Milo Hasbani

La risposta di Milano Ebraica alle dimissioni di Wellcommunity

di Milo Hasbani

Non ho parole.
Ancora una volta al posto di dialogare si consegnano le dimissioni e questo in un momento difficilissimo per tutti senza il minimo senso di responsabilità.
Così avevo iniziato la mia lettera domenica scorsa in risposta alle dimissioni di WellCommunity giunte solo al Consiglio.
Nel comunicato pubblicato da WC questa mattina manca però una parte importante presente in quello di settimana scorsa, che è stato omesso e che ritengo fondamentale riportare, per comprendere le motivazioni che stanno dietro questo scellerato gesto. Così scriveva Wellcommunity:

“Malgrado questo negli ultimi mesi in particolare abbiamo dovuto letteralmente subire una serie di decisioni non condivise di cui citeremo solo le più rilevanti, a titolo esemplificativo e non esaustivo: la sottoscrizione in nessun modo avallata dal Consiglio della divisiva “Carta della memoria” (che tratta di un tema delicato come la Shoah) da parte dell’Assessore alla cultura e l’organizzazione di eventi giovanili delegati in esclusiva a un ente esterno come  JOI per decisione unilaterale del solo assessore ai giovani. L’ultimo atto però, il più grave e per noi assolutamente inaccettabile, e’ andato in scena giovedì 4 marzo, quando il Presidente, ignorando l’assoluta riservatezza delle trattative in corso da tempo per trovare una soluzione condivisa sul futuro della Governance della nostra scuola, ha portato al Dirigente scolastico una proposta unilaterale della lista Milano Ebraica già discussa e rifiutata dalla lista Wellcommunity, delegittimando di fatto il Consiglio e ponendo così in grave imbarazzo e pericolo l’intera operazione sulla quale poggia il futuro di fatto della nostra Comunità.”

Le scuse per far cadere un Consiglio che ha lavorato e sta lavorando con ottimi risultati non hanno alcun valore. Mi dite che ho parlato con il Preside? Sono il Presidente, ne ho tutto il diritto e non ho fatto proposte ma eventuali scenari da portare in consiglio.

Ma tant’è con la nostra opposizione non si può discutere ma solo subire o non subire un ricatto.

L’ostruzionismo e la minaccia di dimissioni sono sempre state il modo di lavorare fattivamente. Non voglio fare di tutta l’erba un fascio perché con alcuni assessorati ci sono state ottime collaborazioni, ma con altri c’è stato o il silenzio assoluto o il ricatto.
La questione Preside è semplice: noi desideriamo iniziare a vedere la scuola del futuro e per questo abbiamo bisogno di cominciare a guardarci intorno per trovare chi accompagnerà i nostri giovani nel futuro. Il fatto di non prendere decisioni e lasciare le cose come stanno non rende un servizio alla scuola.

Ricordo che lo scorso anno, senza informare il Consiglio, Raffaele Besso e Daniele Schwartz avevano parlato con il Preside, alla scadenza del contratto precedente, proponendo un rinnovo di due e tre anni.

Per quanto riguarda JOI, senza entrare in polemica, mi domando: È possibile boicottare un evento organizzato da giovani per altri giovani dove giovani nipoti parlano dei nonni sopravvissuti?

Per quanto riguarda la Carta della Memoria vorrei solo dire che in democrazia ognuno può esprimere le proprie idee, che l’assessore Schoenheit è inviso da sempre ed in ogni modo si cerca di farlo tacere, nonostante faccia un lavoro ottimo seguitissimo e in collaborazione con i dimissionari Bassani e Vaturi.

Avrei mille altre cose da dire, ma aggiungo soltanto che le dimissioni sono la conseguenza di una richiesta di riunione per parlare della situazione scuola: la risposta è stata questa.

Malgrado quindi lo sforzo, dopo le prime dimissioni di WC dello scorso anno, di condividere gli assessorati, aver assegnato la vicepresidenza a Besso e aver sdoppiato l’assessorato alla scuola solo per andare avanti per il bene della Comunità.

D’altra parte da subito i signori di WC non avevano riconosciuto il risultato elettorale, questa la vera ragione alla base delle dimissioni, altro che parole al vento come desiderio di lavorare assieme.

Non nascondo che ho sperato fino a questa mattina che anche un intervento di Rav Arbib potesse far tornare WC sui propri passi, ma purtroppo ancora una volta la politica del ricatto ha avuto il sopravvento.

E così ci risiamo.

In ogni caso noi siamo come sempre aperti al dialogo, più che mai in un momento difficile come questo.