Gabriele Nissim

Jewish in the City. La chiusura del Festival al Memoriale della Shoah

di Redazione
Lunedì 3 dicembre alle ore 19 al Memoriale della Shoah di Milano si terrà la chiusura del festival Jewish in the City. ‘Spegnere l’odio e accendere la speranza’ è il tema dell’incontro moderato da Gabriele Nissim, presidente di Gariwo, la foresta dei Giusti.

Parteciperanno:
Liliana Segre: il mio insegnamento ai giovani contro l’indifferenza
Salvatore Natoli: anticipare il bene nel dibattito filosofico
Victor Magiar: dalla paura alla speranza: noi possiamo fare la differenza
Haim Baharier: la cultura ebraica di fronte all’odio
Pietro Barbetta: un’alternativa al linguaggio dell’odio

Conclusioni rav Roberto Della Rocca e Gadi Schoenheit

‘Spegnere l’odio e accendere la speranza’
di Gabriele Nissim

L’odio e la politica del disprezzo nei confronti dell’altro sono entrati nella vita pubblica. Lo vediamo nel dibattito politico, sui social e nelle relazioni internazionali tra gli Stati. Tutto questo in nome dell’esercizio della propria libertà o della stessa sovranità nazionale. Improvvisamente sembra che per essere liberi sia giusto individuare un nemico più o meno immaginario contro cui combattere. Così negli anni 30 gli ebrei divennero per i nazisti il nemico da eliminare. Di fronte a questa possibile nuova deriva che genera conflitti, contrapposizioni e persino portare a nuove guerre è necessario riaffermare il gusto del dialogo, dell’amicizia e della pluralità umana. Lo si può fare sui social insegnando e praticando la gentilezza e il gusto della conversazione; nella vita pubblica non accettando in silenzio che il dibattito politico sia inquinato dalle invettive e dagli attacchi personali; nelle relazioni internazionali vigilando quando i migranti sono indicati come elementi inquinanti della nostra civiltà, quando si indica un altro popolo come un nemico, o come quando uno Stato, come il caso di Israele, viene demonizzato o delegittimato. È tempo di lanciare in questo tempo scardinato un grande movimento culturale contro l’odio che veda in prima fila gli educatori, gli insegnanti, gli intellettuali e ogni persona che creda nella responsabilità, nella ragione e nell’umanità.

Liliana Segre con il presidente Sergio Matarella
Liliana Segre con il presidente Sergio Mattarella

 

Liliana Segre, Presidente dell’Associazione Figli della Shoah, è nata a Milano il 10 settembre 1930. E’ una dei 25 sopravvissuti dei 776 bambini italiani di età inferiore ai quattordici anni, deportati ad Auschwitz-Birkenau, il campo di sterminio nazista in cui trovarono la morte suo padre Alberto e i nonni paterni. Liliana venne subito separata dal padre, morto ad Auschwitz-Birkenau il 27 aprile 1944. Nel giugno del 1944 anche i suoi nonni paterni, arrestati a Inverigo (Como) il 18 maggio 1944, furono deportati e uccisi al loro arrivo nel campo di sterminio il 30 giugno. All’inizio degli anni ’90, ha deciso di uscire dal suo silenzio e di testimoniare quello che aveva vissuto. Da allora Liliana Segre ha incontrato migliaia di studenti in Italia e all'estero e a loro ha raccontato la sua storia di bambina in un mondo di adulti in guerra. Il 19 gennaio 2018 è stata nominata Senatrice a vita dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Salvatore Natoli è accademico rinomato e scrittore prolifico. Natoli ha insegnato, fra l’altro, logica all’università Ca’ Foscari di Venezia e filosofia alle due università statali di Milano ed è noto per la mole imponente di pubblicazioni che ha dedicato a importanti problemi etici, come quello del male, del dolore e della felicità confrontando il pensiero dei moderni con quello degli antichi.

Haim Baharier è pensatore e studioso di ermeneutica biblica, è nato nel 1947 a Parigi da genitori di origine polacca reduci dai campi di sterminio. Allievo di Léon Askenazi e di Emmanuel Lévinas, è stato vicino al maestro hassidico Israel di Gur. Ha pubblicato “Il tacchino pensante” (2008), “Le dieci Parole” (2011) e “Il Qabbalessico” (2012).
“La valigia quasi vuota” (2014) e “La Genesi spiegata da mia figlia” (2015) narrano della propria vita illuminata dalla figura di Monsieur Chouchani, clochard geniale e enigmatico, apparso nella Parigi del Dopoguerra.

Pietro Barbetta è Direttore del Centro Milanese di Terapia della Famiglia, ricercatore clinico, insegna Teorie psicodinamiche all’Università di Bergamo, tiene seminari presso altre Scuole di specializzazione in psicoterapia a orientamento psicoanalitico e sistemico. Ha lavorato in vari paesi europei, nord e sudamericani, pubblicato saggi scientifici su riviste internazionali, ma anche libri e articoli divulgativi in Italia. In particolare, cura la rubrica “clinica” per la rivista online Doppiozero. Negli anni più recenti ha lavorato, in senso clinico e di ricerca sociale, sui linguaggi isterici, schizofrenici, sulle differenze nelle lingue materne e le loro implicazioni, sulle lingue matrici nella terapia sistemica plurinlingue, come per esempio nei contesti migratori.

Gadi Schonheit, vice assessore alla cultura e consigliere della Comunità Ebraica di Milano (secondo mandato), è il responsabile del festival Jewish in The City. E’ il secondo festival che organizza per la Comunità di Milano. Il primo fu nel 2016, nell’anniversario dei 150 anni della Comunità stessa. Come ricorda Schonheit, ‘Avremmo potuto scegliere come tema per il festival l’ottantesimo anniversario della vergogna delle leggi razziali in Italia. Abbiamo scelto diversamente, perché, se è vero che non c’è futuro senza memoria, si è preferito parlare di futuro, alla e con la città di Milano. Da qui l’occasione della festa di Channuccà, la festa della luce. L’insegnamento ci viene da un video davvero speciale, che verrà proiettato, in esclusiva per il festival, domenica pomeriggio, al Museo della Scienza e della Tecnica, nel corso di un nutrito programma. E ‘il video/intervista a Vera Vigevani, la mamma di Franca, uccisa con uno dei cosiddetti voli della morte, organizzati, negli anni 70, dai generali fascisti argentini. Ebbene Vera ci parla poco di quella tragica esperienza, ma parte da lì per parlare ai giovani del futuro. In qualche modo il leitmotiv del festival stesso, Luci per la Città’.