La lotta degli ebrei sovietici

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Quaranta anni dopo che gli ebrei sovietici iniziarono la loro lotta per la libertà, una mostra che rievoca questo periodo, denso di significato e non ancora adeguatamente sottolineato e studiato, si inaugurerà il 31 ottobre al Museo Beth Hatefutsot di Tel Aviv.
La mostra dal titolo Ebrei di lotta: il movimento nazionale ebraico in URSS: 1967-1989, la prima del suo genere, svela la storia dei refusnik e dei prigionieri di Sion e la loro lotta per preservare e rafforzare l’identità e la coscienza nazionale ebraica al di là della Cortina di ferro.
Attraverso fotografie, poster e dipinti di artisti ebrei russi, nonché rari filmati, documenti, libri, diari, album e lettere, la mostra vuole descrivere la campagna antisemita e la repressione della vita ebraica nell’URSS durante il periodo staliniano e quello successivo.
Non manca la documentazione dei tentativi delle autorità sovietiche di nascondere lo sterminio degli ebrei durante l’Olocausto, le reazioni degli ebrei sovietici quando venne costituito lo Stato di Israele, le proteste e le manifestazioni a favore dei confratelli in Unione Sovietica in Israele e in tutto il mondo, e infine il crollo del blocco sovietico nel 1989 e l’apertura delle porte alla aliyah.
Dice Natan Sharansky, presidente del comitato del Museo: “Questa è la prima volta che viene presentato uno dei più gloriosi capitoli della storia ebraica, capitolo che è diventato momento istitutivo nella storia del nostro popolo.
Scopo dell’esposizione è mostrare l’eroica lotta dei prigionieri di Sion, i refusnik e gli altri attivisti che operarono dietro la Cortina di ferro, e il sostegno del governo israeliano e delle organizzazioni ebraiche nel mondo a questa loro lotta”.