di Pietro Baragiola
Il piano del gruppo Fronte di Liberazione di Turtle Island prevedeva l’installazione di ordigni esplosivi in cinque diverse località della California meridionale la notte del 31 dicembre 2025. Il movente dunque sarebbe legato ad una protesta violenta contro il governo federale e il sistema economico statunitense. (Foto: al microfono il presidente procuratore degli Stati Uniti Bill Essayli, affiancato dal Assistant Director in Charge dell’FBI Akil Davis, dallo sceriffo della Contea di Los Angeles Robert Luna e due agenti locali).
L’FBI ha sventato un complotto terroristico orchestrato dal gruppo pro-palestinese Fronte di Liberazione di Turtle Island con l’intenzione di colpire diverse zone della California meridionale la notte del 31 dicembre 2025. Lo ha rivelato lunedì 16 dicembre il procuratore generale degli Stati Uniti Pam Bondi in una dichiarazione al pubblico statunitense.
Secondo la denuncia depositata presso la Corte distrettuale degli Stati Uniti, il piano prevedeva l’installazione di ordigni esplosivi in cinque diverse località con l’obiettivo di colpire agenti federali, veicoli dell’ICE (l’agenzia responsabile del controllo sull’immigrazione) e due società dell’area di Los Angeles.
“È stata considerata un’imminente minaccia terroristica” ha affermato il direttore dell’FBI Kash Patel in un post pubblicato sul proprio profilo X, annunciando l’arresto di quattro sospettati nella creazione degli esplosivi e la cattura a New Orleans di una quinta persona per “presunta pianificazione di un attacco violento separato”.
Gli arresti e la preparazione degli ordigni
I quattro sospetti arrestati in California (Audrey Illeene Carroll, Zachary Aaron Page, Dante Gaffield e Tina Lai) sono stati individuati nella Lucerne Valley, un’area desertica a est di Los Angeles. Secondo la denuncia federale i quattro si stavano preparando “a testare ordigni esplosivi improvvisati in vista degli attacchi”.
Nella dichiarazione giurata allegata alla denuncia le autorità affermano che sia stata Carroll l’ideatrice del complotto e che a novembre avrebbe consegnato ad una fonte riservata, pagata dall’FBI, un documento di otto pagine intitolato “Operazione Midnight Sun” che descriveva nel dettaglio il piano dei terroristi.
Carroll e Page avrebbero quindi reclutato Gaffield e Lai e i quattro si sarebbero recati il 12 dicembre “in una località remota del deserto del Mojave per costruire e far esplodere ordigni di prova”.
Le fotografie presenti nei documenti depositati al tribunale mostrano un campeggio nel deserto con tavoli pieghevoli coperti da materiali che, secondo gli investigatori, erano destinati alla creazione di esplosivi.
“Al campeggio erano presenti molti componenti adatti alla fabbricazione di ordigni tra cui varie dimensioni di tubi in PVC, sospetto nitrato di potassio, polvere di carbone, di zolfo e materiale da utilizzare come fusibile” dichiara la denuncia. Gli agenti federali avrebbero quindi fatto irruzione poco prima che gli imputati potessero completare l’assemblaggio di “un dispositivo esplosivo funzionante”, impedendo la realizzazione del piano.
Il movente ideologico
Nella denuncia gli inquirenti hanno sottolineato l’orientamento ideologico del gruppo: “il nome Turtle Island, utilizzato da alcuni movimenti della sinistra radicale per riferirsi al continente nordamericano e, nello specifico, agli Stati Uniti, riflette l’impostazione anti-istituzionale e anti-capitalista degli imputati”.
Il movente dunque, secondo l’FBI, sarebbe legato ad una protesta violenta contro il governo federale e il sistema economico statunitense e i sospettati avrebbero cercato di sfruttare i raduni di Capodanno per colpire obiettivi ad alto impatto mediatico.
Ribadendo la gravità di questa minaccia, il procuratore generale Bondi ha definito l’intervento preventivo dell’FBI “un grande successo nella protezione della sicurezza nazionale”.
Anche se l’attacco è stato sventato il direttore Patel ha ricordato che “la minaccia terroristica interna rimane concreta”, sottolineando la crescente convergenza tra ideologie radicali e la facilità nel reperire informazioni e materiali per costruire ordigni artigianali.
Secondo recenti sondaggi citati nei rapporti governativi e mediatici, infatti, una porzione crescente dell’elettorato americano si dichiarerebbe sempre più aperta all’uso della violenza come mezzo politico. Una tendenza allarmante per analisti e ricercatori che vedono nella polarizzazione sociale e nell’ecosistema digitale contemporaneo un terreno fertile per derive estremiste.
Le indagini federali proseguono e potrebbero emergere ulteriori dettagli nelle prossime settimane. Nel frattempo gli accusati dovranno comparire davanti al giudice, rischiando pesanti condanne per cospirazione e possesso di dispositivo distruttivo non registrato. Mentre la comunità internazionale riaccende il dibattito sulla sicurezza degli eventi di massa e la necessità di un costante monitoraggio contro forme di terrorismo locale.



