di Anna Balestrieri
Una quarantina di manifestanti ha fatto irruzione nell’aula con cartelli e striscioni, scandendo lo slogan «Fuori i sionisti dalle università». «Non hanno voluto ascoltare. L’ultima volta che hanno espulso un Fiano da un luogo di studio è stato nel 1938», ha dichiarato Fiano riferendosi al padre Nedo, sopravvissuto ad Auschwitz.
Nel pomeriggio di lunedì 27 ottobre un gruppo di attivisti pro Palestina ha impedito a Emanuele Fiano, ex deputato del Partito Democratico, di tenere un intervento all’Università Ca’ Foscari di Venezia. L’incontro, organizzato dall’associazione studentesca Futura e dalla fondazione Ve.Ri.Pa (Venezia per la ricerca sulla pace), prevedeva un dialogo tra Fiano e il professor Antonio Silvio Calò sulle prospettive di pace in Medio Oriente, moderato da una studentessa.
Fiano, presidente dell’associazione Sinistra per Israele che promuove la cosiddetta soluzione dei due Stati — la creazione di uno Stato palestinese accanto a quello israeliano — non ha avuto modo di esporre le sue posizioni: dopo circa mezz’ora, una quarantina di manifestanti ha fatto irruzione nell’aula con cartelli e striscioni, scandendo lo slogan «Fuori i sionisti dalle università». Alcuni si sono disposti intorno alla cattedra, mentre uno di loro ha preso il microfono per leggere un discorso. L’incontro è stato infine interrotto. L’ufficio stampa di Sinistra per Israele ha definito l’episodio “l’ennesimo episodio di violenza politica su danni proprio di chi da sempre è impegnato per la pace e la risoluzione del conflitto in Medioriente”.”
Nei giorni precedenti il Fronte della Gioventù Comunista (FGC), che dal 2012 riunisce i giovani comunisti italiani, aveva annunciato una protesta «contro i sionisti nell’università». Per prevenire incidenti, gli organizzatori avevano spostato la sede dell’incontro senza comunicarla pubblicamente, ma la misura non è bastata.
Su Facebook, la sezione veneziana del FGC ha poi rivendicato la contestazione, accusando Fiano di «mascherare con il pacifismo posizioni che negano il diritto del popolo palestinese all’autodeterminazione» e di «bolla[re] il movimento pro Palestina come antisemita».
Fiano ha raccontato di aver tentato invano di spiegare di essere da anni critico verso il governo di Benjamin Netanyahu: «Non hanno voluto ascoltare», ha detto. E ha aggiunto con amarezza: «L’ultima volta che hanno espulso un Fiano da un luogo di studio è stato nel 1938». Il riferimento è al padre, Nedo Fiano, uno dei più noti testimoni italiani dell’Olocausto, espulso dalla scuola dopo le leggi razziali e poi deportato ad Auschwitz. L’ex parlamentare ha definito «fascista» l’atteggiamento degli studenti che gli hanno impedito di parlare: «Il principio fascista che hanno in mente è che chi non la pensa come loro non deve parlare. Impedire a una persona di parlare è fascismo.»

La Cem: “La Costituzione non ammette l’odio razziale”
Dura la Comunità ebraica di Milano. «La Costituzione Italiana, la più bella del mondo, come molti l’hanno descritta e adorata, stride con la realtà di oggi – dichiara David Blei, Delegato alla Comunicazione della Comunità ebraica di Milano -. Ritrovarsi nel 2025 con le tragiche vicende del 1938, quando questa Costituzione democratica non c’era, mette a nudo il problema ebraico che ritorna con un antisemitismo feroce e senza freni. La Comunità ebraica di Milano, in sintonia con l‘Ucei (Unione delle Comunità Ebraiche Italiane), si rivolge al Governo e al Parlamento alfine di far osservare la Costituzione che non ammette l’odio razziale, oggi drammaticamente calpestata, mettendo in grave pericolo i cittadini italiani di religione ebraica. È arrivato il momento di cominciare a ricostruire l’elaborazione della colpa del Popolo italiano sugli avvenimenti persecutori degli anni quaranta che sono sempre più vicini a quelli odierni. Il momento è molto grave e non ammette più tentennamenti o perdite di tempo».
Le reazioni politiche
Dopo l’episodio, Fiano ha ricevuto solidarietà bipartisan da esponenti di diversi partiti. Matteo Renzi ha commentato in un post Facebook: “Conosco Emanuele Fiano da una vita. Così come conoscevo suo padre Nedo che accettò di portare gli studenti fiorentini ad Auschwitz dove la sua famiglia venne sterminata e da cui lui tornò vivo per miracolo. Impedire a un nostro concittadino ebreo di parlare in una università mi fa orrore e mi ripugna. E voglio dire a chi crede davvero nella causa palestinese: scusatevi con Fiano. E organizziamo davvero una manifestazione ProPal: contro Hamas che ammazza i palestinesi per la strada, non impedendo la libertà di parola nelle università”.
Anche Ignazio La Russa, presidente del Senato e figura di spicco di Fratelli d’Italia, ha espresso sostegno, pur precisando: «Certo, definire fascisti i pro-Pal è un po’ eccessivo. Forse sarebbe più onesto chiamare le cose con il loro nome e riservare al fascismo le colpe storiche che gli spettano».
Fiano è stato contattato telefonicamente anche dalla ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, che gli ha espresso la sua “solidarietà” definendo quanto accaduto un “ inaccettabile episodio “. Bernini, a quanto si apprende, ha proposto a Fiano di tornare insieme a Ca’ Foscari per riprendere il dibattito interrotto.
Il Deputato PD Piero Fassino, tra i fondatori della Sinistra per Israele, ha commentato subito dopo i fatti: “Oggi a Ca Foscari a Venezia un gruppo di facinorosi ProPal ha violentemente impedito lo svolgimento di un incontro sulla pace in Medio Oriente in cui avrebbe dovuto prendere la parola Emanuele Fiano, da sempre impegnato per una soluzione di pace fondata sul principio “Due Popoli/Due Stati”. Un atto intollerabile figlio dei pregiudizi e del fanatismo di chi, invocando la democrazia, ricorre a metodi squadristi per imporre parole d’ordine e visioni del tutto opposte a valori di pace e giustizia”.
Nessun commento, però, ancora da parte del segretario del PD Elly Schlein.
Nahum: “Ennesimo atto antisemita”
Molto duro proprio Daniele Nahum, Consigliere Comune di Milano- Azione, che parla di “ennesimo atto di antisemitismo registrato in Italia negli ultimi due anni. La lista è lunga: si va dai giovani ebrei insultati e aggrediti all’Università di Torino, ai pestaggi nel quartiere ebraico di Milano, fino alle ondate di insulti antisemiti rivolti agli esponenti delle comunità ebraiche in tutta Italia. Non sorprende che gli atti di antisemitismo nel nostro Paese siano aumentati del 400% nell’ultimo anno. Tuttavia, è necessario essere chiari: sebbene l’episodio che ha coinvolto Fiano possa ricordare lo squadrismo fascista nelle modalità, la sua matrice non è affatto quella. Si tratta, invece, dell’ennesimo atto di un antisemitismo di sinistra che oggi è di gran lunga preponderante in Italia. Possiamo ignorare l’evidenza, ma questi episodi sono stati innescati dalle manifestazioni “propal” che, da due anni a questa parte, inneggiano alla ‘liberazione della Palestina dal fiume al mare’ — uno slogan che sostiene apertamente l’eliminazione degli ebrei — e che distorcono il significato del sionismo, equiparandolo persino al nazismo. Tutto ciò è avvenuto nel silenzio dei partiti progressisti, i quali non hanno mai condannato seriamente tali manifestazioni. Il mondo progressista non dovrebbe limitarsi a esprimere la giusta solidarietà a Fiano, ma dovrebbe avviare un’urgente e seria riflessione sulla piaga dell’antisemitismo al suo interno. Prima che sia troppo tardi”.



