Israele attaccato anche sul palco dell’Eurovision: boicottata anche la musica

Spettacolo

di Davide Cucciati

La diplomazia internazionale passa anche dall’Eurovision; pochi mesi fa, Israele accolse con favore il voto massimo (12 punti) ricevuto dall’Azerbaijan. Il ministro della Difesa Israel Katz ringraziò pubblicamente Baku per il gesto e per il sostegno fornito dopo l’attacco del 7 ottobre. In quello stesso contesto, Katz evidenziò anche il ruolo azero nella mediazione tra Israele e Turchia.

Ebbene, ora quello stesso festival musicale rischia di trasformarsi, citando il titolo di un libro di Niram Ferretti, in un “sabba intorno a Israele”. Infatti, l’11 settembre 2025 l’emittente pubblica irlandese RTÉ ha annunciato che l’Irlanda non prenderà parte all’Eurovision Song Contest del prossimo anno se Israele sarà incluso tra i partecipanti. Secondo quanto riportato dal Times of Israel, RTÉ ha definito “inconcepibile” la partecipazione irlandese “alla luce dell’orrenda perdita di vite umane a Gaza”. La decisione definitiva dipenderà dalla posizione ufficiale dell’Unione Europea di Radiodiffusione (EBU), dopo le discussioni interne avviate durante l’assemblea generale dello scorso luglio. Il giornalista, creator, già portavoce del governo israeliano Eylon Levy ha ironizzato sulla scelta irlandese rimarcando, in un video sui social network, come essa sia una tattica per togliere di mezzo un concorrente scomodo, più che per una presa di posizione etica. Infatti, negli ultimi dieci anni, l’Irlanda non è riuscita ad accedere alle finali dell’Eurovision per ben sette volte.

Ma c’è di più: l’8 settembre, il ministro della Cultura spagnolo Ernest Urtasun ha dichiarato che la Spagna dovrebbe ritirarsi se Israele sarà in gara. Secondo quanto riportato da Eurovoix, portale specializzato che “porta notizie giorno e notte dal mondo dell’Eurovision”, anche la Slovenia ha dichiarato che non parteciperà se Israele sarà ammesso, condizionando la decisione alla posizione dell’EBU. Il 12 settembre l’emittente olandese AVROTROS ha reso nota la propria posizione: i Paesi Bassi non prenderanno parte al concorso se Israele sarà ammesso. L’Islanda mantiene invece una linea prudente: l’emittente RÚV ha avviato la selezione nazionale ma ha precisato che la partecipazione finale dipenderà dalla decisione dell’EBU. Situazione simile in Belgio, dove RTBF ha dichiarato che si pronuncerà solo dopo l’assemblea generale di dicembre, mentre l’altra emittente nazionale, VRT, ha espresso solidarietà verso chi invoca l’esclusione ma ha chiarito di non avere voce in capitolo per l’edizione 2026.

La risposta ebraica non manca e non mancherà: con ogni probabilità, in occasione dell’Eurovision 2026, molti componenti della diaspora continueranno la prassi di esprimere i propri voti verso Israele.