Antisemiti e filo-Hamas nell’entourage di Mamdani

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di Nathan Greppi
Prima ancora del suo insediamento, è emerso che diversi membri della sua squadra hanno fatto, sia in passato che di recente, esternazioni che dall’antisionismo sconfinano talvolta nel sostegno a Hamas e nell’antisemitismo.

Con l’insediamento di Zohran Mamdani nella carica di sindaco di New York, inizia un periodo pieno di incognite per gli ebrei che vivono nella Grande Mela. A dicembre, un sondaggio del Jewish People Policy Institute (JPPI) ha rivelato che il 67% degli ebrei americani teme che renderà la città meno sicura per la comunità ebraica, e il 64% ritiene che sia anche antisemita, oltreché antisraeliano.

Intanto, prima ancora del suo insediamento, è emerso che diversi membri della sua squadra hanno fatto, sia in passato che di recente, esternazioni che dall’antisionismo sconfinano talvolta nel sostegno a Hamas e nell’antisemitismo.

Odio per gli ostaggi israeliani

Uno degli ultimi scandali, in ordine cronologico, riguarda Alvaro Lopez, incluso nel comitato inaugurale di Mamdani e attivista dei Democratic Socialists of America. Come rivelato a fine dicembre dal New York Post, in un tweet successivamente cancellato Lopez ha elogiato due donne che sono state filmate mentre strappavano i manifesti degli ostaggi israeliani, commentando: “Tutto ciò che vedo sono degli eroi”.

Interpellato dal NY Post, Lopez ha cercato di giustificarsi dicendo che “è possibile che stessi parlando delle persone sui manifesti”, e che non ricorda di aver scritto il tweet. Tuttavia, poco dopo i massacri del 7 ottobre, un altro suo post successivamente cancellato accusava il deputato democratico Ritchie Torres, noto per le sue posizioni filoisraeliane, di avere sangue di bambini palestinesi sulle sue mani.

L’attrice propal

Del comitato inaugurale fa parte anche l’attrice Cynthia Nixon, nota soprattutto per il suo ruolo di Miranda nella serie Sex and the City. Pur avendo negato di essere contro Israele, e aver preso posizione a favore della liberazione degli ostaggi, la Nixon ha appoggiato la causa intentata dal Sudafrica alla Corte Penale Internazionale contro lo Stato Ebraico. Ha anche dichiarato che negli Stati Uniti, l’antisemitismo “viene prevalentemente dalla destra, non dai giovani preoccupati per i palestinesi”.

Tweet antisemiti

Chi, a sinistra, ha dimostrato un forte antisemitismo contrariamente alle tesi della Nixon, è Catherine Almonte Da Costa, inizialmente nominata da Mamdani a capo del personale del municipio di New York. Ma a dicembre, il blog Judge Street Journal su Substack ha reso pubblici dei suoi vecchi tweet: in uno di questi, risalente al gennaio 2011, se la prendeva con gli “ebrei affamati di soldi”. In un altro, del giugno 2012, diceva che il “treno di Far Rockaway è il treno degli ebrei”, in riferimento al quartiere newyorkese di Far Rockaway. Dopo questo scandalo, la Da Costa si è dimessa dall’incarico.

Chi invece non è stata licenziata dalla nuova squadra di Mamdani, ma era stata allontanata dalla Marcia delle Donne del 2019 per le accuse di antisemitismo, è Tamika Mallory: inclusa nel comitato per la sicurezza comunitaria, secondo Tablet Magazine in passato ha accusato gli ebrei di essere responsabili per lo schiavismo e le discriminazioni nei confronti dei neri.

L’avvocato difensore dei terroristi

Come principale rappresentante legale della giunta, il nuovo sindaco ha scelto l’avvocato nato in Siria Ramzi Kassem: docente di legge all’Università CUNY di New York, è noto per aver difeso in tribunale un terrorista di Al Qaeda, Ahmed al-Darbi, stretto alleato di Osama Bin Laden e detenuto a Guantanamo dal 2002 al 2018 per diversi crimini, compreso un attentato terroristico del 2002 contro una petroliera francese.

L’avvocato ha anche difeso Mahmoud Khalil, studente palestinese della Columbia arrestato per aver inneggiato a Hamas. Lo stesso Kassem, come spiega il Jerusalem Post, è stato un attivista propal quando era uno studente alla Columbia: nel 1998, scrisse sul giornale universitario Columbia Spectator che Israele è “un caso evidente di pulizia etnica”. In quel periodo, ha anche giustificato il terrorismo, scrivendo in un editoriale che “alcuni palestinesi ricorrono al terrorismo per le stesse ragioni per le quali persone di vari retroterra l’hanno fatto in passato: ossia, disperazione e tanta sofferenza patita”.

Kassem ha anche giustificato gli attentati dell’11 settembre: in un articolo del settembre 2001, scrisse che gli attentatori non erano malvagi, ma provavano “un risentimento nei confronti degli Stati Uniti radicato nelle realtà politiche create dalle politiche del nostro paese”.

Ebrei usati come foglie di fico

Per 17 comitati di transizione, Mamdani ha nominato un totale di 400 consiglieri. Tra questi, come ha riportato a novembre il Times of Israel, erano inclusi cinque rabbini, perlopiù legati alla sinistra radicale.

Alcuni attivisti del suo entourage hanno sfruttato le loro radici ebraiche per pretendere di rappresentare tutti gli ebrei: come Katie Unger, che ha definito “ostaggi” i detenuti palestinesi nelle carceri israeliane, e nelle sue dichiarazioni pubbliche spesso dice di parlare “in quanto ebrea”, o inizia i suoi post dicendo “questa ebrea di New York pensa che…”.

La pretesa da parte di certi attivisti ebrei di estrema sinistra di rappresentare l’intera comunità ebraica è smentita dai dati: secondo l’Associated Press, alle elezioni di New York il 64% degli elettori ebrei ha votato il candidato indipendente Andrew Cuomo, contro il 32% che ha votato Mamdani. Inoltre, sebbene abbia preso quasi un terzo dei voti degli ebrei, i risultati del neoeletto sindaco in questo segmento sono stati inferiori a quelli presi tra gli elettori di altre religioni: Mamdani ha preso il 33% tra i cattolici, il 42% tra i protestanti, il 92% tra i musulmani, il 62% tra esponenti di altre fedi e il 76% tra i non credenti.

Giustificazionismo del 7 ottobre

Diversi membri della cerchia di Mamdani, che hanno ottenuto delle nomine nella nuova giunta comunale, hanno giustificato gli attacchi del 7 ottobre: Waleed Shahid, del comitato per l’organizzazione comunitaria, il giorno stesso degli attacchi ha twittato: “Similmente a milizie violente in Irlanda, Sudafrica e molti luoghi sparsi per il mondo, Hamas è anche il prodotto delle violente politiche di occupazione d’Israele e dello status di seconda classe dei palestinesi”.

Un caso analogo è quello di Lumumba Bandele, facente parte dello stesso comitato di Shahid. Membro del BDS sin dal 2012, in un post del 7 ottobre 2023 Bandele ha espresso “solidarietà da Brooklyn alla Palestina”.

Le cose non vanno meglio nel comitato per le arti e la cultura, dove è stata inclusa la curatrice artistica di origine palestinese Jenna Hamed: il 13 ottobre 2023, sei giorni dopo i massacri compiuti da Hamas, la Hamed ha twittato: “Loderò, sosterrò e riaffermerò il mio popolo con tutte le misure prese per la vita e la liberazione. Se credi in una Palestina libera, credi in una Gaza libera. Quando dici Palestina libera, significa che sostieni l’obliterazione di tutti i confini”.

Due settimane dopo, il 28 ottobre, la Hamed ha twittato: “L’aggressione militare israeliana non è autodifesa. Stiamo assistendo alla continuazione e accelerazione del progetto di furto di terra che va avanti da 75 anni. Stanno strumentalizzando il lutto degli eventi del 7 ottobre per giustificare l’uccisione e la distruzione di Gaza da parte loro, allo stesso modo in cui hanno strumentalizzato il dolore dell’Olocausto per giustificare l’espulsione di massa dei palestinesi dalla loro terra nel 1948”.