L’ultimo ebreo di Asmara

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Un tempo in Eritrea viveva una fiorente comunità ebraica, negli anni ’50 ad Asmara c’erano 500 ebrei, ma poi tutto è cambiato: emigrazione, rivoluzione, decessi l’hanno spopolata.

Ora è rimasto solo il signor Sami Cohen, l’ultimo ebreo ancora ad Asmara, che bada alla sinagoga e al cimitero perché non c’è rimasto nessun altro. E benché quella ebraica non sia una delle religioni autorizzate, nessuno gli fa del male: lo conoscono tutti.

I primi ebrei giunsero in Eritrea dallo Yemen alla fine dell’’800, al seguito dell’espansione coloniale italiana con la prospettiva di nuove opportunità commerciali. Poi negli anni ’30 ne giunsero altri, in fuga dalle persecuzioni che infuriavano in Europa. Alcuni se ne andarono quando venne creato lo stato di Israele, ma i più lasciarono il paese quando la violenza della trentennale lotta per l’indipendenza dall’Etiopia arrivò a lambire Asmara negli anni ’70. Guerra che riprese poi nel 1998.

La sinagoga, un semplice edificio nella principale Harnet Avenue, resta quasi sempre chiusa, ed è difficile avere il minian anche se qualche volta con l’arrivo di visitatori, diplomatici israeliani o qualche funzionario Onu si raggiunge il numero. L’anno scorso si celebrò il centesimo anniversario della sinagoga e molti ritornarono.

Molti degli ebrei di Asmara abitavano nelle strade vicine al tempio, e il signor Cohen ricorda i ristoranti, i sarti, i barbieri e le sale da biliardo con la loro clientela di funzionari italiani, inglesi ed etiopi.

In cima all’arido poggio che sovrasta la città sorge il cimitero ebraico con le sue 150 tombe, l’ultima delle quali fu scavata dieci anni fa. Una è la tomba di un membro di un commando inglese che morì combattendo per cacciare gli italiani dall’Eritrea durante la Seconda Guerra Mondiale.