Liliana Segre al memoriale della Shoah il 31 gennaio

Il Memoriale della Shoah dedica una stanza a Nedo Fiano. Liliana Segre: “l’indifferenza è già violenza”

Italia

di Redazione
“Tutte le volte che ci siamo incontrati con il mio fratello di spirito, Nedo, non parlavamo mai del passato ma sempre dei nostri figli e dei nostri nipoti, la vittoria più grande delle nostre vite era stata quella. Se uno sfuggiva e sopravviveva, per caso, alla macchina nazista poi si doveva ricostruire perché la macchina ti tritava come un tritacarne e per ricostruirsi ci voleva tutta la vita, e non bastava. Parlare di vita e non di morte, tra noi sopravvissuti questo era comune. Non serviva ricordare, per quello bastava guardaci”.

Con queste le parole la Senatrice Liliana Segre ha ricordato il sopravvissuto Nedo Fiano z”l, scomparso da poco, a cui domenica 31 gennaio è stata dedicata al Memoriale della Shoah di Milano una Stanza della Testimonianza. Una stanza pensata soprattutto per i giovani, a cui Nedo ha dedicato così tanto della sua vita.

All’evento organizzato come ogni anno per il Giorno della memoria dalla Comunità di Sant’Egidio, dalla Comunità ebraica di Milano e dal memoriale della Shoah di Milano, erano presenti le istituzioni, tra cui il sindaco Giuseppe Sala, che ha detto che “questo è un luogo di riscatto per Milano”, e di una rappresentanza di studenti, sono intervenuti, tra gli altri, l’arcivescovo Mario Delpini  e Andrea Riccardi, che ha ricordato come “La passione per la Memoria ha scavato sotto la Stazione e ha trovato quel luogo dove oggi è il Memoriale, non un monumento freddo, ma una memoria che dice “Basta!” quando il razzismo scoppia, il linguaggio dell’odio diventa intollerabile, mentre viviamo la tentazione di perdere la memoria. Il Memoriale che abbiamo realizzato resta uno spazio aperto per essere abitato da nuove generazioni e nuovi sentimenti”.
Lliana Segre, sopravvissuta a quei tragici eventi, ha portato la sua testimonianza e ha affermato: “Perché l’indifferenza porta alla violenza, l’indifferenza è già violenza“. Ha poi lanciato un appello: “Io sono stata in quelle celle 40 giorni, per questo mi batto perché siano vaccinati i carcerati. Sono stati loro, i detenuti, allora a darci l’ultimo saluto con umanità facendoci sentire ancora persone“.


Per rivedere l’evento:
www.youtube.com/watch

(Foto: Facebook)