Greta Thunberg e la flottiglia per Gaza: scontro di versioni sul presunto attacco

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di Anna Balestrieri

Un nuovo incidente infiamma il dibattito intorno alla Global Sumud Flotilla, il convoglio di navi civili partito dal Mediterraneo occidentale con l’obiettivo dichiarato di rompere il blocco navale israeliano sulla Striscia di Gaza.

Le accuse degli attivisti
Secondo il movimento, una delle imbarcazioni principali – la “Family”, battente bandiera portoghese e destinata a ospitare Greta Thunberg – sarebbe stata colpita da un drone israeliano mentre si trovava nelle acque tunisine. Video diffusi dagli attivisti mostrerebbero un oggetto infuocato cadere dall’alto sul ponte, causando un incendio. «L’ho visto chiaramente a quattro metri sopra la mia testa», ha dichiarato l’attivista portoghese Miguel Duarte.

La nave ha riportato danni al ponte e a un vano di stoccaggio, ma nessun passeggero è rimasto ferito. Per la Global Sumud Flotilla si tratterebbe di un tentativo israeliano di “intimidire e sabotare la missione”.

La versione delle autorità tunisine
Tunisia e guardia nazionale hanno però smentito con fermezza: “nessuna traccia di droni” nell’area. Secondo i primi rilievi, l’incendio sarebbe partito da alcuni giubbotti di salvataggio. Una dinamica ben diversa da quella denunciata dai promotori del convoglio. Dalle indagini preliminari, prosegue la nota delle autorità tunisine, è emerso che l’incendio a bordo della nave è divampato in uno dei giubbotti di salvataggio “a causa di un accendino o di un mozzicone di sigaretta” che avrebbero innescato un razzo di segnalazione partito verso il cielo e poi ricaduto sulla barca.

Il ruolo delle Nazioni Unite
La relatrice speciale dell’ONU per i Territori palestinesi, Francesca Albanese, presente sul posto, ha commentato che, se confermata, l’ipotesi di un drone implicherebbe “una violazione della sovranità tunisina”. Le sue parole hanno alimentato l’eco internazionale di un episodio ancora avvolto nell’incertezza.

Israele e il blocco navale
La disputa si colloca nel contesto del blocco imposto da Israele e dall’Egitto dal 2007, dopo la presa del potere di Hamas a Gaza. Israele rivendica la misura come necessaria per impedire l’ingresso di armi al movimento islamista, considerato un’organizzazione terroristica.

L’attuale guerra, iniziata con l’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023 – 1.200 morti e oltre 250 ostaggi in Israele – ha irrigidito ulteriormente i controlli.

Non è la prima volta che Israele ferma Greta Thunberg e i suoi compagni di viaggio. Già a giugno la marina israeliana aveva intercettato un’imbarcazione con a bordo l’attivista svedese, rimorchiata in porto e poi espulsa dal Paese. Episodi simili hanno riguardato altre navi del convoglio, come la Handala, bloccata a luglio con a bordo 21 attivisti internazionali.

Secondo Gerusalemme si tratta di operazioni dimostrative: le navi trasportano solo quantità simboliche di aiuti, insufficienti ad alleviare la crisi umanitaria di Gaza. Israele insiste che sta aumentando le forniture in collaborazione con partner internazionali e accusa Hamas di appropriarsi sistematicamente degli aiuti.

Una missione sotto osservazione
Il Global Sumud Flotilla, che riunisce attivisti di 44 Paesi, ha promesso di non interrompere il viaggio: «Atti di aggressione non fermeranno la nostra missione pacifica». Ma la rotta verso Gaza resta altamente incerta: le navi dovrebbero tentare l’approdo entro fine mese, ma è quasi certo che la marina israeliana interverrà.

L’episodio di Tunisi mostra quanto sia tesa la situazione: tra accuse incrociate, smentite ufficiali e filmati controversi, la flottiglia non ha ancora lasciato il porto, ma ha già scatenato un caso internazionale. Che è forse il suo scopo principale.

Il danno a bordo: resti di un piccolo incendio, non compatibili con una attacco con un drone