Missili dai ribelli Houthi e dalla Siria: nuove minacce alla sicurezza israeliana

Israele

di Anna Balestrieri
La tensione lungo i confini israeliani continua ad aumentare, con attacchi missilistici provenienti sia dallo Yemen sia dalla Siria. Per il terzo giorno consecutivo, un missile balistico lanciato dai ribelli Houthi, sostenuti dall’Iran, è stato intercettato dalle difese aeree israeliane.

La serie di attacchi

L’allarme è scattato la sera del 3 giugno intorno alle 21:00 in ampie aree del Paese, tra cui Gerusalemme, il centro di Israele, diverse colonie in Cisgiordania e alcune zone del sud.

Secondo quanto riferito dalle Forze di Difesa Israeliane (IDF), non si registrano feriti né danni materiali. Il missile, che secondo i ribelli era diretto verso l’aeroporto Ben Gurion, ha causato l’interruzione temporanea del traffico aereo per circa 25 minuti. Frammenti dell’intercettazione sono stati rinvenuti nella città di Modiin.

I missili dalla Siria

Solo venti minuti prima, due razzi erano stati lanciati dalla Siria in direzione delle Alture del Golan, segnando il primo attacco da quel fronte in oltre un anno. In risposta, l’esercito israeliano ha colpito postazioni militari nel sud della Siria, attribuendo la responsabilità diretta al presidente siriano Ahmed al-Sharaa. “Il regime siriano è responsabile di quanto accade sul suo territorio e ne pagherà le conseguenze”, ha dichiarato l’IDF in un comunicato. Il ministro della Difesa Israel Katz ha annunciato che la risposta israeliana sarà “totale”.

La Siria, da parte sua, ha negato ogni responsabilità, affermando di voler contenere l’operato di gruppi armati non statali e ha condannato i raid israeliani, denunciando gravi perdite umane e materiali.

L’episodio rappresenta una nuova fase dell’instabilità regionale.

L’escalation di aggressività degli Houthi 

Da marzo, quando Israele ha ripreso le operazioni militari contro Hamas nella Striscia di Gaza, gli Houthi hanno lanciato almeno 45 missili balistici e 10 droni contro Israele. Benché molti siano stati intercettati o siano caduti fuori bersaglio, un attacco a luglio 2024 aveva causato la morte di un civile a Tel Aviv e diversi feriti, portando Israele a colpire per la prima volta obiettivi in Yemen.

Gli attacchi missilistici si sono intensificati anche in seguito ai raid israeliani dello scorso mese contro aeroporti e porti yemeniti sotto controllo Houthi, inclusi lo scalo di Sanaa e le infrastrutture portuali di Hodeida e Salif, in risposta all’attacco del gruppo terroristico all’aeroporto Ben Gurion.

Il gruppo Houthi ha iniziato a colpire Israele e obiettivi marittimi nell’area nel novembre 2023, in risposta alla guerra scoppiata dopo l’attacco del 7 ottobre di Hamas. Una tregua siglata a gennaio 2025 aveva portato a una temporanea sospensione degli attacchi, ripresi con forza dopo la ripresa delle ostilità.

Mentre la comunità internazionale segue con preoccupazione l’evolversi degli eventi, Israele si trova nuovamente a dover fronteggiare minacce su più fronti, con la prospettiva concreta di un conflitto prolungato a bassa intensità su ogni confine.