di Pietro Baragiola
Una vacanza in Francia si è trasformata in un episodio doloroso per Joel (cognome tenuto anonimo su richiesta) che, insieme alla sua famiglia, ha trovato una svastica all’interno della proprietà affittata tramite Airbnb.
Un simbolo atroce che per Joel assume un peso ancora più traumatico: i suoi nonni materni sono fuggiti dalla Germania nazista, mentre gran parte della famiglia è stata sterminata nella Shoah.
“Per me è stata un’esperienza devastante” ha raccontato l’uomo nell’intervista rilasciata al sito Jewish News. “Trovare una svastica nella proprietà era già abbastanza grave, ma la risposta che ci ha dato Airbnb è stata francamente offensiva.”
Il reclamo e la reazione della piattaforma
Joel ha raccontato di aver segnalato immediatamente la presenza del graffito appena arrivato nella proprietà, chiarendo però di non poterla abbandonare poiché viaggiava con la figlia piccola. La famiglia ha dunque proseguito la vacanza ma l’episodio ha lasciato un segno profondo.
Nella sua segnalazione, Joel ha chiesto alla piattaforma di non avvisare l’host durante la loro permanenza, temendo eventuali ripercussioni sulla sicurezza della famiglia.
Airbnb, però, non solo non avrebbe affrontato direttamente la questione, ma inizialmente avrebbe persino difeso il proprietario della struttura che aveva ammesso di essere a conoscenza della presenza della svastica.
“Nonostante le mie ripetute richieste, non ho mai ricevuto scuse ufficiali per questo fatto increscioso” ha affermato Joel.
La società, infatti, ha offerto un rimborso di 8.900 sterline per l’intera prenotazione, respingendo però la richiesta di un risarcimento aggiuntivo e di scuse formali.
La versione di Airbnb
In una dichiarazione rilasciata al Jewish News, un portavoce di Airbnb ha completamente ritrattato la versione di Joel, aggiungendo ulteriore beffa al danno.
“La discriminazione non ha posto su Airbnb e prendiamo sul serio tutte le segnalazioni. Abbiamo condotto un’indagine approfondita che ha rilevato che l’host non era veramente a conoscenza del graffito, presente in un edificio annesso inutilizzato al di fuori dell’area principale dell’alloggio, fino a quando l’ospite non lo ha segnalato. Non appena informato, l’host ha preso provvedimenti e l’ospite ha ricevuto le scuse dell’host e un rimborso completo” si legge nella dichiarazione.
Joel e la sua famiglia sono rimasti ancor più colpiti da questa dichiarazione e non hanno esitato a spiegare al sito di notizie che la svastica si trovava in bella vista nella sala comando della piscina, utilizzata spesso durante il soggiorno e visitata dallo stesso host. Inoltre ha ribadito di non aver mai ricevuto delle scuse ufficiali da parte di Airbnb.
“Non si tratta solo di assistenza clienti, ma di come una delle piattaforme più grandi al mondo tratti l’antisemitismo” ha sottolineato l’uomo nella sua risposta.
La vicenda ha avuto un impatto particolare per Joel che è, in questi giorni, è in procinto di riottenere la cittadinanza tedesca, revocata ai suoi nonni dai nazisti.
“Il fatto che questa svastica sia rimasta al suo posto dimostra come alcuni vedano ancora l’antisemitismo” ha aggiunto Joel “È scioccante che Airbnb lo tratti con tanta leggerezza.”
In Francia, l’esposizione di simboli nazisti è vietata. Il caso solleva quindi non solo un tema legato all’assistenza clienti ma anche una questione legale e sociale più ampia: come le multinazionali affrontano gli attuali episodi di discriminazione e odio.