Parlamento UE: appello al cessate il fuoco e sanzioni a Israele

Mondo

di Pietro Baragiola

Al termine della riunione di Strasburgo di giovedì 11 settembre, il Parlamento Europeo ha approvato una ferma risoluzione in merito al conflitto israelo-palestinese intitolata Gaza al limite: l’azione dell’Unione europea per combattere la carestia e l’urgente necessità di liberare gli ostaggi e procedere verso una soluzione a due stati.

Con 305 voti a favore, 151 contrari e 122 astenuti l’assemblea ha sostenuto le proposte avanzate dalla Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, nei confronti di Israele che comprendono la sospensione parziale degli accordi commerciali e l’applicazione di sanzioni contro coloni e attivisti violenti.

Von der Leyen ha chiesto anche che vengano effettuate indagini complete sul conflitto in Medio Oriente in modo che i veri responsabili delle sue svariate violazioni dei diritti internazionali vengano sanzionati come criminali di guerra.

“Quello che sta accadendo a Gaza ha scosso la coscienza del mondo” ha affermato il Presidente della Commissione Europea. “Persone uccise mentre chiedono cibo, madri che stringono tra le braccia i figli senza vita. La carestia provocata dall’uomo non deve mai essere usata come arma. Per il bene dei bambini e dell’umanità questo deve finire.”

 

Le richieste del Parlamento

Il testo approvato dai deputati europei di Strasburgo chiede le seguenti azioni:

  • Un immediato e duraturo cessate il fuoco;
  • La liberazione immediata degli ostaggi ancora detenuti a Gaza;
  • Garantire alla popolazione di Gaza l’accesso sicuro e senza ostacoli a cibo, acqua, forniture mediche e riparo, nonché il ripristino delle infrastrutture;
  • Sospensione parziale dell’accordo di associazione commerciale UE-Israele;
  • Sospensione del sostegno bilaterale dell’UE al governo israeliano, con eccezione per i programmi legati alla società civile e riguardanti la memoria storica, come Yad Vashem
Ursula Von der Leyen

Von der Leyen inoltre invita i Paesi europei a riconoscere lo Stato palestinese puntando verso una soluzione a due Stati.

In materia di politica estera, però, ’UE deve raggiungere l’unanimità prima di portare avanti certe decisioni e, nell’ultima riunione, alcuni governi hanno espresso riserve contro la nuova risoluzione.

Germania, Ungheria e Repubblica Ceca, infatti, hanno lasciato intendere di essere contrari a misure che possano compromettere il dialogo con Israele e questo rallenterà notevolmente la messa in atto delle nuove riforme.

Anche la risposta di Israele non si è fatta attendere.

La reazione di Israele

Il Ministero degli Esteri israeliano ha definito “parziale e ingiusta’”la risoluzione del Parlamento, accusando l’UE di ignorare la responsabilità di Hamas nel conflitto in corso.

“Le misure annunciate non faranno che incoraggiare il terrorismo e indebolire gli sforzi per la sicurezza di Israele e dei suoi cittadini” riporta la nota ufficiale pubblicata in questi giorni, respingendo le accuse di affamare la popolazione di Gaza e sottolineando gli sforzi del governo israeliano per facilitare l’ingresso degli aiuti umanitari nella Striscia.

Israele ha anche negato di aver preso di mira i civili, riconoscendo tuttavia che le sue forze, che spesso proteggono i siti di distribuzione gestiti dalla Gaza Humanitarian Foundation, hanno sparato colpi di avvertimento nelle aree di sostegno per sedare il caos.

“Purtroppo molti dati sono stati contaminati dagli echi della propaganda di Hamas” ha affermato Gerusalemme.

La nuova risoluzione non ha solamente inveito contro Israele ma ha anche riconfermato il suo “inalienabile diritto all’autodifesa nel rispetto del diritto internazionale, riconoscendo che lo Stato ebraico resta, comunque, un partner strategico dell’Europa nella lotta al terrorismo nella regione”.

I membri dell’UE hanno voluto ribadire che ‘tale diritto non può però giustificare azioni militari indiscriminate che comportino sofferenze per la popolazione civile’ e, seguendo questa linea di pensiero, condannano la pratica sistematica adottata da Hamas di usare i civili come scudi umani.

La nuova risoluzione dell’UE, dunque, rappresenta un cambio di tono significativo della politica europea, prediligendo un approccio diretto ai fatti e alle azioni piuttosto che al dialogo.