A Vercelli per ricordare i Giusti

Eventi

di Roberto Malini

La mattina del 9 marzo ho partecipato alle celebrazioni principali che Vercelli ha dedicato alla Giornata dei Giusti 2018. La città piemontese ha riservato ben dieci giorni alla festa dei Giusti, da martedì 6 marzo a venerdì 16 marzo 2018. La Giornata dei Giusti ricorre annualmente il 6 marzo e ricorda le persone che hanno salvato vite umane nel corso di un genocidio, una crisi umanitaria o un conflitto. La Shoah resta il tragico paradigma di tutte le persecuzioni che hanno richiesto l’intervento dei Giusti. Non a caso il primo Giardino dei Giusti, istituito nel 1962 dal Museo Memoriale Yad Vashem di Gerusalemme, riconosce ed onora con la piantumazione di un albero ogni persona non ebrea che nel corso dell’Olocausto abbia salvato la vita di almeno un ebreo perseguitato. Nel 1999 è stata fondata a Milano da Gabriele Nissim, Pietro Kuciukian, Ulianova Radice e Anna Maria Samuelli Gariwo, la foresta dei Giusti (acronimo di Gardens of the Righteous Worldwide), costituitasi nel 2001 come Onlus. Gariwo promuove la conoscenza dei Giusti, riconosce la loro opera umanitaria e crea Giardini dei Giusti nel Mondo. Nel 2012, accogliendo il progetto di Gariwo, il Parlamento Europeo ha stabilito la data del 6 marzo quale Giornata europea dei Giusti. 

Il mio arrivo a Vercelli, insieme al poeta e fotografo Steed Gamero, autore della galleria fotografica a corredo di questo mio articolo, era stato preceduto dalla realizzazione da parte dei giovani del Servizio Civile di Vercelli di tre video basati sui versi di altrettante poesie di cui sono autore, interpretate dalla voce intensa e lirica dell’attrice Licia Di Pillo. Le poesie sono La notte dei diritti umani (da Dichiarazione, Edizioni Il Foglio, Piombino), I Giusti Siamo l’arcobaleno (da Ba Ta Clan, Lavinia Dickinson Editore, Genova). Le tre videopoesie sono uscite su youtube, una dopo l’altra, il 6, il 7 e l’8 marzo, ricevendo notevoli apprezzamenti. A Vercelli ho rivisto dopo alcuni anni Thomas Gazit, con cui sono in contatto pressoché quotidiano e a cui chiedo spesso consiglio quando intraprendo un’azione civile o un progetto di pace. Thomas è per me una fonte continua di ispirazione e saggezza. Testimone della Shoah e grande amico della civiltà, è parte della mia famiglia spirituale. In occasione della Giornata dei Giusti abbiamo riabbracciato un altro vero amico, a cui vogliamo bene: Pasquale De Fazio, storico e promotore di una cultura di amicizia fra i popoli. E abbiamo finalmente incontrato Renzo Bellardone, assessore alla Cultura di Santhià che abbiamo apprezzato in passato nella sua veste di interprete in possesso di una voce emozionante, ricca di sfumature e virtuosismi. Un formidabile lettore di poesia.

Danilo Fiacconi e Daniela Denaro, responsabili del Servizio Giovani del Comune, hanno fatto gli onori di casa presso l’Aula magna del Liceo artistico Alciati. Sono loro il motore di un’organizzazione impeccabile, che si avvale dell’entusiasmo e del talento degli studenti dei licei e dei ragazzi del Servizio civile, che interagiscono con istituzioni particolarmente attente e sensibili al valore esemplare dei Giusti nella nostra società. I giovani, in una sperimentazione di alternanza scuola-lavoro, hanno partecipato alla scelta delle figure da proporre per il Giardino dei Giusti nel parco Iqbal Masih; in particolare cinque studenti del Liceo Artistico Alciati di Vercelli e Trino e una classe del Liceo Scientifico Avogadro di Vercelli. 
Nell’Aula Magna del Liceo artistico Alciati, dopo i saluti da parte delle istituzioni, gli studenti hanno presentato attraverso ricerche, testimonianze e video i tre Giusti scelti per le celebrazioni del 2018: Maddalena Montarolo (1882-1970), trinese che ha nascosto nella propria abitazione la famiglia ebrea Muggia; Don Giuseppe Minghetti, sacerdote di Vercelli che nel 1995 ha salvato più di ottanta bambini dal genocidio in Ruanda; infine, Gino Bartali, il fuoriclasse del ciclismo che nascose in un tubolare della propria bicicletta i documenti falsi che consentirono di salvare circa ottocento ebrei dalle deportazioni.
Don Giuseppe Minghetti, presente all’evento, si è rivolto ai giovani e ha parlato con fervore pastorale e umiltà, minimizzando i propri meriti in tante azioni che hanno salvato vite umane in paesi devastati da guerre e crisi umanitarie. Per molti dei ragazzi di Vercelli è stata una sorpresa scoprire che un sacerdote della loro diocesi è stato protagonista di tante imprese finalizzate a soccorrere un gran numero di perseguitati, portandoli in salvo e consentendo loro di tornare a vivere, a sognare, a cercare di essere felici.

Quando è stato annunciato il mio intervento, ho provato una viva emozione nel vedere davanti a me tanti studenti che, grazie alla guida dei loro insegnanti, avevano studiato attentamente il significato della Giornata dei Giusti, il valore del progetto di Gariwo e l’esempio delle donne e degli uomini che in paesi diversi si sono impegnati per salvare vite, mettendo le proprie esistenze in secondo piano rispetto al più nobile degli obiettivi.

Ho annunciato la presenza del testimone Thomas Gazit nell’Aula magna e il giovane pubblico gli ha riservato un lungo e caloroso applauso. Poi ho parlato di quel momento di grazia che trasforma una persona comune in un Giusto. Un istante di consapevolezza, in cui un essere umano si rende conto che le istituzioni, le autorità e le leggi stesse di un paese non sono necessariamente garanzie di giustizia sociale. Può accadere che esse si corrompano e divengano inique. Così iniziano persecuzioni e genocidi e in quell’istante l’azione dei Giusti diventa necessaria, offrendo una speranza alle vittime e aiutando l’intera civiltà a non sprofondare nel buio. Per dare ai giovani un esempio attuale e comprensibile del significato dell’opera dei Giusti, ho illustrato loro un evento che si svolgeva contemporaneamente alle nostre celebrazioni. Da Genova, l’artista e difensore dei diritti umani Dario Picciau era al lavoro, con le proprie risorse, per fornire assistenza urgente a un gruppo di giovani migranti ugandesi abbandonati dalle istituzioni presso il campo profughi di Kakuma, in Kenya. Servivano con urgenza medicine, cibo, coperte per affrontare le notti fredde. E serviva che le Nazioni Unite si attivassero immediatamente dalle sedi centrali per intervenire ed evitare che i ragazzi, alcuni dei quali malati di Aids, soccombessero. L’azione di Dario ha evitato una tragedia umanitaria imminente e ha dato una speranza ai giovani rifugiati. “I Giusti hanno mantelli d’ombra,” dice una delle mie poesie ed è vero. Sono persone che spesso rifuggono la notorietà e, al contrario, sono a rischio di subire a propria volta atti persecutori. Credo che sia un dovere morale e civile pronunciare i loro nomi e parlare della loro opera nelle sedi indicate, quando se ne presenti l’occasione. I ragazzi mi hanno ascoltato con interesse ed emozione. Mi guardavano e io cercavo di rispondere alla domanda che quasi tutti loro si ponevano: “Posso essere anch’io un Giusto?”.

In un clima di comunione fra tutti i presenti, l’interprete Licia Di Pillo e io abbiamo letto alcune poesie dedicate ai Giusti, alla gente di pace, ai testimoni dei genocidi (dalle mie raccolte Dichiarazione e Ba Ta Clan). Le nostre voci hanno dialogato, si sono cercate e in certi attimi si sono fuse. Al termine della nostra lettura, giovani hanno battuto le mani in modo fragoroso e commovente. Durante la mattinata hanno accompagnato le celebrazioni le melodie dei ragazzi del liceo musicale e la performance a cura del liceo classico Lagrangia. 

Il momento più importante della giornata si è svolto nel Giardino dei Giusti presso il parco Iqbal Masih, in presenza del sindaco Maura Forte – che ha scoperto la targa che commemora i Giusti – dell’assessore alle politiche giovanili Andrea Raineri e del questore Rosanna Lavezzaro. Sotto un cielo sereno e un sole luminoso, che già annunciava la prossima primavera, sono stati piantumati tre nuovi alberi, ai cui piedi sono state poste formelle dedicate ai singoli Giusti, create dagli studenti sotto la guida dei docenti del liceo artistico. Accanto al sindaco e all’assessore, che sono sinceramente coinvolti nell’iniziativa promossa da Gariwo, ho letto la poesia “I Giusti”, dedicata a Giovanni Palatucci e a tutte le persone che lavorano – quasi sempre nell’ombra – per salvare vite e portare ovunque i valori della pace e dell’uguaglianza. Poi, pranzo “in famiglia” al ristorante Acquapazza, con alcuni degli esseri umani che ho più cari al mondo.

Il programma completo delle celebrazioni di Vercelli nel sito del Comune:

https://www.comune.vercelli.it/evento/settimana-dei-giusti-ce-un-albero-ogni-uomo-che-ha-scelto-bene
Nelle foto, l’incontro con Padre Giuseppe Minghetti;  il sindaco Maura Forte scopre la targa che commemora i Giusti; con il sindaco, l’assessore alle politiche giovanili Andrea Raineri e il questore Rosanna Lavezzaro leggo la poesia “I Giusti” nel loro Giardino; foto di gruppo con i giovani di Vercelli; da sinistra, Pasquale De Fazio,  Thomas Gazit, io e Renzo Bellardone