Il giovane ebreo francese Ilan Halimi

Antisemitismo in Francia: dall’assassinio di Ilan Halimi a oggi in crescita esponenziale

Mondo

di Marina Gersony
In occasione del quindicesimo anniversario della scomparsa di Ilan Halimi, il Crif (Conseil Représentatif des Institutions Juives de France), ha commissionato a Ipsos France un’indagine –pubblicata su Mosaico nei giorni scorsi – a proposito della percezione dell’antisemitismo oggi in Francia. Il presidente del Crif, Francis Kalifat, e il vicedirettore dell’Istituto di sondaggi Ipsos France, Brice Teinturier, hanno discusso e commentato i risultati del sondaggio (qui le tabelle con le cifre e i dettagli).

«Halimi è il simbolo di una ripartenza dell’antisemitismo nel nostro Paese – ha dichiarato Kalifat –. Sono 15 anni in cui  l’antisemitismo si è sviluppato e ha ucciso di nuovo. Dal caso Halimi in poi, undici ebrei sono stati ammazzati in Francia per il solo fatto di essere ebrei». Ha aggiunto poi Kalifat: «Mi ha stupito favorevolmente il fatto che il 69% degli intervistati francesi si ricordi ancora dell’omicidio dopo 15 anni e che abbia risposto al sondaggio affermando di aver sentito parlare del caso Halimi. Il fatto che soprattutto gli under 35 non ne  abbiano sentito parlare è comprensibile, considerando che all’epoca erano molto giovani. Il lavoro che dobbiamo fare è quindi di sensibilizzare gli appartenenti a questa fascia di età». E favorevolmente colpito si è dichiarato anche Brice Teinturie, che è entrato nei dettagli delle percentuali e ha parlato a sua volta di un «buon risultato» (qui il video integrale con tutti i commenti del sondaggio).

Uccisioni, attentati, atti di discriminazione e di vandalismo in Francia hanno raggiunto cifre drammatiche e a dir poco allarmanti che – come ha riportato Liberation.fr – sono stati elencati e ricordati anche lo scorso 14 febbraio, dove una folla compatta  e composta di circa 200 persone è accorsa in una fredda giornata di inverno per commemorare il giovane Ilan. I manifestanti si sono ritrovati nel 12° arrondissement di Parigi presso il Jardin Ilan-Halimi, il giardino denominato in sua memoria.

«Gli atti antisemiti e razzisti sono aumentati dal 2006 – aveva ricordato in quell’occasione a sua volta Joseph Benamran, uno degli organizzatori di questa manifestazione e membro della Rete di azioni contro l’antisemitismo e il razzismo (Raar) davanti alle persone raccolte –. Dalla scuola Ozar Hatorah a Tolosa all’Hyper Cacher a Porte de Vincennes, dieci adulti e bambini sono stati uccisi in Francia perché erano ebrei».

I vescovi francesi: “La lotta contro l’antisemitismo riguarda tutti”

È bene ricordare in questo contesto un fatto recente di grande rilievo che si potrebbe definire storico e che non ha avuto alcuna visibilità sui media nostrani. Lo scorso primo febbraio, infatti, il Consiglio permanente della Conferenza episcopale francese (Cef), ha consegnato al Rabbino capo di Francia, Haïm Korsia e a Kalifat – ricevuti per la prima volta in modo solenne e ufficiale nella sede nella sede della Cef a Parigi – un documento con un messaggio di fondamentale importanza, ossia che «la lotta contro l’antisemitismo riguarda tutti e che i vescovi francesi affermano la loro ferma volontà di lavorare insieme a quanti e quante sono impegnati in questa lotta». Quest’ultimo è uno dei passaggi chiave della dichiarazione: Lottare insieme contro l’antisemitismo e l’antigiudaismo sarà il banco di prova di ogni vera fraternità, firmata dai membri del Cef, il cui presidente è Monsignor Éric de Moulins-Beaufort.

Kalifat ha dichiarato in questa occasione di accogliere «con ragione e cuore» la dichiarazione dei vescovi di Francia. Con ragione, «perché ricevendo questo testo, rilevo un progresso importante», ha affermato; un anticipo che «entrerà nella storia dell’amicizia giudaico-cristiana così com’è entrata nella dichiarazione di pentimento dei vescovi di Francia a Crif a Drancy, il 30 settembre 1997». (La dichiarazione di Drancy è un’organica e ampia riflessione sulle responsabilità dei vescovi e della Chiesa cattolica nel favorire e nel non apporsi alle leggi anti-ebraiche del 1940-’41).

Questa dichiarazione, ha sottolineato Francis Kalifat, «viene a dire pubblicamente e solennemente l’impegno forte e determinato della Chiesa di Francia nella lotta all’antisemitismo, questo male astuto che spesso prospera nel silenzio colpevole e nella vigliaccheria che si chiama indifferenza». Un antisemitismo che «non è mai uno spettacolo della mente – ha proseguito – mentre si insinua sui nostri muri, sfigura i nostri edifici e le nostre strade, scivola, si snoda e sguazza nel silenzio della notte». Non è «né circoscritto né localizzato», «può colpire ovunque» e «le sue «sorgenti sono numerose»: cospirazione, caricatura, demonizzazione, ossessione […]». Ha quindi aggiunto: «La permanenza dell’antisemitismo nel nostro Paese e la sua ascesa disinibita, la sua banalizzazione, è una delle principali preoccupazioni per noi, ma sappiamo anche che al di là del pericolo che questo rappresenta per noi ebrei, è una minaccia per tutta la Francia, per la concordia e la pace nel nostro Paese. Infine, Kalifat ha ripreso le parole di Monsignor Ravel, Arcivescovo di Strasburgo, ossia che «“Non basta lamentarsi, dobbiamo lottare” per poter contare sulle diocesi di Francia perché facciano risuonare le vostre parole e che la Chiesa della Francia sia unita in un unico e stesso insegnamento».

Infine, segnaliamo anche questo video  con una recente intervista a Francis Kalifat per approfondire il tema sull’antisemitismo in Francia e sul sondaggio del Crif.