Famiglie delle vittime del 7 ottobre citano Binance in tribunale

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di Davide Cucciati
L’accusa a Binance è di aver operato consapevolmente come “strumento finanziario” per gruppi terroristici sia prima che dopo il 7 ottobre. Secondo i querelanti, la piattaforma ha permesso il trasferimento di milioni di dollari in criptovalute utilizzati per finanziare attacchi contro israeliani e cittadini americani. Tra i destinatari dei fondi figurerebbero Hamas, Hezbollah, la Jihad Islamica Palestinese e i Pasdaran iraniani (IRGC).

Le famiglie di 306 cittadini statunitensi, tra vittime dirette e parenti delle vittime del pogrom di Hamas del 7 ottobre 2023, hanno intentato una causa federale contro Binance, una delle principali piattaforme di scambio di criptovalute al mondo, e contro il suo fondatore Changpeng Zhao, accusandoli di aver facilitato più di 1 miliardo di dollari in transazioni in criptovalute destinate a Hamas e ad altri gruppi terroristici designati dagli Stati Uniti.

Come riporta Ynet del 25 novembre 2025, l’accusa a Binance, innanzi al tribunale federale del North Dakota, è di aver operato consapevolmente come “strumento finanziario” per gruppi terroristici sia prima che dopo il 7 ottobre. Secondo i querelanti, la piattaforma ha permesso il trasferimento di milioni di dollari in criptovalute utilizzati per finanziare attacchi contro israeliani e cittadini americani. Stando a Reuters, Binance è descritto come un sistema “intenzionalmente strutturato per offrire rifugio ad attività illecite” e afferma che la società avrebbe “consapevolmente inviato e ricevuto l’equivalente di oltre un miliardo di dollari” attraverso conti legati a organizzazioni terroristiche. Più di 50 milioni di dollari sarebbero stati trasferiti dopo il massacro del 7 ottobre.

Tra i destinatari dei fondi figurerebbero Hamas, Hezbollah, la Jihad Islamica Palestinese e i Pasdaran iraniani (IRGC). La denuncia cita anche casi specifici: una donna venezuelana, titolare apparente di una piccola attività zootecnica in Brasile, avrebbe movimentato oltre 177 milioni di dollari tramite un conto Binance aperto all’età di 26 anni. Altri conti sarebbero collegati a reti di Hezbollah e a entità cripto-affiliate a Hamas nella Striscia di Gaza, inclusi operativi della Jihad Islamica fotografati a funerali militari a Khan Yunis. I legali delle famiglie accusano Binance di aver continuato a operare come canale di finanziamento per gruppi terroristici nonostante le sanzioni subite nel novembre 2023, quando l’azienda ha ammesso la propria colpevolezza in relazione a gravi violazioni delle leggi federali contro il riciclaggio di denaro e le sanzioni statunitensi, accettando di pagare un’ammenda da 4,32 miliardi di dollari. Il 23 febbraio 2024, il giudice distrettuale Richard Jones ha ufficialmente approvato il patteggiamento, che includeva una multa penale da 1,81 miliardi e una confisca da 2,51 miliardi.

Nonostante le dimissioni da CEO, Zhao è tuttora il principale azionista della piattaforma. Nel 2024 ha scontato una pena di quattro mesi dopo essersi dichiarato colpevole ma è stato graziato lo scorso ottobre dal presidente Donald Trump. La denuncia cita anche comunicazioni interne tra i dirigenti della società: nel 2020, l’allora responsabile della conformità Samuel Lim avrebbe affermato che molti utenti erano “qui per commettere crimini”, mentre un addetto all’antiriciclaggio avrebbe commentato “Vediamo il male ma chiudiamo due occhi”.

“Binance ha scelto il profitto rispetto a ogni minimo dovere di contrasto al terrorismo”, ha dichiarato l’avvocato Lee Wolosky, tra i legali che rappresentano le famiglie. Un altro avvocato del team, Jonathan Missner, ha affermato: “La piattaforma è diventata un veicolo per finanziare omicidi, rapimenti e lanci di razzi”.

Binance si è rifiutata di commentare la causa in corso ma ha rilasciato una dichiarazione in cui afferma di “rispettare pienamente le leggi internazionali sulle sanzioni”. Anche l’avvocato di Zhao ha preferito non rilasciare dichiarazioni.

Il procedimento in North Dakota si affianca a un contenzioso già pendente a Manhattan, contribuendo a rafforzare il fronte legale delle famiglie delle vittime contro una delle più grandi piattaforme di scambio cripto del mondo. Nei prossimi mesi sarà la giustizia americana a stabilire se Binance abbia davvero violato le norme federali.