Devar Torà / Il fine vita tra bioetica e tradizione

Metzorà’

5 aprile 2014 – 5 nissàn 5774

Devar Torà

Poniamo il caso di un malato che, secondo le nostre conoscenze, ha ben poche speranze di vita. Gli viene proposto un farmaco o un intervento sperimentale, rischiosissimo, ma che ha qualche possibilità di successo e sopravvivenza. Che cosa si fa? Si affronta il rischio dell’intervento o ci si arrende senza spingere, aspettando il corso degli eventi? È una tipica domanda dell’attualità bioetica. Ma è anche una domanda antica. Per trovare una risposta, andatevi a leggere la haftarà di questo shabbat, 2 Re 7, dal verso 3. (Rav R. Di Segni)

Halakhà

Di Yom Tov è obbligatorio accendere i lumi in onore della giornata, ed è bene accendere non meno di due lumi, come di Shabbat. Tali lumi, similmente a quelli di Shabbat, vanno accesi poco prima del tramonto. Alcuni tuttavia usano accenderli poco prima della cena, al ritorno dal Bet Hakneset. La seconda sera di Yom Tov invece l’accensione viene effettuata dopo l’uscita delle stelle, e si deve fare attenzione a sistemare i lumi dopo l’uscita delle stelle, in quanto è proibito preparare nel primo giorno di Yom Tov qualcosa che sarà necessario per il secondo giorno di Yom Tov. (Shemiràt Shabbàt kehilkhatàh 44,1-3). (Rav A. Di Porto)