di Nathan Greppi
Ha fatto molto parlare di sé in ambito matematico una scoperta fatta da Dalia Somekh, alunna di 5° liceo scientifico della Scuola Ebraica di Milano, che ha ideato un sistema per semplificare la risoluzione di integrali definiti.
Come ha spiegato in un’intervista al sito MaddMaths: “Quante volte vi sarà capitato, studiando le materie scientifiche, di incontrare metodi di risoluzione particolarmente lunghi ed elaborati? E di aver avuto voglia di abbandonare il tutto? Beh, questo è proprio ciò che è successo a me durante questo mio ultimo anno di liceo scientifico. Argomento: gli Integrali Indefiniti. Nello specifico, per dirla tutta, integrali indefiniti di espressioni fratte, con denominatore di secondo grado con discriminante nullo, = 0. Mica poco! Il procedimento di risoluzione proposto dal libro di testo mi è subito apparso particolarmente lungo e monotono e decisamente noioso.”
Ha continuato dicendo che “Ho fortemente sperato che quel procedimento così lungo e poco intuitivo non fosse l’unico possibile. La mia voglia di lavorare meno reclamava idee nuove e possibilità diverse. Così, un po’ per gioco, un po’ per pigrizia e un po’ per noia mi sono lanciata una sfida: provare un metodo alternativo che mi facesse risparmiare un po’ di carta e un po’ d’inchiostro… e un po’ di tempo soprattutto. Dopo qualche tentativo e fallimento ecco… E se applicassimo una sostituzione? Le righe di calcolo si accorciavano notevolmente.”

Dopo il primo tentativo, la Somekh si è chiesta: “Era un caso oppure il metodo poteva funzionare in generale per tutti gli integrali indefiniti di quel tipo? Applicandolo nuovamente funzionava sempre e accorciava i calcoli noiosi! Arrivata in classe il giorno dopo mi ha accolta l’entusiasmo della mia professoressa di matematica e dei compagni. Perché non provarlo su altri esercizi? Per esempio, per integrali con denominatore di grado superiore al secondo? O per evitare la divisione di polinomi quando il numeratore è di grado superiore rispetto al denominatore (sempre nel caso delta=0)?”
“Insomma, da questo esperimento nato un po’ casualmente, mi sono sentita molto soddisfatta e mi sono convinta che, a volte, se non ci accontentiamo delle formule note, possiamo trasformare pigrizia e noia in nuove strategie utili a fare meno fatica.”
