Lo stadio dell'Arsenal

L’Arsenal FC guida la lotta all’antisemitismo nello sport: il raduno a Londra con oltre 100 calciatori professionisti

Mondo

di Pietro Baragiola
Uno dei risultati più significativi del simposio è stato lo sviluppo di un nuovo “toolkit” volto ad offrire una guida pratica che integri la consapevolezza dell’antisemitismo nelle politiche di uguaglianza, diversità e inclusione (EDI).

 

Giovedì 4 dicembre l’Arsenal FC ha ospitato oltre 100 professionisti del calcio britannico all’interno dell’Emirates Stadium per un raduno dedicato ad un tema cruciale: la lotta all’antisemitismo nel mondo dello sport.

L’evento ha riunito rappresentanti di club e leghe sportive, organi di governo, associazioni e gruppi di tifosi, creando uno spazio di confronto diretto su un fenomeno che continua ad emergere negli stadi britannici e non solo.

“Il nostro obiettivo è chiaro: comprendere meglio le dinamiche che alimentano discriminazioni e stereotipi e trovare soluzioni concrete per rendere lo sport un ambiente realmente inclusivo” ha spiegato la ministra britannica per lo sport Stephanie Peacock durante il raduno. “L’antisemitismo non ha posto nel calcio e neppure nella società britannica. Combatterlo rafforza non solo la partecipazione degli ebrei, ma anche l’integrità e l’inclusività dello sport nel suo complesso.”

Anche la data del raduno è simbolica per la storia dell’antisemitismo: il 90° anniversario della partita Inghilterra-Germania del 1935, quando la nazionale tedesca eseguì il saluto nazista sul campo di White Hart Lane.  Richiamare questo episodio ha ricordato ai presenti quanto la storia dello sport sia intrecciata profondamente con quella delle discriminazioni politiche e culturali.

Il contributo di Maccabi GB e di John Mann

Il simposio è stato organizzato grazie alla collaborazione tra John Mann, consulente del governo britannico in materia di antisemitismo, e il Maccabi GB, l’organizzazione benefica che promuove sport, salute e benessere nella comunità ebraica creando ambienti inclusivi.

“Riunire le persone per imparare, condividere esperienze ed impegnarsi in azioni concrete è il modo in cui creiamo un futuro migliore per i giocatori, lo staff e i tifosi ebrei” ha affermato Ashley Lerner, amministratore delegato del Maccabi GB.

Anche Mann ha utilizzato il suo intervento per evidenziare la duplice natura del mondo dello sport definendolo “un potente strumento di unione ma anche uno specchio delle tensioni sociali”.

“Stiamo fornendo ai club e agli organi di governo le conoscenze e la fiducia necessarie per identificare tempestivamente l’antisemitismo e affrontarlo con decisione” ha aggiunto Mann.

Il toolkit contro l’antisemitismo

Uno dei risultati più significativi del simposio è stato proprio lo sviluppo di un nuovo “toolkit” volto ad offrire una guida pratica che integri la consapevolezza dell’antisemitismo nelle politiche di uguaglianza, diversità e inclusione (EDI).

“Questo toolkit vuole agevolare la segnalazione degli episodi discriminatori, offrire formazione mirata al personale responsabile e creare un ambiente dove i tifosi e dipendenti ebrei si sentano sicuri, rappresentati e inclusi” ha spiegato Mann.

Dopo il suo intervento, ciascuno dei delegati presenti si è impegnato formalmente ad adottare almeno una delle azioni concrete di questo toolkit all’interno della propria organizzazione.

Il raduno nella sua interezza fa parte del progetto “Tackling Antisemitism in Sport” avviato nel settembre 2023 e che ha permesso a più di 4.000 professionisti del calcio di partecipare a workshop formativi, coinvolgendo tutti i 20 club della Premier League.

“La nostra è un’iniziativa che dimostra che il calcio britannico sta compiendo passi concreti per affrontare l’antisemitismo, riconoscendo il proprio ruolo sociale e culturale” ha concluso Lerner. “Questo raduno rappresenta un ulteriore tassello del nostro percorso volto a trasformare gli stadi in spazi sempre più accoglienti, sicuri e rispettosi.”