Spettacolo di Trump alla Knesset: l’uomo d’affari porta la pace in Medio Oriente

Israele
di Anna Balestrieri (da Gerusalemme)

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump è stato accolto dai deputati del parlamento israeliano con una standing ovation di due minuti e mezzo.

Mentre si avvicinava al podio, i membri della guardia della Knesset hanno suonato le trombe e il leader americano si è unito agli applausi dei parlamentari con un largo sorriso, battendo le mani al ritmo.

Anche il primo ministro Benjamin Netanyahu ha ricevuto calorosi applausi, con alcuni parlamentari che intonavano il suo soprannome, “Bibi”. Durante la lunga introduzione del presidente della Knesset Amir Ohana, vengono accolti con ovazioni anche Jared Kushner, il segretario di Stato Marco Rubio, il segretario alla Difesa Pete Hegseth e l’ambasciatore Mike Huckabee, tra gli altri funzionari americani presenti.

“La guerra è finita, Israele è vittorioso”

In un’atmosfera di entusiasmo e sollievo, Donald Trump ha preso la parola alla Knesset poche ore dopo il rilascio degli ultimi venti ostaggi israeliani da Gaza e la firma del cessate il fuoco con Hamas.

“La guerra è finita, Israele è vittorioso”, ha dichiarato il presidente tra gli applausi dell’aula. “È la vittoria del coraggio, della fede e dell’unità del popolo ebraico.”

Trump ha poi invitato Netanyahu a “allearsi con Lapid che è un brav’uomo e a rilassarsi finalmente, perché non sei più in guerra”, una battuta che ha strappato sorrisi e applausi bipartisan. “È tempo di pace, di ricostruzione, di guardare avanti.”

“L’alba storica di un nuovo Medio Oriente”

Il presidente ha descritto la giornata come “l’alba storica di un nuovo Medio Oriente”, elogiando gli Stati arabi che hanno mantenuto gli Accordi di Abramo e che, a suo dire, “hanno dimostrato visione, stabilità e senso degli affari”.

Trump ha ribadito che la nuova fase di pace dovrà poggiare anche su collaborazioni economiche e infrastrutturali:
“I Paesi della regione sono capaci di ricostruire e di fare cose eccezionali a Gaza, se lavorano insieme per la prosperità e non per la distruzione.”

Il presidente ha annunciato l’intenzione degli Stati Uniti di essere “partner nella ricostruzione di Gaza” attraverso un “Board of Peace” internazionale, che supervisionerà i progetti di sviluppo e garantirebbe sicurezza e crescita economica.

“Un piccolo punto sulla mappa che cambia la storia”

Con tono scherzoso, Trump ha definito Israele “un piccolo punto sulla mappa che riesce sempre a cambiare la storia del mondo”.
“Ogni volta che vengo qui,” ha detto, “vedo innovazione, vedo forza, vedo un popolo che non si arrende mai.”

Il presidente ha elogiato “l’ingegno e la resilienza del popolo israeliano” e ha promesso che “l’America continuerà a essere al suo fianco, come lo è sempre stata nei momenti decisivi.”

Duri attacchi a Obama e Biden

Il discorso ha avuto anche momenti fortemente polemici. Trump ha lanciato aspri attacchi contro Barack Obama e Joe Biden, accusandoli di aver “preferito l’Iran a Israele” e di aver “abbandonato il Medio Oriente agli ayatollah.”
“Obama parlava di pace,” ha detto con sarcasmo, “ma firmava accordi che riempivano di soldi il regime di Teheran.”

Ha aggiunto che la sua amministrazione “ha riportato l’America e Israele dalla parte giusta della storia”, affermando che “ora anche l’Iran capisce che non può costruire un futuro sul terrore.”

Durante il discorso, Trump ha perfino lasciato intendere di voler riaprire un canale di pace con Teheran, dicendo: “Sarebbe bello poter fare un accordo con l’Iran, ma devono rinunciare al terrorismo. Ho chiuso molti affari nella mia vita e vi garantisco che sono pronti, anche se non lo dicono apertamente”

“La pace è la vera vittoria”

Trump ha concluso il suo intervento con parole solenni: “Israele ha vinto tutto ciò che poteva vincere con la forza. Ora è il momento di vincere con la pace.”

Ha salutato i presenti dicendo che “la lunga e dolorosa notte è finita” e ha ringraziato “l’intero mondo arabo e musulmano che ha scelto la cooperazione alla distruzione.”

Il presidente americano ha quindi annunciato la sua partenza per Sharm el-Sheikh, dove parteciperà a un vertice per la pace insieme al presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas e ad altri leader regionali.

Il premier israeliano Netanyahu, invece, non parteciperà al summit, contrariamente a quanto inizialmente dichiarato dal governo egiziano.

Walker Meghnagi: “Una giornata storica per tutto il mondo libero e democratico”

«Oggi è veramente una giornata storica non solo per il popolo ebraico e per Israele ma per tutto il mondo libero e democratico. Dopo due anni in cui hanno vissuto nei cunicoli, nei tunnel, senza cibo e maltrattati, oggi finalmente i 20 ostaggi vivi tornano a vedere la luce e sono liberi. Speriamo che anche i corpi dei poveri ostaggi morti vengano restituiti alle famiglie il prima possibile. Secondo me questo può essere veramente l’inizio di una nuova era non solo per Israele e Gaza ma per il Medio Oriente tutto perché è bellissimo vedere questi Paesi arabi importanti che hanno firmato l’accordo ed è fantastico che Israele e che pure Hamas e la ANP lo abbiano firmato. Poi bisognerà vedere la seconda parte degli accordi ma questo è un gesto bellissimo. Bravissimo Trump!». Walker Meghnagi, Presidente della Comunità Ebraica di Milano, commenta così l’inizio del percorso di pace tra Hamas e Israele e la liberazione degli ostaggi.