di Ilaria Myr
In soli tre mesi si è fatto promotore di diverse iniziative volte a contrastare la disinformazione dominante sulla maggior parte dei media nazionali, raggiungendo una crescita degli abbonamenti e dei lettori. In questa intervista esclusiva a Mosaico-Bet Magazine, il direttore racconta le motivazioni e i risultati di una scelta controtendenza.
II 20 maggio è uscito con la prima edizione di una pagina interamente dedicata alle “Ragioni di Israele” per “offrire uno spazio di analisi, riflessione e confronto libero da pregiudizi”. Poi a inizio giugno, il lancio dell’appello «Dalla parte di Israele», firmato da 650 persone, che in pochi giorni sono arrivate a oltre 8000, e che è sfociato in un incontro pubblico a Roma. E poi, a luglio, l’avvio di una newsletter intitolata Kippah, dedicata alla contro-narrazione sul tema Israele.
Non lasciano spazio al dubbio le iniziative prese negli ultimi tre mesi dal quotidiano Il Riformista che, in un periodo in cui la maggior parte dei media nazionali e internazionali portano avanti una narrativa antisraeliana appiattita sulle informazioni fornite da Hamas, ha scelto in modo molto netto quale tipo di informazione vuole portare avanti: un’informazione scevra da pregiudizi e narrazioni facili e appiattite, che propone storie e punti di vista su Israele poco noti e diversi da quelli mainstream, e soprattutto che racconta la complessità della società israeliana e del conflitto in corso a Gaza. Una scelta a dir poco controtendenza, quella del quotidiano diretto da Claudio Velardi, che ha però ottenuto risultati inaspettati fin da subito.
«Non ci aspettavamo un riscontro così importante al lancio della pagina quotidiana dedicata alle Ragioni di Israele – spiega soddisfatto a Mosaico Bet-Magazine il direttore Velardi -. Purtroppo le voci che si levano a difesa delle ragioni di Israele sono molto poche: con questa iniziativa diamo voce a studiosi, giornalisti, intellettuali e testimoni diretti, con l’ambizione di offrire strumenti per capire, senza filtri o barriere, e uno sguardo consapevole, critico e giusto, contro il fanatismo di chi sogna di cancellare lo Stato ebraico dalla faccia della Terra». E i numeri registrati in questi tre mesi dimostrano che la scelta è stata quella giusta: gli abbonamenti sono cresciuti di 500 unità, arrivando a superare quota 1500, mentre ogni post mattutino registra decine di migliaia di visualizzazioni. «Certo, non mancano critiche e insulti, soprattutto sui social – continua Velardi -, ma di fatto gli abbonamenti e le visualizzazioni sono cresciuti esponenzialmente. Quindi continuiamo a fare il nostro lavoro, dando la nostra visione, nella convinzione di essere dalla parte giusta».
Dopo il lancio della pagina quotidiana, un’altra mossa importante: alla vigilia delle manifestazioni organizzate dalla sinistra il 6 e 7 giugno “contro la guerra di Gaza” e “per fermare Israele”, il quotidiano ha lanciato l’appello “dalla parte di Israele” per denunciare quelle iniziative “irresponsabili nei confronti degli ebrei di tutto il mondo, perché avranno il doppio effetto di armare sempre più l’opinione pubblica contro il diritto di Israele a sconfiggere il nemico che vuole distruggerlo e di consentire all’antisemitismo di dispiegarsi in libertà, minacciando la vita di ogni ebreo. Quelle manifestazioni sono organizzate e promosse da chi non capisce o non vuol capire che cosa è successo e quel che ha significato il 7 ottobre 2023”. Un vero successo: dai 650 firmatari iniziali si è arrivati in pochi giorni a 8000 tanto che il giornale ha riempito il Teatro Rossini a Roma con un evento, che ha visto la partecipazione di numerosi ospiti italiani e internazionali: politici, scrittori, giornalisti, storici, blogger e molte altre voci autorevoli.
Infine, a luglio, il lancio della newsletter Kippah che nelle intenzioni del direttore doveva essere settimanale, ma che è subito diventata quotidiana, raggiungendo più di 1800 iscritti ogni giorno, con un tasso di apertura medio fra il 55 e il 60%.
Interessante è anche la composizione del lettorato del quotidiano: se la fascia più rappresentata è quella fra i 50 e i 65 anni, prevalentemente maschile, non mancano però anche giovani fra i 20 e i 30 anni.
«Dal punto di vista giornalistico siamo molto contenti di tutto quello che stiamo raggiungendo – continua il direttore -. Purtroppo non possiamo dire lo stesso del livello dell’informazione più generale, dove si intensifica sempre di più un’informazione unilaterale su Israele, mentre non viene dato risalto a notizie importanti come, ad esempio, la condanna da parte della Lega Araba del 7 ottobre (ripresa solo dopo vari giorni, ndr), così come alle centinaia di migliaia di morti in Ucraina. Dal canto nostro, continuiamo a lavorare seguendo le nostre convinzioni, ben consapevoli che è una battaglia difficilissima, ma necessaria».
Per il futuro, dunque, Il Riformista continuerà in questo sforzo quotidiano di difesa della verità contro la disinformazione e manipolazione dell’informazione. Ma non solo. «Vorrei immettere anche elementi più politico-strategici nelle nostre analisi, per ragionare su quali possono essere le dinamiche future in Medio Oriente, considerando i diversi soggetti in gioco: Israele, i Paesi arabi, ma anche Russia, Qatar e Cina – spiega Velardi -. La mia intenzione è insomma quella di riuscire a passare da un livello di testimonianza e controinformazione su Israele e le sue ragioni a uno successivo di analisi e riflessione più politica che guarda in prospettiva per arrivare a dire come si potrebbe uscire da questa situazione che è purtroppo a un’impasse».