Sciopero nazionale e proteste per gli ostaggi in tutto Israele

Israele
di Anna Balestrieri 
Un vasto sciopero nazionale è iniziato domenica mattina in Israele, con manifestazioni in tutto il paese per chiedere il ritorno degli ostaggi detenuti da gruppi armati palestinesi a Gaza. Le famiglie degli ostaggi protestano contro la decisione del governo di intensificare la guerra a Gaza, preferendo una campagna militare per conquistare Gaza City piuttosto che negoziare il rilascio dei loro cari.

Lo sciopero nazionale del 17 agosto 

Lo sciopero è stato organizzato dall’October Council, che rappresenta alcune famiglie degli ostaggi e dei parenti delle vittime dell’attacco Hamas del 7 ottobre 2023, insieme al Forum delle Famiglie degli Ostaggi e dei Dispersi. Secondo il Forum, quasi un milione di persone passerà per Hostages Square a Tel Aviv nel corso della giornata, mentre decine di migliaia parteciperanno a eventi in centinaia di altre località del paese.

Iniziative, simboli e marce di solidarietà

Le proteste sono iniziate alle 6:29 del mattino, lo stesso orario in cui ebbe luogo l’attacco di Hamas, con presidi in vari incroci e raccordi autostradali del paese. I manifestanti hanno distribuito nastri gialli, simbolo degli ostaggi, ai passanti, mentre il Forum ha pubblicato una mappa dei luoghi delle manifestazioni mattutine.
Alle 7:00, l’October Council ha rilasciato una dichiarazione alla stampa da Sarona Market a Tel Aviv, di fronte al quartier generale militare Kirya. Contestualmente, a Hostages Square è stata inaugurata una mostra fotografica aperta al pubblico fino alle 18:00. La piazza ha ospitato anche discorsi dei familiari degli ostaggi a orari prefissati.
Durante la giornata si sono svolte marce di solidarietà legate a specifici settori, tra cui medici e studenti, con dichiarazioni di accademici e rappresentanti di varie organizzazioni. Alle 18:00 di ieri, sabato 16, è stata celebrata una preghiera pubblica, seguita da una marcia dal Tel Aviv–Savidor Center a Hostages Square per il rally principale alle 20:00. Convogli di automobili da tutto il paese hanno raggiunto Tel Aviv per partecipare all’evento serale.

Scontri e arresti

Le tensioni durante le proteste sono state elevate: almeno 25 manifestanti sono stati arrestati in diverse città, tra cui Gerusalemme, dove la polizia ha tentato di disperdere i blocchi stradali usando cannoni ad acqua. A Tel Aviv, alcuni camion hanno tentato di investire gruppi di manifestanti, come quelli provenienti dal Kibbutz Nir Oz, senza causare feriti. I manifestanti hanno risposto resistendo agli ordini di sgombero e bloccando le principali intersezioni della città, tra cui Kaplan e Begin.

Appelli dei familiari degli ostaggi

Padri e sorelle degli ostaggi hanno preso la parola in diverse occasioni, raccontando esperienze personali strazianti. Michel Illouz, padre di Guy Illouz, ha ricordato il giorno dell’attacco e l’agonia di non poter seppellire il figlio, mentre ha chiesto al governo di riconoscere la giustezza della loro causa: “Mio figlio è sepolto nella sabbia di Gaza – e devo ancora supplicare il governo”.
La sorella del nepalese Bipin Joshi ha esortato i manifestanti a non dimenticare suo fratello e a lottare per il rilascio di tutti gli ostaggi: “Dovete trovare un modo per riportare a casa tutti gli ostaggi”.

Posizione dei sindacati e sostegno internazionale

Il presidente della principale confederazione sindacale israeliana, la Histadrut, Arnon Bar-David, ha ribadito che il sindacato non aderisce ufficialmente allo sciopero per evitare di politicizzare la protesta: “Non c’è sinistra o destra qui; si tratta di riportare a casa esseri umani rapiti”. Tuttavia, Bar-David ha esortato il premier Netanyahu a “guardare negli occhi le famiglie degli ostaggi e fare ciò che è necessario – chiudere un accordo e porre fine a questa situazione”.
Negli Stati Uniti, diverse organizzazioni ebraiche si sono mobilitate con un raduno davanti alla Casa Bianca per chiedere il rilascio degli ostaggi e la fine della carestia a Gaza, in concomitanza con lo sciopero nazionale in Israele.

Contesto e dati sugli ostaggi

Secondo le autorità israeliane, 50 ostaggi sono detenuti da gruppi terroristi a Gaza, inclusi 49 dei 251 rapiti durante l’attacco Hamas del 7 ottobre 2023. Tra questi vi sono 28 cadaveri confermati e circa 20 persone vive, con gravi preoccupazioni per altre due. Hamas detiene anche il corpo di un soldato israeliano ucciso nel 2014.
Nelle scorse settimane, Hamas e la Jihad Islamica Palestinese avevano diffuso video di Evyatar David e Rom Braslavski, due giovani ostaggi malnutriti ed imploranti per esercitare pressione psicologica sull’opinione pubblica internazionale, generando una breve ondata di sdegno universale per la crudele barbarie di Hamas.