Bandiere Francia (a sinistra) e Iran (a destra)

Francia: l’influenza dell’Iran in crescita durante la guerra di Gaza nelle istituzioni e nel dibattito pubblico

Mondo

di Maia Principe
Secondo lo studio del Think Tank France 2050, dall’invasione e dal massacro del 7 ottobre 2023, le istituzioni francesi, i media, i partiti politici di estrema sinistra, le principali università, gli intellettuali e gli organismi studenteschi sono diventati tutti bersagli dell’ingerenza iraniana. Ma l’infiltrazione sarebbe iniziata già dal 1979.

Secondo un nuovo rapporto, il regime iraniano lavora da tempo per infiltrarsi nella società francese, sfruttando le reti politiche, i media e le piattaforme sociali per espandere la propria influenza e alimentare i disordini, intensificando le proprie operazioni dall’inizio della guerra a Gaza. Lo riporta il sito Algemeiner.

Il think tank francese France2050 ha pubblicato un nuovo studio che rivela come l’Iran abbia lavorato per anni per minare la stabilità della Francia, utilizzando operazioni di influenza e altri mezzi per plasmare la politica e i media nel tentativo di seminare il caos e destabilizzare il governo.

Presentato al Parlamento francese e al Ministero dell’Interno, il rapporto descrive in dettaglio le reti che il regime islamista di Teheran ha creato dal 1979, esortando i legislatori a creare una commissione d’inchiesta formale con pieni poteri investigativi per smascherare completamente la portata dell’infiltrazione.

Secondo Gilles Platret, sindaco di Chalon-sur-Saône nella Francia orientale e autore principale dello studio, Teheran è riuscita ad estendere la sua influenza ideologica e politica non solo in tutto il Medio Oriente attraverso i suoi rappresentanti (Hamas a Gaza, Hezbollah in Libano, gli Houthi nello Yemen, le milizie sciite in Iraq e le forze pro-Bashar al-Assad in Siria), ma anche nelle società occidentali.

“L’infiltrazione [iraniana] ha agito come un veleno, penetrando lentamente nella società francese per quasi 50 anni; goccia dopo goccia, si diffonde, esercita influenza e corrode”, scrive Platret nel rapporto, sottolineando che le operazioni dell’Iran in Francia sono ora più potenti che mai.

Secondo lo studio appena pubblicato, dall’invasione e dal massacro guidati da Hamas nel sud di Israele il 7 ottobre 2023, le istituzioni francesi, i media, i partiti politici di estrema sinistra, le principali università, gli intellettuali e gli organismi studenteschi sono diventati tutti bersagli dell’ingerenza iraniana.

“Non è legittimo mettere in discussione l’esplosione di bandiere palestinesi negli spazi pubblici, ora visibili nella maggior parte delle manifestazioni, sventolate anche durante le rivolte e gli attacchi contro le istituzioni francesi e le forze dell’ordine, quando l’Iran ha da tempo fatto della causa palestinese la punta di diamante del suo sforzo per conquistare l’estrema sinistra e l’ultra-sinistra occidentali?”, afferma Platret.

“In effetti, dalla guerra dello scorso giugno, la bandiera palestinese è sempre più presente accanto alla bandiera iraniana”, continua, riferendosi alla guerra a Gaza.

Secondo il rapporto di 85 pagine, Teheran si affida alla sua ambasciata a Parigi, ai lobbisti dell’Unione Europea e agli agenti finanziati dal Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche (IRGC) e dai servizi segreti iraniani per operare in profondità nel territorio francese, perseguendo i propri obiettivi attraverso operazioni segrete.

“Per quanto tempo ancora la Francia, in nome di presunti interessi diplomatici superiori, continuerà a chiudere gli occhi su ciò che viene tramato sul suo territorio, qualcosa che minaccia ogni giorno di più la sua sovranità e sicurezza?”, afferma Platret.

Lo studio spiega anche che la crescente influenza dell’Iran in Francia ha un duplice scopo: esercitare pressioni sul Paese sulla questione nucleare iraniana, spingendolo a influenzare Israele, e seminare “caos senza guerra” all’interno delle istituzioni democratiche francesi, in linea con la strategia della “jihad globale” sancita dalla sua costituzione.

Una delle conclusioni principali del rapporto è che le vaste connessioni politiche e la rete diplomatica dell’Iran sono tra gli strumenti più importanti del regime, che gli consentono di espandere la sua influenza e di plasmare il dibattito pubblico in Francia.

Ad esempio, le relazioni di alcuni leader politici o movimenti francesi con l’ambasciata iraniana a Parigi, i cosiddetti “riformisti” in Iran o le figure mediorientali legate a Teheran “creano chiari rischi di orientare il dibattito pubblico in modo da favorire gli interessi iraniani”, afferma lo studio.

Al di là della sua rete diplomatica, il rapporto sottolinea che i servizi segreti iraniani operano attivamente in Francia, utilizzando sempre più i social network come strumento di manipolazione.

Secondo l’esperto di Medio Oriente Frédéric Encel, la strategia dell’Iran è guidata da una forma di espansionismo sciita che rimane centrale per il regime, con la sua violenza intrinseca come aspetto inseparabile della sua natura.

Nel perseguire questi obiettivi, Encel spiega che il regime fa affidamento sulla propaganda, sull’infiltrazione e sull’eliminazione fisica. “Tutto deve sottomettersi all’imperativo della jihad globale, persino il testo stesso del Corano, la cui interpretazione viene costantemente distorta … per fondere il religioso con il politico, al servizio di un progetto ideologico di cui la Francia è diventata teatro”, afferma lo studio.

Per anni l’Iran ha orchestrato attacchi terroristici in tutto il mondo, si è dedicato al sequestro di ostaggi e persino ad assassinii politici, intensificando i propri sforzi dall’inizio della guerra a Gaza, utilizzando il conflitto per provocare disordini civili e mascherare le operazioni terroristiche in corso.

A luglio, Francia, Gran Bretagna, Stati Uniti e altri 11 alleati hanno rilasciato una dichiarazione congiunta in cui condannavano l’aumento dei complotti iraniani di assassinio e rapimento in Occidente.