Molti elettori di centro-sinistra vorrebbero l’ex ostaggio Eli Sharabi in politica: lo rivela un sondaggio

Israele

di Maia Principe
Secondo il sondaggio di N12, il 76% degli elettori di centro-sinistra desidera l’arrivo di “nuove figure” in Parlamento, mentre il 61% ritiene che questi nuovi profili potrebbero rappresentare un’alternativa credibile, o addirittura una sfida diretta, alla coalizione al potere. Tra le personalità più citate figurano Eli Sharabi, Einav Zangauker, Eyal Eshel, Eyal Waldman e Izhar Shay, tutti tragicamente legati agli eventi del 7 ottobre.


Un sondaggio pubblicato da N12 mostra un aumento spettacolare del sostegno pubblico a Eli Sharabi, ex ostaggio di Hamas, presentato come una figura in grado di entrare nella Knesset e incarnare il rinnovamento politico atteso da una parte degli israeliani.

Secondo il sondaggio, il 76% degli elettori di centro-sinistra desidera l’arrivo di “nuove figure” in Parlamento, mentre il 61% ritiene che questi nuovi profili potrebbero rappresentare un’alternativa credibile, o addirittura una sfida diretta, alla coalizione al potere.

Non si tratta di politici tradizionali, ma di uomini e donne che negli ultimi due anni sono diventati i portavoce delle famiglie degli ostaggi e gli attivisti di un’indagine indipendente sulle mancanze del 7 ottobre.

Tra le personalità più citate figurano Eli Sharabi, Einav Zangauker, Eyal Eshel, Eyal Waldman e Izhar Shay, tutti tragicamente legati agli eventi del 7 ottobre.

Eli Sharabi, in particolare, appare come la figura più unificante. Rapito dal kibbutz Be’eri e detenuto per 491 giorni da Hamas, ha perso la moglie e le due figlie durante l’attacco, mentre suo fratello Yossi, anch’egli rapito, è stato ucciso durante la prigionia. Dal suo rilascio, Sharabi si è affermato come un instancabile difensore del ritorno degli ostaggi, intervenendo alla tribuna del Consiglio di sicurezza dell’ONU e incontrando leader di tutto il mondo.

 

Einav Zangauker, il cui figlio Matan è stato liberato nell’ottobre 2025, è diventata uno dei volti più attivi del Forum delle famiglie degli ostaggi e dei dispersi. Molto critica nei confronti di Benjamin Netanyahu, moltiplica gli interventi in Israele e all’estero per mantenere alta la pressione a favore di un accordo.

 

Eyal Eshel, padre di Roni Eshel, osservatrice dell’esercito israeliano uccisa a Nahal Oz, si è distinto all’interno del Consiglio di ottobre, un collettivo che chiede una commissione d’inchiesta indipendente sugli eventi del 7 ottobre.

Stessa lotta per Eyal Waldman, la cui figlia Hadas è stata assassinata al festival Nova e che, insieme ad altre famiglie in lutto, chiede un cambio di leadership.

Anche Izhar Shay, ex ministro del partito Blu Bianco, ha perso suo figlio durante l’attacco. Oggi è impegnato, insieme a Eshel, nella richiesta di un’indagine statale e di una riforma della governance.

Queste cinque personalità, provenienti dalla società civile e proiettate nella sfera pubblica dalla tragedia, sono ora percepite come potenziali attori politici. Per una parte crescente degli israeliani, rappresentano una voce nuova, in grado sia di sostenere la causa degli ostaggi sia di chiedere conto delle mancanze del 7 ottobre, due preoccupazioni che continuano a dominare il dibattito pubblico.