Da sinistra, il preside William Latson e la scuola

Florida: preside di liceo mette in dubbio la Shoah

Mondo

di Nathan Greppi
Venerdì 5 luglio è stato reso noto che in un liceo di Boca Raton, in Florida, in seguito alla richiesta di un genitore di conoscere il piano di studi il preside avrebbe scritto in un email che “non tutti credono che la Shoah sia avvenuta davvero.” Lo scambio di mail è stato reso noto solo venerdì dal quotidiano locale Palm Beach Post.

Secondo l’Huffington Post, tutto è iniziato nell’aprile 2018, quando una madre, di cui si è mantenuto l’anonimato, ha chiesto a William Latson (nella foto), dal 2011 preside della Spanish River Community High School, dei chiarimenti sul piano di studi per quanto riguarda la Shoah, citando un mandato del 1994 per il quale tutte le scuole pubbliche della Florida devono raccontare la Shoah. Latson ha replicato affermando che la scuola offre una giornata di lezione agli studenti di 10° grado (15-16 anni) ma non sempre viene applicato perché molti genitori non vogliono che i figli vi partecipino.

Quando Latson ha scritto che non tutti la pensano allo stesso modo sull’argomento, la madre ha replicato dicendo che la Shoah “è un fatto reale, storico. Non è un diritto né un’opinione.” Tuttavia, il preside ha risposto così: “Non tutti pensano che la Shoah sia avvenuta e lei ha le sue opinioni, ma siamo una scuola pubblica e non tutti i nostri genitori la pensano allo stesso modo quindi reagirebbero in modi diversi. Non posso dire che la Shoah è un fatto reale e storico perché non sono nella posizione per farlo in quanto dipendente di una scuola distrettuale.”

Per risolvere la questione, la madre e un altro genitore hanno successivamente incontrato Latson per chiedergli di inserire il libro La notte di Elie Wiesel nella lista delle letture obbligatorie per gli studenti.

La scuola, che conta un totale di 2.500 studenti, è uno dei licei con il maggior numero di ragazzi ebrei in tutti gli Stati Uniti. Interpellato dal Palm Beach Post Latson, che non ha subito nessun provvedimento disciplinare, si è scusato affermando che la mail “non riflette accuratamente il mio impegno professionale e personale nell’insegnare a tutti gli studenti le atrocità della Shoah.” In seguito allo scambio di mail, Latson ha visitato l’estate scorsa il Museo dell’Olocausto di Washington per capire meglio l’argomento.