Membri delle Brigate Izz ad-Din al-Qassam, braccio armato di Hamas (20 luglio 2017)

Gli architetti del 7 ottobre: chi sono i capi terroristi di Hamas sopravvissuti alla guerra e ancora presenti a Gaza

Mondo

di David Zebuloni
Dai fondatori del braccio armato, passando per i capi degli apparati di sicurezza, fino alla donna di più alto rango nell’organizzazione: tutte figure di primo piano nel panorama del terrorismo, anche se poco conosciute al grande pubblico.

Secondo numerosi opinionisti, politici e giornalisti italiani, Israele non starebbe combattendo a Gaza contro Hamas, bensì contro la popolazione civile. A loro avviso, nella Striscia non ci sarebbero più terroristi, ma soltanto innocenti. Eppure, settimana dopo settimana, continuano a cadere in combattimento soldati dell’IDF: per mano di chi? Mistero.

Questi “esperti” evitano accuratamente di pronunciare il nome di chi oggi guida la leadership palestinese nella Striscia, rimuovendo dal discorso pubblico la realtà di chi tiene il potere e prende le decisioni. Dunque, per fare un po’ di chiarezza, di seguito viene proposta una lista (parziale ma significativa) dei vertici di Hamas attualmente attivi a Gaza.

Si tratta di individui che non solo si rifiutano categoricamente di riconoscere Israele, ma non mostrano nemmeno alcuna intenzione di cercare la pace per il bene del loro popolo. Dai fondatori del braccio armato, passando per i capi degli apparati di sicurezza, fino alla donna di più alto rango nell’organizzazione: tutte figure di primo piano nel panorama del terrorismo, anche se poco conosciute al grande pubblico.

 

Izz al-Din al-Haddad

Izz al-Din al-Haddad

Izz al-Din al-Haddad è l’unico comandante di brigata originario sopravvissuto al conflitto, motivo per cui è stato soprannominato “il fantasma”. Dopo l’eliminazione di Mohammed Deif e dei fratelli Yahya e Mohammed Sinwar, al-Haddad – già comandante della brigata della città di Gaza – è divenuto di fatto il leader di Hamas nella Striscia.

Veterano delle Brigate al-Qassam, il braccio armato del movimento terrorista, in un’intervista rilasciata ad Al Jazeera lo scorso gennaio ha dichiarato di aver avuto un ruolo centrale nella pianificazione e nell’esecuzione dell’attacco del 7 ottobre.

È ritenuto una delle principali figure responsabili della gestione degli ostaggi israeliani sin dal loro rapimento. I suoi uomini hanno detenuto diversi prigionieri nel nord della Striscia, incluse le giovani israeliane Agham Berger, Daniela Galbo’a, Liri Elbag, Naama Levy e Karina Aryev. Keith Siegel, sopravvissuto alla prigionia, ha riferito di averlo incontrato più volte; al-Haddad si sarebbe presentato come il responsabile di tutti gli ostaggi.

Risiedeva nel quartiere Tel al-Hawa a Gaza e ha superato numerosi tentativi di eliminazione nel corso degli anni. Suo figlio maggiore, Suhaib, e il secondogenito, Mu’men – entrambi militanti di Hamas – sono stati uccisi all’inizio dell’anno.

Ra’ad Sa’ad

Ra’ad Sa’ad

Ra’ad Sa’ad è uno dei fondatori del braccio armato di Hamas. All’inizio della guerra, era considerato la quarta figura più importante dopo Deif, Sinwar e Marwan Issa. A lui si deve lo sviluppo della dottrina militare di Hamas e dell’impiego degli armamenti, con particolare enfasi sul sistema missilistico e sulla strategia di combattimento nei tunnel.

Secondo Al Arabiya, Sa’ad è attualmente a capo del dipartimento per la produzione di armamenti dell’organizzazione. Tuttavia, poiché tale capacità risulta sempre più compromessa con il protrarsi del conflitto, è verosimile che sia tornato a comandare un’unità, come già in passato quando guidava la brigata della città di Gaza.

Considerato molto vicino a Yahya Sinwar e Mohammed Deif, ha preso parte alla pianificazione del massacro del 7 ottobre. Nel giugno scorso, l’esercito israeliano ha tentato di colpirlo nel campo profughi di al-Shati, senza successo. Secondo fonti dell’intelligence, il capo terrorista in questione è fuggito dall’ospedale Shifa poco prima che vi facesse irruzione l’esercito israeliano, nel marzo 2024.

Tawfiq Abu Naim

Tawfiq Abu Naim è il Capo degli apparati di sicurezza di Hamas. Come Sinwar, anche Abu Naim è stato incarcerato in Israele per l’uccisione a sangue freddo di palestinesi sospettati di collaborazionismo con lo Stato Ebraico, ed è stato successivamente rilasciato nell’ambito dell’accordo Shalit. Durante la detenzione, è diventato capo del comitato per gli affari dei prigionieri, rappresentando Hamas nelle carceri israeliane.

Tawfiq Abu Naim

Dalla fine del 2015, Abu Naim guida gli apparati di sicurezza dell’organizzazione. Sotto la sua direzione, l’apparato di sicurezza interna della Striscia si è distinto per la dura repressione del dissenso nei confronti di Hamas. Nell’ottobre 2017 è sopravvissuto all’esplosione della sua auto nei pressi di una moschea nel campo profughi di Nuseirat. Secondo il Centro d’informazione palestinese, ha riportato ferite di media gravità. Hamas ha attribuito a Israele il tentativo di eliminazione.

A conferma del suo rilievo all’interno del movimento, al suo capezzale si sono recati numerosi dirigenti dell’organizzazione terroristica, tra cui Ismail Haniyeh e Yahya Sinwar. Inoltre, negli anni è stato considerato uno degli uomini più vicini a Sinwar. Nell’ottobre 2022, durante una manifestazione di Hamas, ha affermato: “I mujaheddin si preparano alla prossima fase che svuoterà le carceri dell’occupante. La canna brillante del fucile è la via per la libertà”.

 

Mohammed Ouda

Mohammed Ouda è il Capo dell’intelligence di Hamas e membro del gabinetto militare del movimento. In tale veste, ha preso parte alla pianificazione dell’attacco del 7 ottobre. All’inizio del mese, il portavoce dell’IDF ha pubblicato una foto che lo ritrae accanto a Mohammed Deif, Abu Ubaida e Rafe’ Salama con la didascalia: “Mohammed Ouda è ancora vivo, ma arriveremo anche a lui”.

Secondo il quotidiano saudita-londinese Asharq al-Awsat, Ouda ha sostituito Ahmad R’andour come comandante della brigata del nord della Striscia, dopo che quest’ultimo è stato ucciso nel novembre 2023.

 

Hussein Fayyad

Hussein Fayyad è il Comandante del battaglione di Beit Hanoun. Conosciuto anche come “Abu Hamza”, è sopravvissuto ad almeno due tentativi di eliminazione. Nel maggio 2024, l’IDF ne aveva annunciato la morte, ma poco tempo dopo, durante il periodo di tregua, è stato diffuso un video che lo mostrava tra le rovine della città più settentrionale della Striscia.

Haitham Al-Hawajri

Haitham Al-Hawajri è il Comandante del battaglione del campo profughi al-Shati. L’IDF ne aveva annunciato l’eleminazione nel dicembre 2023, ma è stato avvistato lo scorso febbraio durante la liberazione dell’ostaggio Keith Siegel da parte di Hamas.

Muhannad Rajab

Secondo alcune fonti, al-Haddad, una volta divenuto capo del braccio armato, ha nominato Muhannad Rajab come suo successore alla guida della brigata della città di Gaza. Le informazioni su di lui sono scarse, ma pare che abbia prestato servizio a lungo nel dipartimento di intelligence di Hamas, diventando nel tempo uno dei principali comandanti della brigata sotto al-Haddad.

 Maher Sabra

Maher Sabra è l’Assistente del capo dell’amministrazione civile di Hamas, con responsabilità di supervisione sull’attività civile nella Striscia. Non è membro dell’ufficio politico.

 

Fatma Sharab al-Akhras

Fatma Sharab al-Akhras è a capo del ramo femminile di Hamas ed è membro della leadership del movimento a Gaza dal 2021. È nota per il suo attivismo in favore delle prigioniere palestinesi detenute in Israele. Ha 62 anni e, prima della fondazione di Hamas, era attiva nei Fratelli Musulmani. Indossa il niqab in tutte le sue foto, motivo per cui il suo aspetto non è noto e non è possibile stabilire con certezza se sia ancora in vita.

 

Mahmoud Al-Zahar

La posizione marginale occupata in questa lista da uno dei fondatori di Hamas, già Responsabile Esteri dell’organizzazione terroristica, può apparire sorprendente. Tuttavia, vi sono due motivi principali. Nel 2022 Al-Zahar si è dimesso dall’ufficio politico per ragioni personali e, secondo alcune fonti, all’età di 80 anni soffrirebbe di demenza, non svolgendo più un ruolo attivo né all’interno dell’organizzazione né nei suoi processi decisionali. Inoltre, non è chiaro dove risieda attualmente: si ipotizza che possa trovarsi in Turchia, in Egitto o a Gaza, anche se l’opinione prevalente è che non si trovi nella Striscia.

Mahmoud Al-Zahar è uno degli ultimi leader storici di Hamas sopravvissuti al tentativo di eliminazione da parte dell’IDF nel settembre 2003. Un tentativo che non ha avuto successo. Tuttavia, gli altri leader presi di mira in quell’occasione – tra i quali Ahmed Yassin, Mohammed Deif, Ahmed Ja’abari e Ismail Haniyeh – sono stati successivamente uccisi, mentre Al-Zahar è l’unico ancora in vita. È inoltre scampato a numerosi altri tentativi di eliminazione, sia da parte di Israele sia di Fatah, prima che Hamas prendesse il controllo della Striscia.