Per questo, il nostro compito è lottare affinché ‘mai più’ abbia davvero un significato”.