di Pietro Baragiola
Le cerimonie funebri sono iniziate rendendo omaggio a due figure di spicco della comunità: il rabbino Eli Schlanger e il rabbino Yaakov Levitan, entrambi uccisi mentre partecipavano alle celebrazioni. Molto commoventi le esequie per Matilda, la più giovane vittima (10 anni).
Mercoledì 17 dicembre la comunità ebraica di Sydney si è riunita per i primi funerali delle vittime della strage di Bondi Beach, avvenuta durante l’evento “Chanukah by the Sea” quando una coppia di terroristi padre-figlio ha aperto il fuoco tra i presenti, uccidendo almeno quindici persone e ferendone decine.
Le cerimonie funebri sono iniziate rendendo omaggio a due figure di spicco della comunità: il rabbino Eli Schlanger e il rabbino Yaakov Levitan, entrambi uccisi mentre partecipavano alle celebrazioni. Al loro passaggio una folla commossa si è stretta intorno alle bare nere, tra lacrime, preghiere in ebraico e un imponente schieramento di sicurezza rafforzato con posti di blocco, polizia armata e squadre private attentamente selezionate.
I funerali dei rabbini
Il primo ad essere commemorato è stato Eli Schlanger, il 41enne conosciuto da tutti come “il rabbino di Bondi”.
Nato in Inghilterra e residente a Sydney da quasi due decenni, Schlanger era cappellano nelle carceri e negli ospedali del Paese ed era solito trascorrere viaggi in macchina di 4 ore pur di arrivare a far visita di persona ai detenuti ebrei.
“Era il migliore di tutti noi” ha affermato il leader della comunità di Bondi Alex Ryvchin mentre la bara del rabbino faceva il suo ingresso nella sinagoga Chabad.
Durante il rito funebre, il suocero di Eli, il rabbino Yehoram Ulman ha paragonato l’attacco a Bondi al massacro del 7 ottobre 2023: “la nostra comunità ha avuto il suo 7 ottobre. Eli, eri mio figlio, mio amico, mio confidente. Passare un giorno senza di te sembra impossibile. Il mio rimpianto più grande è non averti detto abbastanza quanto ti amiamo.”
Ulman ha continuato il suo intervento invitando i presenti a non cedere alla paura: “quando quegli animali cercano di distruggerci, sperano che ci nascondiamo ma questo non accadrà. Torneremo a Bondi l’ultima notte di Hanukkah per mostrare al mondo che il popolo ebraico è imbattibile.”
Nella stessa giornata è stato ricordato il rabbino Yaakov Levitan, 39 anni, padre di quattro figli, oltre che Emissario Chabad e segretario del tribunale rabbinico Beth Din, conosciuto per la sua umiltà e totale dedizione alla comunità ebraica di Sydney.
L’addio a Matilda, la vittima più giovane
Giovedì la Chevra Kadisha Funeral Home di Woollahra ha tenuto il funerale di Matilda Britvan, la bambina di 10 anni uccisa nel corso della strage.
Nel corso di questa cerimonia il rabbino Dovid Slavin ha voluto parlare della breve quanto solare vita della piccola Matilda e di come per i suoi genitori, immigrati ebrei ucraini, l’Australia rappresentava speranza e libertà. Avevano scelto il nome “Matilda” pensando ad un nuovo inizio nel Paese che li aveva accolti, permettendo alla piccola e alla sua sorellina Summer una vita diversa da quella che avevano avuto.
Matilda adorava la matematica e sognava di diventare un’insegnante, un sogno che inseguiva con dedizione dando il massimo negli studi tanto che solo una settimana prima della sua morte aveva ricevuto un importante premio scolastico.
Il passaggio della piccola bara bianca alla fine della cerimonia ha spezzato il cuore di tutti i presenti, inclusi diversi membri del governo che hanno partecipato con gigli, palloncini e adesivi viola con sopra il nome della piccola e l’immagine di un’ape, poiché “Ape” (Dvorah) era il suo secondo nome e il padre della bambina ha chiesto al Paese di ricordarla con questo simbolo dolce e ribelle.
I molti che non sono riusciti a partecipare sono rimasti nel parco davanti alla cerimonia e hanno seguito l’evento in diretta streaming sui propri cellulari.
“Non dobbiamo rinunciare alla fede” ha concluso il rabbino Slavin, celebrando il rito per Matilda mentre la sua piccola ape diventa sempre più un simbolo positivo all’interno delle diverse comunità ebraiche. “Non dobbiamo lasciarci intimidire dalla violenza ma continuare a celebrare il miracolo della vita.”
Venerdì, i funerali sono proseguiti con il rabbino Ulman che ha commemorato le vite di altre quattro vittime della strage: Boris e Sofia Gurman, Edith Brutman e Boris Tetleroyd.



