Parashat Miketz. Yosef interpreta i sogni del re

Appunti di Parash a cura di Lidia Calò
In questa parashà ci troviamo di fronte all’uomo dai ruoli multipli. Yosef è il sognatore e l’interprete dei sogni. Egli governa l’Egitto, senza però dimenticare il proprio ruolo di figlio e di fratello. A volte egli è un uomo legato con gli elementi materiali ed a volte con l’universo spirituale.

In questa nostra Parashà il re dell’Egitto ha un sogno misterioso: nella sua prima parte, sette vacche magre e brutte che divorano sette vacche robuste e belle. Nella seconda parte, sette spighe sottili che divorano sette spighe belle ed abbondanti. La cosa straordinaria è che anche dopo aver divorato animali o vegetali abbondanti e belli, gli esseri magri e squallidi restano uguali senza che avvenga nessun cambiamento nel loro aspetto. Il Faraone è preoccupato: i suoi consiglieri provano inutilmente a spiegare il suo sogno. Non riuscendo a convincerlo diventa necessario eliminare l’umiliazione e ricorrere a Yosef, il consigliere ebreo, per ottenere la sua opinione.
L’Egitto era un impero molto sviluppato ai suoi tempi, il progresso della natura e del paese dipendeva dalle forze pagane. Le leggi naturali, dalle quali dipendono l’esistenza ed il benessere umano ed il suo futuro, sono gli dei stessi. Il Nilo era una delle divinità egiziane e la sua adorazione aveva come scopo quello di assicurarsi che la volontà divina favorisse le necessità umane. Però la storia di Yosef guarda all’esistenza da un’atra prospettiva.
La proposta che Yosef fa al Faraone per salvare il paese dalla siccità è una proposta razionale che non si basa sullo schema pagano. Questa proposta respinge pienamente il piano del Faraone rispetto al futuro. La fede di Yosef nel fatto che sia Dio la fonte del sogno e non gli idoli pagani, gli permette non solo di decifrare il significato del sogno, ma anche di proporre un cammino per comprendere le cause di quello che si sarebbe dovuto fare. Dato che non è possibile evitare la carestia, è possibile rendere meno gravi le sue conseguenze negative. In questo modo Yosef, sulla base del potere conferitogli dal Faraone, costruisce depositi per conservare cibo per gli anni terribili. Yosef vende a coloro che ne avevano bisogno i beni di prima di necessità. Quando terminò il denaro nelle mani dei sudditi, questi pagarono con i loro beni e dopo con le loro terre. Alla fine del periodo di carestia, tutta la terra d’Egitto, ad eccezione di quella appartenente ai sacerdoti del Faraone, apparteneva a quest’ultimo  e tutti gli abitanti d’Egitto, ad eccezione dei sacerdoti erano diventati suoi schiavi.
Questa operatività di Yosef dimostra il contributo di uno dei primi ebrei della storia, al benessere di un impero tanto grande ed importante quale quello egizio. Yosef ha insegnato al Faraone ed ai sacerdoti egiziani come interpretare i sogni, evitando in questo modo le conseguenze nefaste. La riserva degli alimenti per una loro successiva distribuzione e la eliminazione della proprietà privata del denaro, terra e beni, costituirono un esempio di “comunismo” sprovvisto di partiti politici e complicate ideologie.
La concezione economica di Yosef includeva la maggior parte degli elementi dell’economia moderna e proponeva la concentrazione dei beni di produzione nelle mani di un potere centrale e la loro giusta, nonché egualitaria, distribuzione tra i lavoratori. Yosef possedeva un dono speciale per la pianificazione e la gestione di un sistema economico ed impiegò questo dono a beneficio dell’Egitto.
Da quanto abbiamo visto, le qualità  speciali di Yosef non si riducevano al campo materiale ma si manifestavano anche attraverso le sue qualità spirituali ed umane.  Solo in base a queste fu capace di penetrare il pensiero ed i sogni del re di Egitto per poterne decifrare i segreti.
Di rav Eliahu Birnbaum