Clima, il Lago di Tiberiade ai minimi storici

Israele

di Lia Mara
Per la prima volta, l’Autorità per le risorse idriche ha così dovuto approvare un piano di salvataggio d’emergenza, pronto dal 2022 ma mai messo in atto: a novembre verrà attivato il progetto denominato “di trasporto inverso”, che pomperà acqua desalinizzata nel Kinneret. Un piano per scongiurare il peggio. Se il livello dovesse scendere fino a toccare la “linea nera”, fissata a 214,87 metri sotto il livello del mare, insorgerebbero sia difficoltà tecniche nel pompare l’acqua potabile che danni ecologici irreversibili.

La crisi climatica ha colpito la più grande riserva di acqua dolce di Israele, il Kinneret (il Mare di Galiea o Lago di Tiberiade), le cui acque rappresentano una primaria risorsa per l’approvvigionamento di acqua potabile. Oggi il suo livello è sceso a un punto drammaticamente basso. Ne parla questo mese il Jerusalem Post.

La misurazione di questo ottobre ha segnato 213,19 metri sotto il livello del mare, un abisso di 19 centimetri oltre la soglia di allarme della “linea rossa inferiore” calcolata dagli esperti. L’acqua manca per un impressionante deficit di 4,39 metri dal suo livello massimo.

Sempre secondo gli esperti riportati online dal Jerusalem Post, non si tratterebbe di una fluttuazione ordinaria. Sebbene in passato il livello del Kinneret sia già sceso più volte, l’eccezionalità del calo di quest’anno ha origine della siccità degli ultimi tempi. Lo rivelano le parole del direttore della divisione Kinneret dell’Autorità per le risorse idriche israeliane, Fares Talhami, che ha lanciato un allarme senza precedenti: “L’inverno 2024-25 è il più secco registrato nel bacino idrografico del Kinneret da quando sono iniziate le misurazioni circa cent’anni fa”. Soltanto il 40% delle precipitazioni medie hanno infatti riguardato il nord del Paese nel corso dello scorso inverno. Una situazione ancora peggiore della già grave siccità riscontrata tra il 2013 e il 2018. Qualche settimana fa, Fares Talhami aveva spiegato alla testata Walla che “nei precedenti periodi di siccità i livelli del Kinneret erano più bassi rispetto a quest’anno, ma ciò che adesso è eccezionale è l’intensità della siccità che abbiamo vissuto. Abbiamo attraversato un inverno con solo il 40% delle precipitazioni medie nel nord, quindi il livello del Kinneret è aumentato lo scorso inverno di soli 15 centimetri”.

Per la prima volta, l’Autorità per le risorse idriche ha così dovuto approvare un piano di salvataggio d’emergenza, pronto dal 2022 ma mai messo in atto: a novembre verrà attivato il progetto denominato “di trasporto inverso”, che pomperà acqua desalinizzata nel Kinneret. Un piano per scongiurare il peggio. Se il livello dovesse scendere fino a toccare la “linea nera”, fissata a 214,87 metri sotto il livello del mare, insorgerebbero sia difficoltà tecniche nel pompare l’acqua potabile che danni ecologici irreversibili.