di Redzione
In occasione dei Giochi Olimpici e Paralimpici Invernali di Milano Cortina 2026 e a coronamento della campagna avviata a gennaio 2025 Giusti nello Sport, la Fondazione Gariwo organizza un percorso espositivo fotografico che racconta quattordici storie esemplari di Giusti sportivi, atleti e atlete che in ogni angolo del mondo e in epoche storiche lontane nel tempo, hanno scelto il bene, rischiando la propria vita e la propria libertà per sostenere e promuovere i valori di inclusione, rispetto, solidarietà e pace espressi dalla pratica dello sport.
Le storie selezionate presentano un ampio ventaglio di contesti sportivi, geografici e temporali, spaziando dai tragici eventi che hanno contraddistinto il secolo scorso fino alle attuali battaglie in favore dei diritti delle donne.
Tra le altre, troviamo le storie di Gino Bartali, il campione di ciclismo che ha salvato centinaia di ebrei dalla deportazione, di Yusra Mardini, la nuotatrice siriana che insieme alla sorella Sarah ha salvato la vita di chi stava scappando dalla guerra come lei, di Arthur Ashe, il primo tennista afroamericano a partecipare a competizioni internazionali fino a quel momento riservate ad atleti bianchi o di Khalida Popal, la calciatrice afghana che non ha voluto smettere di inseguire la propria passione per il calcio, in un paese in cui le era vietata.
Sono tanti i Giusti e le Giuste che si trasformano in portavoce reali e concreti di principi e valori espressi dalla manifestazione sportiva olimpica, diffondendo in maniera capillare la conoscenza delle loro storie.
La mostra è allestita da martedì 11 novembre a martedì 2 dicembre in Via Dante, arteria centrale che collega due punti di interesse fondamentali della città di Milano (il Duomo e il Castello Sforzesco), di grande passaggio e accessibile gratuitamente da tutti.
Adatta a un ampio ventaglio di pubblici nazionali e internazionali, con particolare attenzione alle scuole di ogni ordine e grado, è valorizzata da un ricco programma di attività e iniziative educative che accompagna l’intero arco dell’esposizione.
Per narrare le vite, i valori, le gesta, i contesti, gli sport praticati e le battaglie sostenute dalle persone giuste presentate nella mostra, si è scelto il linguaggio della fotografia d’artista contemporanea interpretato da Gabriele Stabile. Nelle mani dell’artista, il collage di fotografie d’archivio, ottenute grazie alla preziosa collaborazione di associazioni calcistiche milanesi, realtà sportive, enti culturali del territorio e il contributo di singoli cittadini, avvia un dialogo virtuoso con altre forme d’arte, dalla pittura alla scrittura, dando origine ad una narrazione fatta di suggestioni e piccoli indizi che prendono forma all’interno dell’opera.
Gabriele Stabile gioca con la trasparenza, la nitidezza, la saturazione dei colori propri delle fotografie d’archivio, sovrapposte al disegno, tocchi di pittura, materiali eterogenei, rivelando stratificazioni complesse in grado di trasmettere le articolate vite dei protagonisti dell’esposizione.
Ogni pannello mostra una storia composta da persone, luoghi ed epoche storiche lontane tra loro ma unite dallo sport, spazio di promozione di valori positivi e di salvaguardia dei diritti umani, e da una scelta giusta esemplare, di coraggio e responsabilità personale, trasformandosi in modelli virtuosi da imitare. Ciascuna opera è accompagnata da una parola chiave, giustapposta alla immagini, esemplificativa del valore espresso dalla storia del Giusto, in lingua inglese, per favorire una più ampia trasmissione e comprensione del messaggio del pannello.
“La mostra “I Giusti nello Sport”, racconta le storie di quattordici atleti e atlete che hanno scelto di usare la loro voce per andare controcorrente e battersi per salvaguardare i valori di responsabilità, uguaglianza, collaborazione e rispetto. Lo sport è un ambito fondamentale per sviluppare la comprensione e l’amicizia tra esseri umani di diversi paesi, culture e religioni. Svolge un ruolo sociale importante per prevenire l’odio nel linguaggio politico, abbattere i pregiudizi e persino per prevenire guerre e genocidi. Lo sport crea una lingua comune e universale tra persone che gareggiano e si basa sempre su una relazione con l’altro. Questa caratteristica ha delle potenzialità enormi per migliorare il mondo, la nostra società e persino per promuovere la pace. I valori incarnati dalle storie delle persone che raccontiamo, sono gli stessi espressi dalla Carta Olimpica. Alla vigilia delle Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026, riteniamo di fondamentale importanza porre l’attenzione sulle storie di questi atleti straordinari, che nel corso della loro vita hanno scelto di opporsi alle discriminazioni e alle ingiustizie, così che possano essere un esempio per tutti coloro che li incontreranno sulla loro strada.” (Gabriele Nissim, presidente Fondazione Gariwo)



