Grecia, ancora proteste filopalestinesi : 600 passeggeri israeliani sbarcano a Rodi con l’aiuto della polizia locale

Mondo

di Pietro Baragiola
È stato solo grazie all’intervento della polizia antisommossa che i manifestanti sono stati arrestati e i 600 passeggeri israeliani sono riusciti a sbarcare dalla nave, la MS Crown Iris, gestita dalla compagnia Mano Maritime. La stessa imbarcazione era stata presa di mira sull’isola di Siro. E si presume che questi eventi continueranno nei prossimi giorni.

Lunedì 28 luglio sull’isola di Rodi diversi manifestanti filopalestinesi si sono scontrati con la polizia greca per impedire ad una nave da crociera israeliana di attraccare nel porto.

I video apparsi sui social mostrano diversi cittadini di Rodi che, ritenendo Israele responsabile di affamare i civili palestinesi, non intendono accettare i suoi turisti sulla loro isola. Nelle immagini circolate in rete e in televisione i manifestanti gridano “Libertà per la Palestina” e lanciano numerosi epiteti antisemiti.

È stato solo grazie all’intervento della polizia antisommossa che i manifestanti sono stati arrestati e i 600 passeggeri israeliani sono riusciti a sbarcare dalla nave, la MS Crown Iris, gestita dalla compagnia Mano Maritime.

Le proteste a Siro

La stessa imbarcazione era stata presa di mira dagli attivisti pro-palestinesi anche il martedì precedente sull’isola di Siro, ma lì gli eventi hanno avuto tutt’altro esito. Allora erano ben 1.600 i passeggeri israeliani che non sono potuti sbarcare dopo che nel porto 300 manifestanti si sono radunati per mostrare il loro odio contro Israele.

“Stop al genocidio” e “Niente aria condizionata all’inferno” sono solo alcuni dei violenti slogan inneggiati sugli striscioni dei protestanti. “Come residenti di Siro, ma soprattutto come esseri umani, stiamo intraprendendo un’azione che speriamo contribuisca a fermare la distruzione causata dalla guerra genocida che sta avendo luogo nelle nostre vicinanze” hanno affermato i manifestanti, contestando le relazioni economiche, tecnologiche e militari sempre più strette tra la Grecia e Israele.

Alcuni dei passeggeri hanno reagito con rabbia a queste dichiarazioni, sventolando a loro volta bandiere israeliane, intonando slogan patriottici e persino insultando i manifestanti.

La situazione si è fatta così incandescente che la compagnia israeliana ha preso la decisione di dirottare la nave verso Limassol, a Cipro, ancora prima di sbarcare per evitare episodi di violenza. “La direzione ha deciso, alla luce della situazione nel porto, di salpare verso un’altra destinazione turistica” ha dichiarato la Mano Maritime in un comunicato stampa.

Il ministro degli esteri israeliano Gideon Sa’ar ha contattato il suo collega greco George Gerapetritis in merito all’incidente ma i dettagli di questa conversazione non sono stati ancora divulgati al pubblico.

Una cosa è certa, questo genere di manifestazioni non accadevano spesso in Grecia, visto il grande rapporto strategico con Israele, ma le cose stanno cambiando.

Il rapporto tra Grecia e Israele

Negli ultimi anni la Grecia è diventata una delle mete turistiche più apprezzate dagli israeliani per la sua vicinanza geografica, il cibo e la musica molto popolari in Israele.

Inizialmente l’alleanza tra i due paesi non era così solida tanto che, negli anni ’40, Atene era filoaraba e la Grecia è stata l’unico Paese europeo a votare contro la risoluzione delle Nazioni Unite che portò alla fondazione dello Stato di Israele.

Solo nel 1990 l’allora primo ministro greco Konstantinos Mitsotakis ha riconosciuto l’ufficialità del Paese e con il tempo i rapporti tra Grecia e Israele si sono stretti sempre di più in termini di cooperazione economica, energetica e militare.

L’odierno primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis ha persino definito Netanyahu suo ‘amico’, visitandolo anche dopo che la Corte penale internazionale ha emesso un mandato di arresto nei suoi confronti per crimini di guerra contro l’umanità.

Inoltre, nel giugno 2025, quando Israele è stato preso di mira dall’Iran, agli aerei civili israeliani è stato permesso di rifugiarsi sulle isole greche e l’aereo di Netanyahu è stato parcheggiato ad Atene.

Ciononostante, dopo lo scoppio della guerra in Medio Oriente, gli incidenti antisemiti in Grecia sono aumentati a vista d’occhio: le proteste al porto di Siro; i lavoratori portuali che hanno cercato di impedire lo scarico di acciaio destinato a scopi militari israeliani; continue e ripetute aggressioni fisiche.

All’inizio di luglio ad Atene un gruppo di attivisti filopalestinesi ha vandalizzato un ristorante israeliano gridando insulti antisemiti e scrivendo sulle pareti graffiti come “Nessun sionista è al sicuro qui”. I vandali hanno anche affisso un cartello su una delle finestre del ristorante con la scritta “Tutti i soldati dell’IDF sono criminali di guerra – non vi vogliamo qui”.

Il mese prima un turista israeliano è stato aggredito da un gruppo di manifestanti dopo che questi lo avevano sentito usare Google Maps in ebraico mentre si orientava ad Atene.

“Dobbiamo delle scuse a questi amici della Grecia” ha scritto il ministro della Salute greco Adonis Georgiades sulla piattaforma X. “Il nostro Paese rimane ospitale per tutti e l’antisemitismo non ha posto qui.”

Anche se le parole del ministro fanno sperare in un futuro più roseo per gli israeliani in Grecia, un sondaggio dell’Istituto Eteron condotto alla fine di aprile ha fatto intendere che il sostegno palestinese tra i civili greci è in forte crescita: poco più del 40% è neutrale al conflitto mentre il 30% si è dimostrato filopalestinese a fronte del 17,6% pro israeliano (un dato molto ridotto rispetto al 34% del 2023).

Nelle ultime ore anche il porto di Agios Nikolaos a Creta è stato preso d’assalto dai manifestanti propalestinesi per impedire l’attracco dei turisti israeliani e si presume che questi eventi continueranno nei prossimi giorni.