Conoscere il Sionismo, nell’era della post-verità

di Paolo Castellano

Non solo un miracolo della storia. Non solo un esperimento unico, quello dell’edificazione in tempo record di uno Stato evoluto e “maturo”, edificazione avvenuta in una virgola temporale di meno di un secolo. Non solo un passato millenario che rivive in un laboratorio politico-identitario-etnico assolutamente unico. La verità è che chiunque sia sollecitato dalla più elementare curiosità culturale dovrebbe chinarsi sul Sionismo e sul “fenomeno Israele” come su un dovere della ragione, un imperativo dell’intelletto e della sete di conoscenza storica che sa porsi domande prima ancora di darsi risposte.

Un’immersione nelle istanze palpitanti della storia del XX secolo, un tuffo nei sogni realizzati e nella spiritualità dell’Occidente, letti nella chiave della pars pro toto, della parte per il tutto: questo è la storia del Sionismo e di Israele, cartina di tornasole degli slanci utopici, dialettici, politici, morali, religiosi della storia occidentale. Chinarsi sulla storia del Sionismo oggi non è solo volerne sapere di più su un tema controverso; non è solo la voglia di non farsi ghermire da luoghi comuni, banalità, frasi fatte, slogan consunti. È lucido anticonformismo, coraggio intellettuale che si mescola a curiosità.
Che piaccia o meno, negli ultimi 70 anni, dal 14 maggio 1948, quando è nato lo Stato d’Israele, i cambiamenti politici, economici, culturali che si sono prodotti in Occidente hanno modificato anche la percezione dello Stato ebraico nell’immaginario collettivo; hanno alterato sentimenti e simpatie in modo problematico. Da un punto di vista storico, la nascita di Israele rappresenta un unicum nel panorama mondiale dell’evoluzione delle istituzioni politiche e sociali, se paragoniamo il suo sviluppo statale ad altre nazioni europee che hanno impiegato secoli e secoli per costruire e consolidare un’unità politica e culturale.
Israele non è solo la casa degli ebrei di tutto il mondo, ma anche l’effige di quei valori occidentali, come la democrazia e i diritti umani, che sono approdati in Erez Israel attraverso la diaspora dopo secoli di dominio Ottomano. Questo aspetto era stato compreso precocemente da Ugo La Malfa, protagonista politico della Prima Repubblica, che in una dichiarazione celebre affermò: «La libertà dell’Occidente si difende sotto le mura di Gerusalemme».
Lo Stato ebraico è nato da un sogno e da un progetto definito Sionismo. Ma questo termine, nell’epoca della post-verità, ha assunto valenze politiche improprie. Un problema sollevato e analizzato da Rav Roberto Della Rocca, Direttore Formazione e Cultura UCEI, che ha organizzato un ciclo di studio e approfondimento sul tema del Sionismo, rivolto a un pubblico vario, prevalentemente di non ebrei, che partirà a febbraio al Teatro Franco Parenti. «Un progetto che si prefigge il compito di ragionare insieme sulla nascita, le ragioni, l’evoluzione storica, il significato giuridico, politico, nazionale, identitario, religioso di un fenomeno di straordinario fascino e interesse, innanzitutto per la sua assoluta unicità. Il sionismo, piaccia o non piaccia, è qualcosa di unico, non ha equivalenti e somiglianze con nessun altro fenomeno politico o culturale. Chiunque voglia fermarsi a conoscerlo e comprenderlo, in modo non superficiale, dovrebbe partire da questa constatazione, prima di esprimere giudizi sul suo valore o disvalore. Ma va da sé che il desiderio, di capire cosa sia davvero il Sionismo, non possa prescindere da un atteggiamento scevro, se non di ammirazione o empatia, perlomeno di serenità, né per magnificare o esaltare, né per condannare o disprezzare. Non a caso invece, i nemici o gli ‘antipatizzanti’ del sionismo – ossia quelli che paradossalmente più spesso pronunciano tale parola – non solo non hanno alcun desiderio di conoscerlo, ma al contrario esibiscono l’assoluta necessità di ‘non conoscerlo’, pensando di sapere già tutto. Cosa che permette loro di continuare a parlare per slogan, spacciandosi per esperti, fino a fare strada nella politica o nell’informazione. Fino ad arrivare all’analogia, per non dire identità, tra antisionismo e antisemitismo, di cui il primo, com’è noto, ne rappresenta l’ultimo “vestito di carnevale”, uno squallido travestimento».

 

Il ciclo di lezioni intitolato La Storia dello stato di Israele: dal Sionismo a Israele, attraverso la diaspora inizierà a febbraio e sarà tenuto da Claudio Vercelli, storico e docente dell’Università Cattolica di Milano presso il Master Fonti, storia, istituzioni e norme dei tre monoteismi: ebraismo, cristianesimo e islam. Egli ha inoltre pubblicato, libri come Storia del conflitto israelo-palestinese (Laterza) e Israele. Storia dello Stato. Dal sogno alla realtà (1881-2007) (Giuntina).
«Adottando uno sguardo secolarizzato, potremmo dire che lo Stato di Israele raccoglie le strutture politiche e sociali anche dell’ebraismo. Per uno storico, Israele è una sorta di cartina di tornasole di numerosi processi avvenuti tra Ottocento e Novecento, e che proseguono nella nostra contemporaneità. Il Sionismo come cultura politica, nasce anche in virtù di processi migratori di grande respiro che coinvolgono l’intero Mediterraneo e l’Europa, soprattutto l’Europa centrale. Oggi, i processi migratori non sono ancora finiti e la cosa non riguarda solo gli ebrei. Una parte del mondo ebraico diasporico mutò radicalmente il proprio stile di vita decidendo di venire in Israele: perché coloro che decisero di intraprendere e appoggiare un progetto di Stato nazionale, si impegnarono in prima persona rivoluzionando le proprie esistenze. Il sionismo si colloca all’interno di tutti quei movimenti politici dell’Ottocento e Novecento in cui l’emancipazione individuale correva parallela alla metamorfosi collettiva. Ecco perché, allora, per uno storico, capire il sionismo, vuol dire leggere opportunità e difficoltà che i movimenti di emancipazione hanno conosciuto nelle nostre società. Quindi, parlare di Israele e Sionismo, vuol dire parlare non solo della storia particolare di un gruppo ebraico ma di quel peculiare gruppo di ebrei che come concittadini, connazionali o cittadini del mondo, attuarono scelte in cui si sono riflessi tutti i cambiamenti di un’epoca.
È interessante anche il fatto che si sia dato origine a una koinè, una comunità nazionale che non sarà più la comunità degli israeliti ma quella della Nazione degli israeliani».
Non avviene spesso che eventi culturali su Israele si svolgano in uno dei teatri milanesi più vivaci, come il Franco Parenti diretto da Andrè Ruth Shammah: «In questo periodo di manipolazioni, attentati e attacchi ad Israele è giusto tornare a raccontare la storia di questo Paese per far capire soprattutto ai non ebrei quanto Israele sia lo specchio dell’Occidente», spiega A. R. Shammah. «Anche da un punto di vista artistico, Israele sta producendo la massima espressione teatrale. E molti ebrei come me si sono avvicinati ancora di più alla tradizione religiosa proprio perché questa identità è minacciata da molti fattori, in tutto il mondo: per questo motivo chiedo a tutti i lettori ebrei, che stanno leggendo questo articolo ora, di portare a teatro almeno tre amici non ebrei per far capire loro che Israele non è quel paese terribile che dipingono certi telegiornali e certi commenti da social network».
Il professor Vercelli per cinque domeniche mattina (ore 11.00), con del materiale multimediale, cercherà di trattare alcuni aspetti della storia di Israele, come l’influenza della diaspora e del sionismo sulla formazione dello Stato. Ecco i titoli delle lezioni: Il contesto ebraico e la crisi dei grandi Imperi (12 febbraio); La nascita del sionismo e la dialettica politica nella Diaspora (19 febbraio); La terra, il libro e il fucile: La nascita dello Stato d’Israele (5 marzo); L’evoluzione sociale, politica e demografica d’Israele dalla nascita ad oggi (19 marzo); I nodi irrisolti e la proiezione verso il futuro (2 aprile). Per ognuno degli incontri verrà fornito ai partecipanti materiale didattico e una bibliografia ragionata.
Info e prenotazioni: Teatro Franco Parenti, via Pier Lombardo 14, tel. 02 59995206, biglietteria@teatrofrancoparenti.it