di Nina Prenda
L’episodio è avvenuto il 28 ottobre all’ingresso dell’Arco delle Campane. Quella mattina l’udienza era dedicata all’anniversario di Nostra Aetate e la piazza era piena di rappresentanti delle altre religioni, con una folta rappresentanza ebraica. il portavoce della Guardia svizzera pontificia, il caporale Eliah Cinotti, conferma: “È stata avviata una indagine interna”.
Si apre il caso in Vaticano a seguito di un evento avvenuto mercoledì 29 ottobre: due donne ebree sarebbero state insultate da una guardia svizzera in servizio a Piazza San Pietro. Una delle persone coinvolte, Michal Govrin, scrittrice e direttrice di teatro israeliana, ha raccontato: “Mentre io e una collega, due donne che di solito non sono riconoscibili come ebree, varcavamo un ingresso laterale di Piazza San Pietro come parte di una delegazione internazionale di ebrei, un membro della Guardia svizzera pontificia ha visibilmente sibilato verso di noi ‘les juifs’, gli ebrei, e poi “ha fatto il gesto di sputare nella nostra direzione con evidente disprezzo”.
L’episodio è avvenuto all’ingresso dell’Arco delle Campane. Quella mattina l’udienza era dedicata all’anniversario di Nostra Aetate e la piazza era piena di rappresentanti delle altre religioni, con una folta rappresentanza ebraica. La dichiarazione Nostra Aetate è uno dei documenti del Concilio ecumenico Vaticano II e riguarda il tema del senso religioso e dei rapporti tra la Chiesa cattolica e le religioni non cristiane.
Interpellato dall’agenzia di stampa italiana Ansa, il portavoce della Guardia svizzera pontificia, il caporale Eliah Cinotti, conferma: “È stato segnalato un episodio litigioso in uno dei punti in cui c’era il servizio e, come accade in queste occasioni, è stata avviata una indagine interna. È una procedura standard perché il servizio deve essere prestato sempre con il massimo della professionalità”. Quanto ai contenuti dell’indagine, Cinotti spiega che “è un’indagine interna e resta riservata”.
Se l’episodio sarà confermato dall’indagine interna, possono essere immaginati provvedimenti drastici. Proprio in quell’udienza del 29 ottobre, papa Leone XIV aveva detto: “La Chiesa non tollera l’antisemitismo e lo combatte, a motivo del Vangelo stesso”. L’affermazione era stata accolta da un lungo applauso.



